16.04.2002 | Cultura e Tradizioni

Bufala e forno a legna per un cibo da godere

Tutto cominciò da Ulisse e dall'antica Troia per continuare a Vico Equense...

E´ stata tutta colpa di Ulisse e del suo cavallo. Tutto, forse, è cominciato da Troia e dalle sue mura, fumanti come la pira di un immane tragico banchetto. Enea scappava dalla sua patria distrutta portandosi in spalla il padre Priamo e per la mano il figlioletto Astianatte. La fuga per la sopravvivenza fu lunga e penosa: ad un certo punto Enea ed i suoi compagni, per la fame, furono costretti addirittura a mangiare i « piatti», i duri dischi di pasta che servivano di solito solo a fare da supporto al cibo( piatti che in latino si chiamano « mense»). Forse, chissà, fu proprio quella la prima « pizza» mangiata dal genere umano? Fu un abitante di Troia (honni soit qui mal y pense) l' antesignano dei pizzaioli di Vico Equense e Mergellina? Mi porto dietro dai tempi di scuola questo interrogativo a metà strada tra lo storico ed il gastronomico e me ne vanto con i miei figli: «Valgono più i miei sette anni di liceo classico- dico loro - che i miei sette esami di una facoltà di lettere piantata lì». Laurea o non laurea, liceo o non liceo, se non è vera certo è ben raccontata e anche la storia troiana rientra nel cumulo dei racconti e della fiabe legate al disco più famoso nel mondo, emblema gastronomico del nostro Tricolore. E chi mai potrebbe controllare se qualche quotidiano ottocentesco ha parlato della pizza Margherita che sarebbe stata dedicata alla regina? Quale mai giornale ottocentesco ha mai riportato la celebre frase dedicata alla sovrana, tutta classe e bellezza, che bianca decora l' entrata a mare di Bordighera:« Si dice che la regina Margherita mangiasse il pollo con le dita e noi che siamo italiani mangiamo il pollo con le mani?». Ma insomma, non aveva niente di meglio da fare? Perché nell' immaginario collettivo la moglie di un monarca viene ricordata per un piatto di povertà, la pizza, e per uno non ancora a disposizione di tutti, nell' Ottocento, come il pollo? Prendiamo, comunque, con beneficio di inventario pollo e pizza e, tra le tante cose che dobbiamo mandar giù, facciamo finta di nulla davanti ai giochi acrobatici che sembrano dover misurare la bravura dei pizzaioli che gareggiano a Napoli in questi giorni. Releghiamo tra gli orpelli e le sciocchezzuole della moda le giravolte dei bianchi dischi sopra le teste ed in mezzo alle gambe dei Gennaro e degli Esposito; releghiamo al cattivo gusto farcie e ripieni che non sono della tradizione italiana e del palato( dall' ananas alla Nutella) e godiamoci la pizza al meglio, con una lenta lievitazione ed ingredienti di massima qualità: acciughe grasse di casa nostra, olio a Denominazione d' Origine Protetta( visto che anche al G8 di Genova hanno condito con oli marocchini o turchi), mozzarella di bufala campana( in attesa che il ministro Alemanno restituisca al formaggio di vacca la più appropriata denominazione di « fior di latte»). Infine, il forno. Sulla porta di una pizzeria del paesone dove vivo, lessi una volta «....l'unica pizza di Bresso preparata con l' energia del gas metano». Quella pizzeria per fortuna ha chiuso dopo pochi mesi: chissà, se avesse adoperato la legna...
Edoardo Raspelli

FONTE: LA STAMPA

px
px
px
px
px
Web agencyneikos
Entra in MyVinit Chiudi
Email
Password
Mantieni aperta la connessione.
Non sei ancora registrato?