Assaggiateli solo essiccati, o ripieni di mandorle ed infornati, oppure tuffati nel cioccolato...qualunque sia la tipologia preferita non diteci che non "valgono un fico secco"!!
Se si dovesse davvero dar retta ai modi di dire, il fico sarebbe una di quelle cose che non valgono proprio niente: " ….non me ne importa un fico secco!! ". E invece, se vi è capitato di assaggiarne qualcuno, sapete benissimo che i fichi valgono, eccome se valgono!!
In Calabria, in particolare, il frutto viene raccolto e trattato con i guanti bianchi, sì da farne delle specialità esclusive, proposte in rete con il sistema del commercio elettronico da portali di prodotti tipici calabresi, giusto per garantire il vero prodotto indigeno di quelle terre; qui i fichi vengono, infatti, raccolti al giusto punto di maturazione, allorquando il caldo sole del mese di agosto ha compiuto per benino il proprio compito; in particolare, si scelgono quelli dalla buccia opaca e polpa morbida, dunque più tenera e dolce, e staccandoli dall’albero con il relativo peduncolo.
Passaggio successivo, ed altrettanto essenziale, è quello di farli essiccare naturalmente al caldo sole del periodo: il momento è semplice, ma richiede nel contempo il massimo dell’ attenzione, l’utilizzo di cannicci puliti sui quali riporli evitando il contatto tra frutti, con l'occhio del sìcono posto verso l'alto fino alla completa coagulazione del succo interno. In particolare, l’essiccamento esige il quotidiano rituale di rivoltare sistematicamente i fichi per un disseccamento omogeneo e graduale, eliminando quelli piccoli o macchiati, comprimendo quelli rigonfi per eliminare le sacche d'aria e proteggendo i fichi dalle impurità.
Un essiccamento ottimale richiede la perdita d'acqua di almeno il 30-35%.
Concluso l’iter dell’essicazione naturale, in Calabria il prodotto lo si conserva e gusta così, naturalmente, secondo antica tradizione che si tramanda da padre in figlio, per ricordare oggi sapori nati in luoghi incantati. La testimonianza della prelibatezza dei fichi secchi calabresi è nota dai tempi di Giovanni Pascoli, che quando insegnava a Messina non perdeva occasione di fare un salto in Calabria per assaggiare quelle prelibatezze; nondimeno, innamorato così tanto dal prodotto e preso dalle tentazioni della gola, nelle sue lettere si raccomandava con un collega della regione di spedirgliene molte, visto che ne andava così goloso da non poterne praticamente più far a meno.
Oppure riproponendo la ricetta magica dei fichi a crocette (i fichi “chini”), ove la filosofia seguita è quella della naturalezza assoluta, che si porta avanti negli anni secondo antica tradizione contadina, fatta di un mondo dalle regole semplici ma dal gusto genuino, povera di ingredienti per necessità ma nel contempo ricca di sapori. Quattro fichi uniti tra di loro a forma di croce, in mezzo due noci intinte nel miele di fico, il tutto poi cotto al forno.
E la voglia di sperimentare soluzioni sempre nuove, utilizzando al meglio questo fantastico frutto, ha portato a proporre poi versioni diverse di prodotto: come i fichi al cioccolato, offerte nelle diverse versioni bianco / nero, utilizzando solo ed esclusivamente puro cioccolato (..non quello da copertura, per intenderci!!), come questa delizia del palato giustamente merita.
In ogni caso, qualunque sia la tipologia di fichi secchi (naturali o più o meno elaborati) siamo certi che si tratta comunque di un prodotto salutare a 360°, per il contenuto di ferro, potassio e fibre, la tanta Vitamina A e Vitamina C, regalate in quantità ancora maggiori se i fichi sono secchi.
Dunque, una vera bomba di salute: altro che “un fico secco.”
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