Istituito nel 1988, il Parco Regionale del Delta del Po, con i suoi 60.000 ettari, estesi tra le provincie di Ferrara e Ravenna, dal Po di Goro a nord fino alle zone umide salmastre delle Saline di Cervia a sud, è il più esteso dei parchi regionali italiani, la Camargue nostrana. Autentico museo vivente di un antichissimo e fragile ecosistema, comprende un mosaico unico di siti protetti d'importanza internazionale, riconosciuti dalla Convenzione di Ramsar. | | La realtà ambientale così particolare del Delta, è strettamente intrecciata alle vicende umane e storiche che qui si sono stratificate nel corso dei secoli. Le tracce più antiche ci riportano al VI secolo a.C., all'epoca etrusca ed alla città di Spina, di cui sono riemerse le fondamenta, ma soprattutto i tesori della necropoli, ora conservati nel Museo Archeologico di Ferrara.Tutta la zona deltizia del Po era comodamente | | navigabile e l'Adriatico formava un grande golfo che s'insinuava all'interno dell'odierna pianura padana. Sulle rotte commerciali via mare che collegavano la Grecia, l'Oriente e le coste dalmate all'Europa centrale e settentrionale, si scambiavano sale, cereali, vino, ceramiche, bronzo ed ambra. Il sale, in particolare, restò la merce più preziosa della zona, oggetto di guerre territoriali per il suo monopolio, con Estensi, Veneziani e Stato della Chiesa principali attori delle contese. Dallo scalo portuale ravennate di Classe, la più grande base navale romana dell'Adriatico e del Mediterraneo orientale, voluta da Ottaviano Augusto, salpavano navi cariche di merci, che riemergono ai giorni nostri da terre che 15/20 secoli fa erano acque navigabili. | E' a questo passato che appartengono la Nave Romana di Valle Ponti - soprannominata "Fortuna Maris" - scoperta nei pressi di Comacchio e qui conservata nel Museo a lei dedicato, e la nave romana rinvenuta durante i lavori del Parco di Teodorico a Ravenna. | | | Dopo gli Etruschi ed i Romani, qui si stabilirono Goti e Bizantini, e la città di Ravenna sta ad eterna testimonianza del loro passaggio. Nel cuore del Delta, in epoca bizantina, sorse l'Abbazia Benedettina di Pomposa, uno dei più importanti centri religiosi e culturali dell'Alto Medioevo, tappa obbligata dei pellegrini in viaggio verso Roma. | | Furono proprio i Benedettini ad intraprendere le prime opere di bonifica delle aree paludose del Delta, così come ci provarono gli Estensi nel XVI secolo, ma il fiume e la natura rivendicarono il proprio dominio. Le bonifiche vere e proprie iniziarono nel XIX secolo, | con l'introduzione delle idrovore a vapore, ed il paesaggio mutò radicalmente nel giro di un secolo. Con la conquista di terre coltivabili, diminuì la miseria delle popolazioni locali, ma andò distrutto gran parte di un arcaico e prezioso ecosistema, di cui vengono oggi attentamente salvaguardati i pochi lembi residui. Tornando all'epoca in cui il Delta era un trafficato passaggio di navi e commerci, è d'obbligo fare tappa a Comacchio, centro vitale del Parco. Già l'etimo della città si riallaccia alla sua vocazione marinara: | Comacchio deriva forse da commeatulus, ossia piccolo raduno d'imbarcazioni, oppure da kumaculum, parola d'origine greca che significa piccola onda. Comacchio, sorta in epoca tardo-romana (non è provata la discendenza dal nucleo abitativo di Spina) su un gruppo di 13 isolotti, fu contesa nei secoli da vari dominatori (Bizantini, Longobardi, Veneziani, Stato Pontificio) attratti dal suo sale e dalle acque ricche di pesce. Come Venezia, Comacchio offre lo stesso fascino di città lagunare, sospesa sull'acqua