Ieri mattina sul sito di Repubblica si leggeva la prima news sugli OGM, purtroppo credo che le notizie non finiranno qui e continueranno passo passo fino alla completa introduzione di questo tipo di colture in Europa. Informatevi, parlatene e fatevi un’idea su queste tecniche di produzione. Riportiamo di seguito parti del testo tratte dal sito del quotidiano.
Sì alla patata modificata
La Commissione europea ha dato via libera alla coltivazione di Amflora, una patata transgenica prodotta dal gruppo tedesco Basf, mettendo fine a un embargo di dodici anni sulle nuove colture Ogm in Europa.
BRUXELLES - Via libera della Commissione Ue alla coltura in Europa, da parte del gruppo tedesco Basf, della patata transgenica Amflora, per uso industriale nonché l'utilizzo dei prodotti dell'amido della stessa come mangime. Una decisione che pone fine alla moratoria in vigore dal 1998. Si tratta del primo sì della Ue ai prodotti Ogm, dopo anni di dibattiti e seri dubbi sulla natura di questo tipo di coltivazioni.
Il via libera sarà accompagnato dal lancio del dibattito politico sul futuro del dossier degli Ogm nell'Ue seguendo la linea del presidente della Commissione europea Josè Manuel Barroso, il quale ha dichiarato nelle scorse settimane "di non voler imporre la coltura degli Ogm in Europa". Oltre alla patata Amflora, che è stata autorizzata per la coltura e per l'alimentazione degli animali, sono state approvate anche altri tre nuove varietà di mais Ogm, tutte destinate all'importazione e la commercializzazione per l'alimentazione degli animali.
La patata Amflora, modificata in modo da avere un maggior contenuto di amido, è stata a lungo al centro di una controversia fra l'Efsa (Autorità Ue di sicurezza alimentare), con sede a Parma, che ha dato il suo via libera 'tecnico', e le due autorità sanitarie, europea e mondiale, l'Emea (agenzia Ue del farmaco) e l'Oms. La controversia riguardava la presenza, nell'Ogm, di un gene 'marker' che conferisce resistenza a un antibiotico importante per la salute umana. L'Efsa ha dato il suo via libera nonostante il fatto che la direttiva Ue 2001/18, relativa al rilascio deliberato di Ogm nell'ambiente, proibisca espressamente l'autorizzazione per gli Ogm contenenti geni di resistenza ad antibiotici importanti per la salute umana.
La patata Amflora, il tubero geneticamente modificato, inizierà a essere prodotta nel corso di quest'anno. Lo ha annunciato il gruppo tedesco Basf, dopo il via libera di Bruxelles. La patata Ogm produce amilopectina pura, uno dei componenti dell'amido, che viene utilizzata per la produzione di carta, calcestruzzo e adesivi. "Non è previsto alcun utilizzo alimentare", ha precisato il gruppo, che aveva presentata la prima domanda di autorizzazione per l'Amflora già nell'agosto del 1996.
Le reazioni. E a proposito di "stop alla moratoria" arriva la risposta del ministro italiano alle Politiche agricole alimentari e forestali. Luca Zaia ribadisce infatti "che l'Italia proseguirà nella politica di difesa e salvaguardia dell'agricoltura tradizionale e della salute dei cittadini". Dura la reazione di Legambiente che in una nota definisce assurda la fine dell'embargo sulle colture geneticamente modificate che "vanifica gli sforzi e gli investimenti di tutti coloro che hanno creduto nel Made in Italy e nella ricerca della qualità e delle eccellenze". Dello stesso avviso anche i Verdi secondo i quali "La decisione della Commissione europea è inaccettabile. Per questo siamo pronti a presentare un quesito referendario già dalla prossima settimana per evitare che gli Ogm vengano coltivati in Italia".[1]
Era inevitabile pensare che la notizia di ieri avrebbe aperto discussioni sull’argomento, per questo riportiamo alcuni pareri in merito.
