02.11.2005 | Cultura e Tradizioni

Cena borbonica a Posillipo

Raccontare di storia sorseggiando Nero d’Avola. Nello splendido ristorante Reginella sulla collina di Posillipo, il Regno delle Due Sicilie si è riunito per una notte, complice il vino e la tavola. Il Consiglio interprofessionale dei vini doc e igt della provincia di Agrigento, con la preziosa collaborazione della sommelier Adua Villa, dopo un’accurata ricerca storico-gastronomica, ha presentato un ‘percorso degustativo siciliano’ dei migliori vini dell’isola, accompagnati da un buffet dai sapori antichi.

“La sfida più grande di questa serata è stata portare del vino siciliano in una regione, la Campania, grandissima produttrice di vini di valore e per farlo - aggiunge la Villa - ho recuperato antiche ricette da documenti e aneddoti vari, ma soprattutto dalla letteratura. In particolare mi sono affidata ai fasti narrati ne Il Gattopardo”.

Isole del gusto e banchi di degustazione, per capire cosa si mangiava alla corte dei borboni: “Coloro che si appassionano al vino non possono non innamorarsi anche delle terre produttrici, della storia e della cultura che c’è dietro. La maggior parte delle associazioni che sono nate tendono a stringere ancora di più questo rapporto, un triangolo che comprende il vino del territorio, la cucina tradizionale e i prodotti tipici: una riscoperta consapevole dei luoghi che ci ospitano.

Ci si educa in questo modo un nuovo turismo.”. Da quattro anni consulente per ‘La prova del cuoco’, di Antonella Clerici, la Villa, suggerisce gli abbinamenti più adatti tra vino e cibo: “La televisione ha rivoluzionato anche questo aspetto della vita quotidiana. È singolare che in un programma destinato alle casalinghe si racconti del Merlot, del Cabernet Sauvignon o del Syra, eppure, in questo modo si allargano le conoscenze e perfino la capacità di concepire i piatti.

In fondo è una tendenza che va per la maggiore, penso a Gusto del TG5 o ai programmi in giro per le tavole italiane, ma anche alle riviste o i magazine di moda, cultura… c’è sempre uno spazio dedicato alle ricette e non manca mai il vino giusto. Quello che è cambiato è soprattutto il linguaggio: molti dei tecnicismi, che per anni hanno reso incomprensibile questa passione, sono stati oggi ridimensionati, rendendola più accessibile.”


di Agnese Palumbo
Fonte:Campaniasuweb.it

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