con la grazia dei suoi ponti. | | | L'aspetto della cittadina come la vediamo oggi, risale alla prima metà del XVII secolo, quando il cardinale legato ferrarese Giovan Battista Pallotta volle creare per Comacchio un impianto urbanistico modello. Incaricato dei lavori fu l'architetto ravennate Luca Danese, che ha firmato il monumento simbolo della città, i Trepponti. Fotogenico in ogni condizione di luce e di prospettiva, il bellissimo ponte si compone di 5 ampie scalinate ad arco a tutto sesto, culminanti in un rialzo in bianca pietra d'Istria. Comacchio vive in simbiosi con le sue Valli, ambiente di straordinaria suggestione, che ha ispirato molti scrittori e registi, ed in cui si fondono natura, storia, vita e lavoro della comunità dei "piscatores comaclenses". Comacchio è il punto di partenza ideale per una fitta rete d'escursioni alla scoperta dell'universo delle Valli, dedalo di canali, dune, prati acquitrinosi e specchi d'acqua, che fu teatro della Trafila garibaldina. Alla fine del XIX secolo, le Valli si estendevano per 82.000 ettari, mentre oggi, dopo i prosciugamenti e le bonifiche, ne restano circa 11.000. Dalle Valli, i comacchiesi hanno sempre tratto il loro sostentamento, con un'intensa e faticosa attività di pesca, che ha nell'anguilla la sua regina, protagonista anche della gustosa gastronomia locale. Fino a tutto il dopoguerra, la pesca e la lavorazione delle anguille costituivano la principale risorsa economica del territorio, e la dura vita di lavoro dei pescatori è testimoniata nel Museo Civico delle Valli e nei tipici casoni da pesca, custoditi come museo di cultura materiale e meta di visite. La Regione Emilia Romagna ed il Comune di Comacchio, con il consorzio Azienda Speciale Valli di Comacchio, gestiscono oggi la risorsa Valli, ponendosi come obiettivi principali il recupero e la salvaguardia del prezioso ecosistema vallivo, e la sua valorizzazione economica, con le attività di turismo balneare e naturalistico. La pesca delle anguille, pur ampiamente praticata, resta in secondo piano rispetto ad un tempo e si basa ancora sull'ingegnoso sistema dei lavorieri, risalente al XIV secolo. | L'ANGUILLA | | Misterioso pesce-serpente, l'anguilla trova nelle Valli di Comacchio il suo habitat preferito, ed è unanimemente riconosciuto che le anguille comacchiesi, dalla carne tenera, grassa e saporita, sono di qualità notevolmente superiore alle cugine che risiedono in altre aree. | | Il ciclo vitale delle anguille inizia nel Mar dei Sargassi. Da qui, le ceche (anguille giunte al terzo anno di vita) intraprendono il loro atavico percorso migratorio che le porta a ricercare le zone deltizie dei grandi fiumi, per risalirli. Nelle acque tiepide, salmastre e ricche di cibo delle Valli di Comacchio, le anguille trovano la pastura ideale e crescono fino a raggiungere la maturità sessuale attorno agli 8-10 anni, quando cessano di alimentarsi, sentendo il richiamo irresistibile della migrazione in senso inverso, in direzione del Mar dei Sargassi, dove andranno a riprodursi e a morire. A seconda del loro peso e della dimensione, le anguille acquistano diverse denominazioni. A Natale, le vittime dei pranzi sono i capitoni (femmine!), lunghe anche più di 1 metro e del peso di circa 5 kg. Buratelle sono invece le specie più piccole, da fare fritte o in brodetto. Dono tradizionale natalizio per i Comacchiesi è un cestino di anguille guizzanti, secondo una tradizione antica, seguita anche dai Duchi d'Este. E' noto che il Duca Ercole d'Este spediva ogni anno a Natale alla Signora di Rimini 100 anguille salate, o