Ogm, pro e contro. “I sostenitori degli Ogm – . si legge sul sito Agricoltura italiana on line - affermano che utilizzando semi Ogm aumenti la resa dei campi, il rovescio della medaglia è però che i contadini si ritrovano ad usare dei semi brevettati che devono acquistare di anno in anno, dalle multinazionali. C’è poi il problema della contaminazione: chi decide di essere Ogm-free rischia di avere comunque un raccolto Ogm se nei campi limitrofi vi sono tali coltivazioni”. “La sfida per il futuro non è facile – prosegue la rivista del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali -, secondo stime delle Nazioni Unite la popolazione mondiale crescerà del 34% e nel 2050 il pianeta si troverà dover sfamare 9,1 miliardi di persone. Secondo alcuni solo gli Ogm possono soddisfare questo bisogno, secondo altri è necessario puntare sulla qualità e sul benessere alimentare di tutti, solo così il mondo potrà salvarsi”.
La Coldiretti rileva invece in una scheda che con il via libera alla patata Amflora e alle tre varietà di mais ogm gli organismi geneticamente modificati autorizzati in Europa salgono a 35: 19 di mais, 6 di cotone, 3 di colza, 3 di soia, uno di barbabietola, uno di patata, un microrganismo. Nessun cibo ogm è presente sugli scaffali dei supermercati europei. Sempre la Coldiretti ricorda che nel 2009 gli affamati nel mondo sono cresciuti del 9% arrivando alla vetta di 1,02 miliardi, il livello più alto dal 1970 secondo la Fao, nonostante l'aumento del 7% dei terreni coltivati con Ogm. Il pressing delle multinazionali ha avuto successo nei paesi meno sviluppati, dove però le coltivazioni Ogm non solo non hanno risolto il problema della fame, ma - continua la Coldiretti - hanno anche aggravato la dipendenza economica dall'estero.
Gli esperti cosa dicono?
Consentendo gli Ogm “si rischia di avere un paese le cui coltivazioni sono in mano alle multinazionali che tendono ad una agricoltura industriale e a monocultura”: è quanto dichiara a Agricoltura italiana on line Marcello Buiatti, del Dipartimento di biologia animale e genetica dell’università di Firenze. Buiatti porta l’esempio dell’Argentina, che “ha dato il permesso di coltivare soia sul suo territorio. Ora si hanno estensioni immense di monoculture, i contadini locali si trovano a dover lavorare per la multinazionale (Monsanto, ndr) sottopagati e lavorano solo un
mese l’anno. Le conseguenze sono disastrose”.
Di parere opposto Paul Collier, professore di economia e direttore del centro studi sulle economie africane all’università di Oxford. In un saggio pubblicato poco più di un anno fa sulla rivista Foreign Affairs, Collier sostiene che l’impennata mondiale nei prezzi dei prodotti alimentari si può risolvere in tre mosse: puntando sulle grandi industrie agricole, abolendo ogni forma di protezionismo e sussidio, e infine sdoganando una volta per tutte i prodotti geneticamente modificati. Nel suo saggio pubblicato sulla prestigiosa rivista di politica estera nordamericana, Collier sceglie la strada del pragmatismo. Il punto di partenza è l’impennata dei prezzi dei prodotti alimentari, che dal 2005 sono cresciuti dell’83%, innescando l’allarme della crisi alimentare in tutto il mondo.
La vera sfida, scrive Collier, “non sta nella difficoltà tecnica del riportare a buon mercato il prezzo del cibo, ma nella difficoltà politica del far fronte ai gruppi di interesse e alle illusioni sulle quali poggiano le attuali politiche alimentari”. “Nutrire il mondo”, per Collier, comporta tre fasi: in primo luogo, il mondo ha bisogno di più agricoltura commerciale e non meno. Secondo lo studioso bisognerebbe estendere ad aree in cui la terra è “sottoutilizzata” il “modello brasiliano, che prevede grandi aziende agricole altamente produttive”. La seconda priorità, che secondo Collier farà storcere il naso a molti “romantici” (come li chiama lui), è tecnologica: “il mondo ha bisogno di più scienza, l’ostracismo europeo e di conseguenza africano sui cereali geneticamente modificati sta rallentando il cammino della produttività agricola dinanzi a una domanda che invece cresce”. E secondo Collier la risposta è solo una: accrescere drasticamente l’offerta di cibo.[2]
[1] Fonte: http://www.repubblica.it/ambiente/2010/03/02/news/ogm-2479142/
[2] Fonte: http://www.rassegna.it/articoli/2010/03/02