Un auspicio perché Iglesias ritorni ai tempi passati, quando la produzione vitivinicola rappresentava una buona fetta dell’economia cittadina. «Oggi - fa sapere il presidente della Confraternita, Andrea Aru, della società Agricola Aru - si trasformano dai 5000 ai 6000 quintali l’anno. Ma quest’annata è a rischio per la muffa grigia, quindi bisogna stare attenti». Un’inezia rispetto agli anni Sessanta quando funzionava la cantina sociale nei cui impianti si producevano milioni di litri di vino “Cixerri”.
Ma i piccoli produttori non demordono. Si sono riuniti in Confraternita e, da un lustro, mettono a disposizione i loro prodotti, promuovendo il vino locale. «Quest’anno - spiega Giovanni Carzedda - hanno partecipato in 42, l’anno scorso eravamo dieci in meno. Anno dopo anno la manifestazione cresce d’interesse e raccoglie nuove adesioni». E così sono ricomparsi moscato e vernaccia. Però, nessun concorso di vini. Soltanto un momento di aggregazione (con attestato) e di confronto del prodotto e delle tecniche di produzione. Annibale Schirru, per esempio, è orgoglioso del suo “Alicante passito”: «Servono cinque chili di uva per un litro.
In molti hanno tentato inutilmente di imitarlo». Gli “Amici del vino buono” (Antonio Mura, Antonio Lai, Piero Carta, Michele Loi, Peppino Patta, Gianni Gonnesu) acquistano l’uva nel nuorese e poi la trasformano in Cannonau. «Qui - dicono - ce n’è sempre meno». Mario Maccioni, di Gonnesa, si è presentato con le sue bottiglie di Monica (prodotte con l’uva di Spagna). Angelo Demontis, sommelier professionista, è entusiasta. «Sono queste le iniziative che danno il futuro al settore». Da Tempio sono arrivati i rappresentanti della Confraternita del moscato, con Ilario Colombelli, mentre il salumificio “Rovajo” di Desulo ha messo a disposizione i salumi.
Fonte: L'Unione Sarda |