Nell'Oltrepò Pavese, terra di famosi vigneti e nobili vini, si è svolto un Convegno sui ''Sistemi innovativi di Controllo per l'Individuazione di Territorialità e Caratterizzazione Varietale dei Vini''. Nell'ambito del seminario sono stati presentati quegli enti ed istituzioni che in Italia sono in grado di condurre analisi e verifiche mirate a definire, e quindi garantire al consumatore, sia le qualità organolettiche che la territorialità e la caratterizzazione varietale dei vini italiani. |
Si è chiuso il 28
ottobre a Torrazza Coste presso
il Centro di Riccagioia,
ERSAF, il Convegno organizzato dal
Gruppo di lavoro Biotecnologie di AIDIC
e da International Projects per
presentare quegli enti e istituzioni che, in base ad una ricerca
condotta dai promotori nei mesi scorsi, sono stati individuati come
i 'presidi di eccellenza' che in Italia
sono in grado di condurre analisi e verifiche mirate a
definire, e quindi garantire al consumatore, sia le qualità
organolettiche che la territorialità e la caratterizzazione
varietale dei vini italiani - un patrimonio che nel nostro paese
vanta cultura antica, grandi tradizioni e qualità altissima. Numerosi e altamente qualificati gli interventi, che hanno fornito una panoramica esaustiva sui risultati di ricerche scientifiche che hanno permesso di innovare i sistemi di controllo e le diverse possibilità di analisi: i lavori sono stati aperti dal Presidente del GdL Biotecnologie di AIDIC, Ing. Enrico Bardone. Il Sen. Stefano Losurdo, della Commissione Agricoltura del Senato, ha concluso, poi, i lavori con una tavola rotonda che ha visto vari rappresentanti del settore, della stampa e della consulenza fare il punto della situazione economica e delle strategie operative a livello di filiera. In particolare, è stata evidenziata l'importanza della formazione di tecnici preparati e qualificati e la necessità di coordinamento e collaborazione delle cantine e delle imprese della zona per la protezione della tipicità e biodiversità dei propri vini. In chiusura, il Sen. Losurdo ha illustrato a grandi linee la proposta di riforma della Legge 164, e sollecitato i viticoltori a manifestare le esigenze specifiche del settore mirate alla valorizzazione del territorio, alla salvaguardia delle colture storiche, alla sostenibilità del prodotto dell'Oltrepo Pavese. Gli interventi che si sono succeduti nella mattinata hanno esaminato vari temi. E. Garcia Moruno, del CRA - Istituto Sperimentale per l'Enologia di Asti, ha posto il focus sulla caratterizzazione dei microrganismi del vino, un aspetto di comune interesse per produttori e consumatori: partendo dal Regolamento Europeo 178/2002 che introduce nel diritto alimentare il principio della rintracciabilità degli alimenti, il relatore ha sottolineato come, nei vini, rivesta notevole importanza la possibilità di poter identificare la microflora responsabile delle fermentazioni alcolica e malolattica.
Dal laboratorio al terreno: Gabriella Pocsfalvi, del Centro di Spettrometria di massa del CNR - Istituto di Scienze dell'Alimentazione di Avellino, ha parlato dell'influenza delle pratiche di vinificazione sulla concentrazione delle Terre Rare in vini bianchi mediante ICP-MS. Allo scopo, sono stati selezionati e analizzati vini di riferimento non trattati per mimare, in condizioni di laboratorio, i processi industriali di chiarifica, filtrazione e stoccaggio, utilizzando recipienti di diversi materiali. Dopo aver effettuato misurazioni, analisi e verifiche, i risultati ottenuti sono stati confrontati con i valori ottenuti su vini bianchi commerciali del territorio irpino, arrivando alla conclusione che il pattern delle Terre Rare può essere utilizzato soltanto per individuare l'origine geografica di vini giovani, non trattati. Giacomo Mazza, di Enosis Meraviglia di Fubine (AL) ha invece approfondito l'argomento relativo ai metaboliti secondari dell'uva e del vino. I metaboliti secondari dell'uva e del vino sono in grado di definire le differenze varietali tra le diverse cultivar di Vitis vinifera e vengono così a costituire un efficace mezzo di caratterizzazione e rintracciabilità della denominazione di origine. Infatti, la permanenza di alcuni metaboliti secondari della classe dei composti fenolici e di quelli aromatici aiuta a riconoscere il vitigno: un mezzo dunque importante per definire - in un sistema dinamico complesso come è il vino - le origini varietali dello stesso. La valutazione di elementi minerali e rapporti di isotopi stabili di bioelementi nella caratterizzazione di origine dei derivati dell'uva è stato il tema dell'intervento di G. Nicolini del dipartimento Qualità Agro-alimentare del Centro Sperimentale dell'Istituto Agrario di s. Michele all'Adige (IASMA). Lo studio degli elementi minerali nei vini è tradizionalmente stato affrontato in relazione agli effetti su stabilità, tossicità, et alia. Ma negli ultimi anni l'analisi dei microelementi ha ampliato le motivazioni della sua realizzazione e anche nel settore enologico si è diffuso l'utilizzo di vari elementi e loro isotopi
Norme e regolamenti hanno mirato a rispondere a queste esigenze
specifiche del mercato e, per il settore vinicolo in particolare. L'Unione Italiana Vini ha elaborato un modello di organizzazione dei
processi aziendali che pone l'accento sulla definizione di
indicatori di prestazione dei processi,
sulla ridefinizione dei ruoli e,
nel caso di coinvolgimento dei diversi attori di filiera, sull'integrazione
fra le interfacce organizzative.
I testi
completi delle relazioni presentate al Convegno saranno a
breve disponibili sul sito
AIDIC, per
consultazione.
-- Per ulteriori informazioni: Segreteria AIDIC Tel. 02.70608276 Fax 02.59610042 E-mail: g.poli@aidic.it Ufficio Stampa: E-mail: fbendoni@libero.it |