Le Saline di Cervia e le Terme: storia, ambiente e tradizioni
Prezioso come il sale. Sale come oro, utilizzato come moneta di scambio da
tempi antichissimi. Chi controllava il commercio del sale si assicurava il
potere, e molte guerre sono state combattute per il dominio sulle vie del
sale. Cervia, piacevolissima cittadina di vacanze balneari sulla Riviera
Adriatica, ha con le sue saline un rapporto simbiotico, fatto di fatiche e
dolori, che data dalle sue remote origini.
Etrusche o greche d'origine, è certo che le saline erano sfruttate già in
epoca romana, quando la città si chiamava Ficocle, in greco "luogo famoso
per le alghe". Questo nucleo fu distrutto nel 709 d.c. dall'esarca
Teodosio e gli abitanti decisero di ricostruire la città in mezzo alle
saline, dandole il nome di Cervia. A causa della malaria, i Cervesi si
ridussero a poche centinaia d'anime alla fine del XVII secolo.
Lo Stato Pontificio, allora padrone di Cervia e delle sue saline, decretò
nel 1697 di ricostruire la città nel luogo attuale. Oggi è già in avanzata
fase di realizzazione il progetto di un parco archeologico-naturalistico,
che darà modo ai visitatori di scoprire il sito della vecchia Cervia.
Anche la produzione del sale sta per essere ripristinata, consentendo alle
saline di tornare ad essere una voce attiva nell'economia della città,
oltre che un biotopo di alto valore ambientale.
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Chi passa sulla
Statale 16 Adriatica, all'altezza di Cervia, noterà a destra un
piatto panorama di specchi d'acqua.
Bisogna entrarci, in questo paesaggio di geometrico ordine,
percorrendo la strada che porta verso Forlì, per immergersi in un
universo sospeso tra terra e cielo. L'ecosistema delle saline di
Cervia è l'ultimo tassello meridionale del vasto mosaico ambientale
del Parco Regionale del Delta del Po. |
Estese su una superficie
di 827 ettari, a 3 km dal mare, sono circondate da un canale circolatorio
lungo 14 km.
In salina ci si va per fare una salutare escursione naturalistica, da
combinare con una visita al Museo della Civiltà Salinara di Cervia, (nei
locali dell'ex pescheria, nella centralissima Piazzetta Pisacane), che
darà un senso storico all'ambiente che si vede oggi. Si cammina adagio,
tra sentieri ed argini stretti, respirando a pieni polmoni un'aria
dall'odore strano, pungente di iodio e d'alghe. Ambiente difficile per le
piante, la salina è caratterizzata da una composita vegetazione alofila
(adattata a luoghi alcalini e salmastri), fra cui spicca la salicornia,
una succulenta utilizzata in passato dai Cervesi come verdura.
Sui riquadri d'acqua immobile, si specchiano le figure aggraziate degli
uccelli, che qui nidificano o sostano durante i percorsi migratori verso
il Sud.
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Riserva Naturale
di popolamento animale fin dal 1979, le saline ospitano
gabbiani, trampolieri (aironi, garzette), anatre selvatiche
(mestoloni, codoni), numerosi uccelli limicoli (Cavalieri
d'Italia, piovanelli, avocette), ed una rosea colonia di
fenicotteri. |
La monocoltura del sale
ha rappresentato l'unica importante attività economica di Cervia fino alla
fine degli anni '30, quando iniziò lo sviluppo del turismo.
I Cervesi lavoravano infatti come pescatori o salinari. In modo del tutto
empirico, i salinari scoprirono alcune importanti virtù terapeutiche del
loro duro ambiente di lavoro.
Le acque di salina sono ricchissime di sali minerali disciolti (magnesio,
jodio, potassio, bromo e calcio) e di varie sostanze organiche, che si
concentrano nella fanghiglia nera di sedimento.
I salinari, che lavoravano
per lunghi mesi con le gambe immerse nell'acqua e nel fango, non
soffrivano di dolori reumatici e le donne avevano fianchi snelli,
gambe asciutte e caviglie agili. |
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In caso di distorsioni o
artrite, il fango nero, spalmato sulla parte dolente e lasciato essiccare,
produceva benefici sorprendenti. Queste cure erano note praticamente solo
alle famiglie dei salinari, ma la fama dei fanghi di Cervia cominciò
presto a diffondersi e la Direzione delle Saline iniziò a concedere
permessi per la cura dei fanghi. In breve tempo, si creò un rudimentale
stabilimento termale.
Ci si calava in buche scavate nelle saline, ricoprendosi col fango di
sedimento. Una volta essiccato, il fango si lavava via con le acque
caldissime del "gemine", il canale di scolo che univa le due metà della
salina. Il nero fango usato dai salinari si è rivelato essere un rarissimo
"limo", ricco d'elementi biologici, del tutto simile ai fanghi neri del
Mar Morto, noti da millenni per le loro proprietà terapeutiche.
Nel 1960 fu costruito, in mezzo alla pineta di Cervia, l'attuale
stabilimento termale, che utilizza i preziosi fanghi prelevati dai bacini
saliferi e l'acqua madre, ossia quella che resta nei bacini dopo la
cristallizzazione del sale. Opportunamente diluita, è utilizzata per i
bagni e per cure inalatorie ed irrigatorie. I fanghi sono impiegati contro
dolori ossei, postumi di traumi, malattie dermatologiche, trattamenti
estetici.
