Rosciano (PE) Febbraio 2014 – “E perché meno ammiri la parola, guarda il calor del sole che si fa vino, giunto a l’omor che de la vite cola”, recitava Dante Alighieri nel XXV canto del Purgatorio, lo stesso calore del sole che diventa vino, che diventa Inferi.
Rosciano (PE) Febbraio 2014 – "E perché meno ammiri la parola, guarda il calor del sole che si fa vino, giunto a l'omor che de la vite cola", recitava Dante Alighieri nel XXV canto del Purgatorio, lo stesso calore del sole che diventa vino, che diventa Inferi.
Il nome, pensato volutamente per contrapporsi al Trebbiano "Altare", venne registrato dopo quattro lunghi anni, perché per un Codice Canonico del Seicento, presente nella legge italiana,
la parola "Inferi" poteva ledere la morale cattolica.
Nato da uve Montepulciano, cresciute su terreni ricchi di argilla ed esposti a sud, da cui si ottengono uve molto ricche di estratti e zuccheri, viene realizzato utilizzando il metodo Ganimede per la fermentazione alcolica, sostando in vasche d'acciaio per circa 18 mesi per passare poi nel legno delle barrique per ulteriori 18 mesi, nel periodo di affinamento.
Le piccole botti vengono continuamente girate, garantendo l'ossigenazione necessaria e, allo stesso tempo, evitando eventuali ossidazioni. A chiudere il percorso altri 6 mesi in bottiglia, prima di essere pronto.
Il passaggio dall'acciaio al legno, queste due forti contrapposizioni, sono la forza di Inferi, e dal loro "matrimonio" nasce un vino dal colore rosso rubino, con profumi intensi, prorompenti, con note di vaniglia, tabacco, liquirizia, che gli donano un sapore persistente, caldo e armonico.
Inferi nasce così, oltre che dal sogno, dalla tenacia e dall'impegno di un padre e un figlio, Dante ed Enrico Marramiero, nel realizzare un prodotto che rappresentasse l'eccellenza dell'Azienda di Rosciano, l'eccellenza di Marramiero.