Il rapporto tra le aziende vitivinicole campane e le nove tecnologie.
Da una analisi condotta recentemente dal Censis su come Internet ha cambiato la nostra vita quotidiana, risulta che il 67,8% degli italiani conosce almeno un social network, quota che sale al 91,8% tra i giovani (14-29 anni) e si attesta comunque al 31,8% tra gli over 65 anni. Si tratta complessivamente di 33,5 milioni di persone, niente male...Fare acquisti on line non coinvolge ancora quote massicce di utenti di Internet anche se ormai quota 20% è vicina e costituisce, comunque, un bacino di potenziali clienti di tutto rispetto.
Come se la cava il vino in rete? Leggendo i numeri dell'indagine "Social Wine Monitor" della società Found, promossa dall'Associazione Giovani Imprenditori Vinicoli Italiani (AGIVI) si direbbe bene, infatti sono ben 210 milioni le pagine aggregate su Google contenenti la parola chiave vino, 7 milioni i video, 37 milioni le immagini e ben 2500 i blog dedicati all'argomento, ai quali si aggiungono qualche centinaio di portali specializzati. Anche i social network fanno la loro parte, a cominciare da Facebook con oltre 2mila gruppi dedicati al vino. Gli utenti del vino on-line sono sia gli uomini (il 53%) che le donne (il 47%). Il 49% degli enointernauti consulta il web prima di fare acquisti per ampliare i propri orizzonti e poi decidere autonomamente, ma il 26% si fida invece dei post dei blog o delle recensioni dei siti specializzati. Se a questi aggiungiamo il 31% che chiede consigli e suggerimenti ad esperti o direttamente alle aziende risulta che la rete si è ormai sostituita al contatto diretto, che avviene comunque volentieri durante fiere e degustazioni guidate.
In questo scenario non tutte le aziende vitivinicole campane sembrano essere a "proprio agio". Se da una parte ci sono diverse aziende che hanno saputo da subito sfruttare questo nuovo canale di comunicazione e di vendita, sono ancora tante le aziende che mostrano di avere qualche difficoltà a governare questi "nuovi" strumenti. Da una nostra analisi condotta su 229 aziende campane emergono dati contrastanti e comportamenti non sempre in linea con uno sfruttamento ottimale delle potenzialità della rete. Di seguito alcuni esempi da non imitare:
Ancora troppe aziende, incredibile ma vero, non hanno un sito web istituzionale (oltre il 10% del nostro campione)Tante aziende non hanno neanche un dominio di posta e si presentano al pubblico con indirizzi e-mail "generici" (classico è ad esempio ...@hotmail.com)Tanti i siti "vecchi" e senza un preciso progetto graficoSiti non aggiornati, che fanno riferimento ad eventi organizzati 3 anni fa e "news" datate 2008...si trova anche questo in retePochissimi i siti con attiva una sezione di e-commerce (non arriviamo al 10% del nostro campione)
In sintesi possiamo dire che siamo ben lontani dal poter asserire che la rete sia diventata un canale di comunicazione e di vendita di riferimento per le aziende vitivinicole campane. Sono ancora tantissime le cantine campane che trascurano l'importanza del proprio sito web. La sensazione prevalente che si ha, navigando tra le pagine dei siti delle cantine campane, è quella di un immobilismo generale in attesa di tempi forse migliori per investire sul web. Ovviamente ci sono anche le eccezioni, come ad esempio il sito di Feudi di San Gregorio che si fa notare, tanto da figurare al settimo posto nella speciale classifica nazionale stilata da WineNews "Cantine in Web".
L'auspicio è che i produttori campani, opportunamente stimolati, riescano in breve tempo a colmare questo ritardo ed a far evolvere la propria strategia di comunicazione verso un contesto meno tradizionale. Grandi o piccoli, i produttori dovrebbero sfruttare l'opportunità che la Rete offre di essere vicino al consumatore e di poterlo guidare, assumendo l'importante ruolo di promotori della cultura enogastronomica.
Fonte: EnoSpace
Tag: vino, internet, rete, campano