Le ragioni sono tante, non ultima la consapevolezza che in Italia le
Olimpiadi – invernali come estive – fanno tappa ogni 40-50 anni e
pertanto sono un evento che va ricordato e
celebrato. E poi c’è il significato che sta dietro
all’evento sportivo, la fratellanza tra i popoli, l’importanza
dell’essere presenti, del partecipare e dell’essere in qualche modo
protagonisti anche senza primeggiare.
Così Barbaresco ed il suo Comune hanno deciso di onorare le
Olimpiadi di Torino 2006 con tre segni tangibili di saluto, due modi
per essere vicini all’evento ed alle zone dove si svolgono le gare.
All’Amministrazione Comunale era parsa una bella
iniziativa quella di collocare sulla torre medioevale
che caratterizza il paese un gigantesco simbolo delle
Olimpiadi, vale a dire i cinque cerchi illuminati in
modo che si potessero vedere sia di giorno che di notte.
Sembrava un bel gesto di saluto e di partecipazione
all’evento sportivo. |
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Poi, le voci e le notizie sull’impossibilità di usare
“in modo improprio” parole e simboli che in qualche modo facessero
riferimento alle Olimpiadi stesse e, quindi, il rischio di essere
denunciati per sfruttamento di un’immagine non propria, ha fatto
cambiare idea.
Dopo aver cercato – con scarsi risultati - di contattare il Comitato
organizzatore dei Giochi, telefonando più volte all’ufficio
incaricato dei rapporti con il territorio, il Comune – che condivide
lo spirito delle Olimpiadi - ha deciso comunque di fare festa,
cambiando strategia e simbologia.
Sulla torre di Barbaresco
sono stati collocati cinque cerchi –
allineati ed illuminati - del diametro di 170 centimetri
che raffigurano altrettanti acini di uva Nebbiolo e con questa
simbologia viticola legata al Barbaresco ed a Barbaresco il Comune
saluta l’evento olimpico Torino 2006.
Per certi versi è stato un ripiego, ma – fuor di ogni spirito
polemico – va visto soprattutto come un modo originale per dire che
anche Barbaresco e la sua gente sono solidali con il vero spirito
olimpico e salutano con ammirazione tutti coloro che vi partecipano.
I Formaggi della Val Susa a Barbaresco
I Ristoranti del Comune di Barbaresco rendono omaggio ai Giochi
Olimpici Invernali di Torino 2006, proponendo in abbinamento al
grande vino Barbaresco una serie di rari formaggi provenienti dalle
“montagne olimpiche” della Val di Susa.
I formaggi proposti sono cinque
(Toma della Valle Susa, Toma dal Lait Brusc, Rebroson della Valle
Susa, Toma di pecora e Toma Blue) e provengono dal caseificio di
Beppe Giovale di Giaveno, che ha allevamenti e pascoli sulle
montagne della Val Susa.
Fino al 26 febbraio 2006
i ristoranti di Barbaresco Antica Torre,
Antiné, Bric Turot, Casa Nicolini, Rabayà e Vecchio Tre Stelle
proporranno nei loro menù la selezione di questi cinque formaggi
speciali targati Val di Susa in compagnia di uno splendido calice di
vino Barbaresco.
I Formaggi della Val Susa a Barbaresco
Toma della Valle Susa
Ingredienti: Latte vaccino, sale, caglio.
Classica toma d’alpeggio. La stagionatura va da un minimo di 90
giorni e si può protrarre anche parecchi anni. L’affinamento può
avere varianti con: vinacce nobili di uve rosse- Barbaresco o
Barolo- timo, serpillo o ginepro. Si presenta in forme grandi che
vanno da un peso di Kg 6 ad un massimo di Kg 10 circa.
Toma dal Lait Brusc (latte acido)
Ingredienti: latte vaccino, sale, caglio.
Il latte si fa inacidire in modo naturale. Questo cambia dalla
stagione, dal clima e dalla temperatura. La stagionatura va da un
minimo di 90 giorni e può essere stagionato oltre un anno. Forme da
Kg 5 a Kg 8 circa.
Rebroson della Valle Susa
Ingredienti: Latte vaccino, sale, caglio e sulla crosta, carotene.
Formaggio che si produce da sempre sull’arco alpino dalla Valle Susa
alle Valli di Lanzo, cugino del più famoso Reblochon d’oltralpe. Il
formaggio è morbido e le forme vanno da un peso di 400 grammi c.a. a
600 grammi circa.
Toma di pecora
Ingredienti: Latte ovino, sale, caglio.
La stagionatura va da un minimo di 90 giorni ad un massimo di 15-18
mesi. Le forme sono di circa Kg 3.
Toma Blue
Ingredienti: Latte caprino, sale, caglio, penicilium.
La stagionatura va dai 90 giorni ad un massimo di 180. Le forme sono
di circa Kg 2.
Le Olimpiadi in Enoteca
Per tutto la durata dei Giochi nei locali dell’Enoteca
Regionale del Barbaresco, nel centro del paese stesso,
sarà installato un grande schermo da cui si potranno seguire tutte
le gare e gli eventi delle Olimpiadi, in diretta… magari
sorseggiando un calice di Barbaresco d’annata.
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