AMBIENTE
Visite guidate alle Saline di Cervia
Gruppo Culturale Civiltà Salinara:
tel.3389507741 - 054471270
Cooperativa Atlantide
tel.0544965801
Giratlantide.net
Visite all'antica Salina Camillone,
dall'1 giugno al 15 settembre, giovedì e domenica pomeriggio. Ritrovo ore
17.30 al parcheggio di fronte alla Salina, SS254 direzione Cervia/Forlì.
La salina Camillone testimonia l'antico metodo di raccolta multipla e
lavorazione del sale, con gli attrezzi tradizionali. Per completare la
conoscenza dell'ambiente e della storia delle saline, non può mancare una
visita al Museo della Civiltà Salinara, nella centralissima Piazzetta
Pisacane, a Cervia.
SALUTE
Terme di Cervia -
(Azienda con sistema di qualità certificato Uni En Iso 9002). Viale
Forlanini, 16 - 48015 Cervia-Milano Marittima (RA).
Servizio Clienti Info 800-016245 Tel.0544992221 Fax 0544993140
www.terme.org - e-mail: infocervia@terme.org. Apertura da maggio a
ottobre. In novembre e dicembre sono disponibili trattamenti estetici e
fitness, la piscina e la palestra.
Trattamenti: fangoterapia e balneoterapia per artrosi diffusa,
massoterapia e riabilitazione neuromotoria, cure inalatorie-pneumologiche,
cure per la sordità rinogena, cure ginecologiche, fisiokinesiterapia,
percorsi vascolari, trattamenti estetici, programmi completi e
personalizzati per prevenzione menopausa ed osteoporosi.
MANGIARE
L'ottimo sale di Cervia, un sale "dolce", ricchissimo di preziosi
oligoelementi, è protagonista di menu a tema a lui dedicati dai
ristoratori cervesi nel corso dell'anno. Il sale cervese si acquista
presso il Museo della Civiltà Salinara, versando un'offerta libera. A
proposito di mangiare, va da sé che a Cervia si può gustare un'ottima
cucina marinara, ma non va dimenticata la tradizione della gastronomia
contadina. Il posto migliore?
Senza dubbio è la Casa Delle Aie.
Via A.Ascione, 4 - Savio di Cervia (RA) - Tel.0544927631. Chiuso il
mercoledì (periodo invernale). Ferie in ottobre.
Orario apertura: feriali dalle 19.00 alle 24.00, festivi dalle 12.00 alle
14.30 e dalle 19.00 alle 24.00.
Progettata nel 1790
dall'architetto Camillo Morigia, la Casa delle Aie nacque
come edificio funzionale ai lavori di sfruttamento delle risorse della
pineta: pigne e pinoli. La casa conservò questa funzione fino al 1917, poi
ci fu un lungo periodo di abbandono finché, nel 1966, passò in gestione
all'Associazione Culturale Amici dell'Arte di Cervia, che la recuperò e ne
fece la sede prediletta per serate conviviali e culturali, nello spirito
più autentico della "romagnolità".
Vero museo della civiltà rurale della gente di Cervia, la Casa delle Aie è
anche uno dei luoghi migliori in cui assaporare la vigorosa gastronomia
romagnola. Il menu è rustico, con qualche concessione a piatti di
stagione: piadina, pasta e fagioli, tagliatelle, cappelletti,
strozzapreti, castrato alla brace, baccalà in umido (in inverno),
ciambella, vini tipici regionali (Sangiovese, Albana, Trebbiano, Pagadebit).
Il venerdì, dall'autunno alla primavera, si può assistere alle serate
culturali, con recite in dialetto, stornellate e conferenze. Si mangia con
circa 20 euro tutto compreso.
EVENTI
Il legame ancestrale che lega gli abitanti di Cervia al loro mare
Adriatico, viene celebrato ogni anno fin dal 1445, con la suggestiva
cerimonia dello Sposalizio del Mare, che si svolge la domenica
dell'Ascensione (1 giugno). Il rito delle nozze con il mare, per favorire
i buoni auspici sulla navigazione e ribadire il dominio sulle vie di
commercio marittimo, deriva direttamente dalla Serenissima Repubblica di
Venezia, che nel XV secolo dominava Cervia.
La leggenda vuole che il Vescovo di Cervia Pietro Barbo (poi Papa
Paolo II), di ritorno in nave da Venezia, si imbattè in una furiosa
tempesta, calmatasi miracolosamente al lancio dell'anello vescovile in
acqua. Da allora, si ripete il rito propiziatorio del lancio dell'anello
benedetto dal Vescovo nelle acque dell'Adriatico.
La cerimonia cervese
prevede vari momenti di incontro con la tradizione e la cultura marinara
locale: la tradizionale regata "Cursa di Batell", cui prendono
parte le barche storiche da pesca dell'Adriatico - lance, lancioni,
bragozzi - con i loro scafi di legno decorato e le vivacissime vele
dipinte; la Festa dell'Anello Pescato (abili tuffatori provvedono
infatti a recuperare l'anello vescovile), con Cuccagna sull'acqua e
tradizionale "rustida" di pesce preparata dal Circolo dei
Pescatori.
Info:
Comunecervia.it
Chi è
Franca Spazzoli |
Romagnola DOC,
vive tra Cervia, Ravenna e Bologna. Laureata in Lingue all' Università
di Bologna, parla Inglese, Francese, Spagnolo, Tedesco e dialetto
romagnolo :)
Giornalista, appassionata di mare, viaggi, cucina, vini (è aspirante
sommelier), rum e sigari cubani, lavora da vari anni nel turismo,
occupandosi di comunicazione e promozione.
Collabora con il quotidiano di turismo al trade L'Agenzia di Viaggi ed
altre testate di settore.
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