Le piogge degli ultimi giorni sono state il chiaro esempio di una
situazione in via di peggioramento per la maggior parte delle uve
ancora appese alla pianta e in condizioni precarie per la raccolta.
Le notizie che arrivano da Soave così fanno
riferimento a un’annata a macchia di leopardo con una
qualità media al nord, più buona al centro e eccellente al sud e
nelle isole.
Questo il parere di Giuseppe Martelli,
direttore generale di Assoenologi,
intervenuto al convegno. “Da un punto di vista della quantità,
l’Italia non dovrebbe produrre più di 50 milioni di hl di vino, con
un calo del 6 per cento rispetto al 2004 – ha detto Martelli – Siamo
comunque lontani dai minimi storici delle vendemmie 2002 e 2003”.
Le relazioni degli esperti hanno cercato in particolare di dare a
questo 2005 un “volto” agro-meterologico in qualche modo familiare,
tentando cioè di trovare, scavando nel passato meterologico degli
ultimi dieci anni, similitudini e differenze con altre annate. Si è
visto così che per la denominazione
Bardolino, il 2005 ha presentato un’ evoluzione climatica
simile a quella di anni piovosi come il 1995-96, che in
Valpolicella l’andamento della
stagione ricorda quello del 2002 e che
Soave e Custoza il
quadro cambia persino a seconda delle microzone, dato che anche
quest’estate la grandine ha provveduto a vendemmiare anzitempo in
numerose aree.
Più confortanti, a livello europeo, i dati
appena comunicati dall’UE circa i raccolti in Europa.
L’Italia, in termini di quantità, pareggia con la Francia
recuperando in produzione rispetto agli anni passati. Le tendenze
addirittura in campo europeo vedrebbero il nostro Paese in rialzo
rispetto alla generale crisi che sta investendo gli altri stati a
vocazione vinicola. Infatti, le piogge insistenti fino ad
alluvionali del Nord Europa e la siccità della penisola iberica
fanno prevedere per la vendemmia in corso
quantitativi di vino in netto calo rispetto alla più normale
vendemmia del 2004.
E’ quanto sottolinea la Cia-Confederazione
italiana agricoltori sulla base delle valutazioni
espresse dal Copa-Cogeca, i
comitati delle associazioni agricole e cooperative europee. A fronte
di oltre 194 milioni di ettolitri dell’anno scorso, per quest’anno i
25 paesi dell’Unione europea – come evidenzia la Cia - produrranno
173 milioni di ettolitri con cali consistenti in Spagna, Francia,
Italia e Slovacchia, piccole riduzioni nella repubblica Ceca,
Germania, Austria e Portogallo e sostanziale conferma delle
produzioni passate in Grecia, Cipro, Lussemburgo, Ungheria, Malta,
Slovenia e Regno Unito.
Tutti col fiato sospeso quindi fino alla fine della raccolta.
L’Enovago
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