È questa la
sollecitazione lanciata dall’assessore regionale al turismo
Enrico Bertossi ai produttori
vitivinicoli intervenuti alla tavola rotonda organizzata dal
Consorzio Colli Orientali del Friuli
e dalla Banca di Credito Cooperativo di
Manzano nella chiesa di San Francesco a Cividale (UD) sul
tema “Il vino autoctono nella promozione
del territorio. Vitigni antichi ed internazionali a confronto nel
Vigneto Chiamato Friuli”.
“Sappiamo che il Friuli Venezia Giulia nel settore vitivinicolo non
può contare su grandi numeri - ha sottolineato il presidente del
Consorzio Colli Orientali del Friuli
Adriano Gigante - e diventa difficile fare marketing se
non si punta sulla promozione di un’immagine unitaria e facilmente
identificabile con il territorio. Oltre che al continuo
miglioramento della qualità del vino, i produttori devono lavorare
anche all’unità d’intenti. In una recente esperienza promozionale a
Roma ci è stato detto che i nostri vini sono acquistati non solo
perché sono buoni, ma anche perché prodotti da persone serie che ha
fatto dell’affidabilità il loro stile di vita. È questa la strada da
percorrere per il futuro”.
A riprova dell’alta qualità raggiunta dai vini dei Colli Orientali
del Friuli, il Consorzio ha organizzato al termine della tavola
rotonda una degustazione di 30 autoctoni ed internazionali premiati
nelle principali guide del 2005, proposti in abbinamento a prodotti
tipici quali il prosciutto di San Daniele, il formaggio Montasio, la
trota affumicata di San Daniele e la gubana.
Alla tavola rotonda, aperta dai saluti del presidente della Banca di
Credito cooperativo di Manzano Pierluigi
Zamò, è intervenuto in qualità di moderatore il
giornalista Bruno Pizzul che ha
sottolineato come “tutti ormai hanno imparato a fare vino buono, ma
bisogna combattere il rischio dell’omologazione e sapersi
distinguere. Il vino non va mai interpretato per quello che c’è nel
bicchiere, ma conoscendo le storie delle persone che stanno dietro a
quel vino”. Vivi consensi sono venuti dal pubblico per l’intervento
del giornalista e scrittore Carlo Cambi
che si è soffermato sulle strategie di marketing per vino e
territorio, ricordando come l’orgoglio dell’identità sia oggi
l’elemento più importante per vendere un prodotto.
“In un paese come l’Italia dove, negli ultimi 50 anni, il reddito
disponibile per i consumi alimentari è sceso dal 48% al 22% e il
consumo di vino è sceso da 100 a 48 litri pro capite, non si può più
pensare di continuare a crescere e vendere solo il vino – ha
proseguito -. Bisogna iniziare a vendere un’idea di consumo,
l’“idea” del vino.
Non siamo più nel mercato del prodotto, bensì nel mercato del valore
e in questo contesto gli autoctoni possono fare la differenza,
perché possiedono i valori aggiunti dell’identificazione e della
specificità legate al territorio. Oggi quando si va all’estero non
si esporta più solo un prodotto, ma una cultura, un territorio e la
materializzazione di un nostro modo d’essere. Tre sono i parametri
da tenere in considerazione per chi fa marketing del territorio:
l’identità, la specificità e la qualità. La sfida per il futuro è
decidere che tipo di immagine si vuole dare al proprio vino in
rapporto al territorio e scegliere 2-3 vini sui quali puntare”.
Per informazioni:
CONSORZIO TUTELA VINI “COLLI ORIENTALI DEL
FRIULI”
VIA G.B. CANDOTTI, 3 - 33043 CIVIDALE DEL FRIULI (UDINE)
TEL. 0432-730129 FAX 0432-702924
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