19.03.2002 | Prodotti Tipici

Alimenta rilancia il Tocai

Anche questa edizione di Alimenta, il 16º Salone nazionale delle specialità agroalimentari, della ristorazione e delle attrezzature, ha dunque chiuso i battenti con successo, confermandosi un’occasione importante per la valorizzazione delle tipicità nostrane e non solo, in quanto quest’anno anche altre regioni (Campania, Puglia, Lazio e Sicilia) hanno messo “in tavola” la ricchezza del loro agroalimentare.

E se ha offerto l’occasione per la presentazione ufficiale della prima Docg del Friuli-Venezia Giulia – quella del Ramandolo prodotto sui Colli orientali tra Nimis e Tarcento –, la Fiera di Udine ha avuto come filo conduttore la complessa questione del Tocai friulano, tanto che proprio Alimenta ha costituito una sorta di “trampolino” per il rilancio in grande stile della problematica legata alla difesa del nome, al fine di non perderlo dopo il 2007.
Se n’è parlato, nel corso della stessa cerimonia inaugurale del Salone, presente il viceministro per le attività produttive Adolfo Urso. E’ riemerso così il contenzioso con l’Ungheria alla luce anche degli sviluppi registrati a Budapest durante il recente vertice con il presidente del consiglio Silvio Berlusconi. «Bisogna - ha detto Urso – recuperare il terreno che precedentemente è stato perso». Ma l’esponente di Palazzo Chigi ha ricordato non solo la “vicenda Tocai” («gli accordi presi nel 1992 ci hanno messo in difficoltà nella trattativa bilaterale»), ma più in generale la difesa del prodotto tipico italiano di qualità - nei rapporti bilaterali, a livello Ue e Wto - «quale vera e propria frontiera del governo a tutela degli interessi dei produttori italiani».
Urso - secondo il quale le prossime settimane saranno decisive per capire «fino a che punto sarà possibile recuperare il terreno perduto con l'Ungheria» - ha ricordato anche la trattativa sui vini e sulle menzioni degli stessi in sede europea. «È intenzione del governo non recedere su questo - ha detto Urso - perchè siamo convinti che questa sia la via futura per la produzione italiana». Urso ha al riguardo spiegato che nella recente riunione del Wto, in Qatar, «il governo italiano è riuscito a far inserire quale obiettivo del nuovo round Wto di Ginevra il riconoscimento e la tutela dei prodotti tipici di origine controllata e geografica, dei vini e degli alcolici, ma anche degli altri prodotti agroalimentari. Per ottenere il massimo in queste trattative - ha aggiunto il viceministro - è necessario che non si receda dalle posizioni già conseguite in sede europea». Urso ha dunque spezzato una lancia in favore del mantenimento della denominazione Tocai. «Credo che ci sia la possibilità per salvare il nome - ha ribadito il viceministro -, ma obiettivamente credo che bisogna essere consapevoli che si tratta di una difficile contesa internazionale, anche se con un governo amico. Pensiamo che sia possibile raggiungere un’intesa nei prossimi mesi. Dobbiamo però aspettare le elezioni in Ungheria - ha aggiunto - per poter poi proseguire nelle trattative che a mio avviso potranno giungere in porto in modo soddisfacente».
Infine, Urso ha affermato che quello del riconoscimento dei prodotti Doc è la battaglia principale che il governo italiano sta svolgendo in tutti i consessi internazionali: sia nei rapporti bilaterali (Ungheria per Tocai) sia all’ interno dell’Ue (menzione dei vini tipici italiani), sia in sede Wto «dove abbiamo inserito il problema del registro internazionale per i prodotti tipici e la loro tutela - ha spiegato Urso - che varrà poi in tutti i paesi del mondo, compresa la Cina. Questa è l’offensiva del governo italiano per veder riconosciuti il prodotto di origine controllato, e quindi di qualità, che noi crediamo possa essere davvero - ha concluso Urso - la via del futuro per l’intera industria agricola italiana».

FONTE: IL MESSAGGERO VENETO

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