meglio, marinate. | GASTRONOMIA Regina della gastronomia di valle è, ovviamente l'anguilla, cucinata in molti modi diversi, tutti ugualmente stuzzicanti ed appetitosi: anguilla a violino (arrostita sulla graticola, spaccata a metà), a braciolette, in brodetto a becco d'asino o alla Vallante (con pomodoro, aceto e cipolla, e verza in inverno) accompagnata dalla polenta, affumicata, marinata (parzialmente arrostita allo spiedo e posta in concia con sale, aceto e alloro). L'anguilla insaporisce anche un delicato risotto. Altri piatti tipici di valle: risotto con la folaga, fritto misto, acquadelle marinate, maccheroncini con le canocchie, grigliate di pesce. Come naturale accompagnamento di questi sapidi piatti, piuttosto grassi, si devono bere i Vini delle Sabbie o del Bosco Eliceo. Sotto questa D.O.C. rientrano vini di pregio prodotti da vigneti coltivati lungo la zona litoranea ferrarese e ravennate, chiamata "Bosco Eliceo". Sono 4 i vini del Bosco Eliceo: Fortana (da Uva d'Oro e altre uve a bacca rossa), rosso secco o amabile, talvolta vivace, ideale accompagnamento di piatti a base d'anguilla, cacciagione, carni grasse, primi piatti con sugo di carne; Sauvignon bianco secco o amabile, in abbinamento ad antipasti, primi e piatti di pesce; Merlot rosso, secco e sapido, da abbinare a bolliti e carni al forno; Bianco (Trebbiano+Sauvignon+Malvasia Bianca di Candia) secco o amabile, fresco e vivace, perfetto per accompagnare il risotto di folaga o di anguilla. I Vini delle Sabbie, i prodotti tipici ed i piatti della pianura ferrarese, sono le tappe di un viaggio di gusti e storia sulla Strada dei Vini e dei Sapori di Ferrara, che si articola in 3 itinerari: la Via del Grande Fiume; la Via delle Corti Estensi; la Via del Delta. Info tel. 0532 234251; e-mail: stradavinisapori_fe@yahoo.it. DOVE MANGIARE Ristorante Il Bettolino di Foce Località Foce, 4 - Comacchio (FE); Telefono 0533 314250 Specialità: Cucina tipica delle Valli di Comacchio, a base di pesce ed anguilla, cucinata in tutti i modi. Chiuso lunedì, ferie in gennaio e febbraio. Il Bettolino di Foce si trova a pochi chilometri a sud di Comacchio, sullo specchio d'acqua della Valle Fattibello, nell'incantata atmosfera lagunare delle Valli di Comacchio, sospese tra mare e cielo. Il Bettolino è un tradizionale casone di Valle, utilizzato nei tempi passati per la lavorazione delle canne e del legno. L'interno, rustico ed essenziale, è come un caldo abbraccio d'altri tempi, rallegrato dal camino in inverno e dalla veranda in estate. Qui si mangia la vera cucina tradizionale delle Valli di Comacchio, basata sul pesce di valle e sull'anguilla. Frittura marinata in sale e aceto, delicato risotto all'anguilla, sedanini alle canocchie, grigliate miste, fritto di valle, anguilla a becco d'asino (con pomodoro, cipolla e aceto), alla griglia, a violino. Da non perdere, per digerire un buon pasto in compagnia, un giro in battello sulla laguna, per fare birdwatching, e la visita al Museo delle Valli di Comacchio, di fianco al Bettolino. Chi è Franca Spazzoli | Romagnola DOC, vive tra Cervia, Ravenna e Bologna. Laureata in Lingue all' Università di Bologna, parla Inglese, Francese, Spagnolo, Tedesco e dialetto romagnolo :) Giornalista, appassionata di mare, viaggi, cucina, vini (è aspirante sommelier), rum e sigari cubani, lavora da vari anni nel turismo, occupandosi di comunicazione e promozione. Collabora con il quotidiano di turismo al trade L'Agenzia di Viaggi ed altre testate di settore. | | Tutti gli articoli di questa rubrica su:
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