Da una parte lo stabilimento Fiat robotizzato a Melfi dall’altra il castello di Lagopesole, splendida tenuta da caccia di Federico II. Da un lato le sorgenti di acqua minerale, dall’altro l’Aglianico e solo l’Aglianico.
Al centro Rionero in Vulture dove, per il terzo anno consecutivo, è stata organizzata la più importante mostra nazionale del turismo enogastronomico del Mezzogiorno: Aglianica, appunto. Si comincia giovedì pomeriggio alle 17 e si continua, tra assaggi, visite e degustazioni guidate, convegni, spettacoli, sino a domenica: una occasione unica per gli appassionati di incontrare e conoscere i numerosi produttori lucani protagonisti del rilancio del vitigno-simbolo del Sud.
È una delle nuove frontiere enologiche, riscoperta con sorpresa dagli esperti, dagli enologi e da aziende importanti: è recente l’acquisizione di dieci ettari a Barile da parte dei Feudi San Gregorio mentre il professore Luigi Moio ha «adottato» una giovane e promettente azienda di Rionero che sicuramente farà parlare di sé sulle guide: La Cantina del Notaio di Gerardo Giuratrabocchetti. Altre case storiche, come quella di Lucio e Donato D’Angelo, hanno iniziato un processo di diversificazione della produzione con la Tenuta Le Querce. Insomma, anche alle falde del vulcano spento lucano i tempi stanno cambiando e si annunciano interessanti novità tra i circa 5000 ettari vitati di questa doc che caratterizza la Basilicata per il fatto che è l’unica regione italiana ad identificarsi quasi completamente con un solo vitigno. Il disciplinare prevede che per essere riserva l’Aglianico deve avere almeno cinque anni di invecchiamento, ma la longevità di questi vino (se ben conservato) praticamente non ha termine.
Aglianica 2001, ideata e organizzata da Forum (telefono 0972 721795, sito internet www.aglianica.it), registra questa evoluzione attraverso il confronto con un altro territorio conosciuto soprattutto per i suoi rossi: il Piemonte. Sabato sera è previsto un «Piemonte talk show» guidato da Mario Trufelli, amministratore unico dell’Apt Basilicata, con la partecipazione di Luigi Dezzani, presidente del Consorzio di tutela dei vini d’Asti e Monferrato e di Mauro Carbone, vice direttore dell’Ept delle Langhe e presidente del Centro studi sul tartufo d’Alba. Seguirà la degustazione verticale di Barolo curata dall’Ept delle Langhe e da Go Wine.
Vino, certo. Ma non solo. La Lucania è famosa soprattutto per i suoi salumi, il freddo fa molto bene ai maiali, e i suoi formaggi tra cui ricordiamo il podolico e il pecorino di Moliterno giusto per citare quelli più conosciuti: laboratori del gusto organizzati dalla Slow food sono previsti tutti i giorni. Infine ampio spazio è riservato anche ai dolci tipici della zona. Tra le chicche, l’incontro di studio previsto domenica prossima alle 17 nell’Abbazia di San Michele a Monticchio Laghi sull’enogastronomia nella storia conventuale e la presentazione del progetto Aglianica Wine festival, due mesi di feste del vino del Vulture.
Che dire ancora? Non resta che prendere l’auto ed uscire a Candela in direzione di Potenza.
Insomma, il bicchiere vale la candela.