Pietra miliare della tradizione campana, nel corso del tempo è
divenuta punto fondamentale dell’economia vesuviana. Questa ad ogni
edizione risponde alle esigenze economiche e produttive dell’area
vesuviana commercializzando, come si faceva in passato, i prodotti
tipici locali tra cui i cereali, la canapa, il gelso, i vini, il
cotone, gli ortaggi, il tabacco e le nocciole. Risorsa economica
fondamentale, unisce tradizione popolare ed esigenze economiche.
Oggi la manifestazione fieristica è sostenuta dall’intera
amministrazione comunale ed in particolare dal sindaco Aniello
Catalano, dal presidente del Comitato Fiera, Francesco Scariello,
dall’Assessore alla Promozione del Territorio e alla Cultura, Angela
Rosaria Giugliano, dall’Assessore alle Attività Produttive, Angelo
Iervolino, e dai consiglieri Gennaro Giugliano e Michele Parisi.
Mentre l’organizzazione e la gestione dell’evento sono stati
affidati quest’anno, dal Comune di San Gennaro Vesuviano, oltre che
al Comitato Fiera, alla Tm pubblicità sas Nola, di Marianna Tufano,
società esperta nella programmazione di eventi di questo genere che
coordina, inoltre, la progettazione di fiere specialistiche su tutto
il territorio.
La manifestazione si terrà fino al 19 settembre ed ha potuto contare
sul contributo efficiente di tutte le forze del paese, dalle realtà
imprenditoriali alle associazioni.
TRADIZIONE E CULTURA: LA STORIA DI UNA
FIERA MILLENARIA
L’antica manifestazione folcloristica fu istituita nel
diciassettesimo secolo dal Marchese Scipione Pignatelli in occasione
della festa di S. Gennaro, protettore della Campania. Nei tre giorni
l’evento fieristico ospitava numerosissimi pellegrini – visitatori.
Durante il secondo giorno, il 19, ogni tipo di contrattazione o di
vendita si fermava per rispettare la sacra celebrazione della Santa
Messa, celebrata dal Padre superiore dall’alto del balcone del
Convento Francescano. Ai francescani si deve, in particolare, il
grande successo che nei primi secoli di vita raccolse la Fiera.
Infatti, i Frati Minori per la tre giorni del Santo offrivano
ospitalità nel loro convento ai tanti visitatori che
sopraggiungevano all’evento fieristico, contribuendo cosi ad avviare
una massiccia forma di propaganda per tutta l’area del Nolano. Oggi
la fiera, dopo alterne vicende, è ospitata nell’Area dell’Istituto
Professionale per l’Agricoltura e l’Ambiente “Filippo Silvestri” che
ogni anno mette a disposizione spazi e attrezzature. Durante la
tradizionale festa religiosa è possibile partecipare a diversi
momenti legati sempre alla cultura antica del territorio. Ad
esempio, passeggiando per l’area fieristica, si potrà assistere alla
tradizionale Fiera dei Cavalli, si potranno ammirare, durante la
“Fiera degli attrezzi per la vinificazione”, tutti gli utensili
usati dai viticoltori locali in passato come tini, tinozzi, cati,
copelline, botti, panieri, cesti, treppiedi e scale d’ogni sorta.
Tradizione e futuro si intrecceranno nei vari momenti di “Counseling”,
“Social Works” e “Piano Regionale dei Trasporti” presso la Sala
Convegni della Fiera. Non mancano gli appuntamenti dedicati alla
cultura, alla moda, al teatro, allo spettacolo con il Palio delle
Contrade e con il teatrino delle Marionette.
Come arrivare
Raggiungere San Gennaro Vesuviano, in provincia di Napoli, è
semplicissimo. Partendo da NAPOLI basta imboccare la Tangenziale in
direzione CORSO MALTA (prima rampa in uscita dall'aeroporto), uscita
CORSO MALTA, seguire le indicazioni CERCOLA – OTTAVIANO - SS 268 del
Vesuvio. Uscita Cercola, proseguire in direzione Ottaviano. E'
possibile utilizzare la Circumvesuviana sulla tratta
NAPOLI-OTTAVIANO-SARNO. Stazione Rione Trieste, coincidenza linea
autobus della Circumvesuviana per San Gennaro Vesuviano. Gli orari
sono disponibili sul sito www.circumvesuviana.it
Info: Comune di San Gennaro Vesuviano, 081 8286911
LA SPEZIA DEI POVERI… IL TARANTIELLO
Durante la tradizionale festa vesuviana potremmo farci deliziare
dalle prelibatezze culinarie proposte durante le varie sagre
previste dal programma fieristico. Momenti dedicati ai piatti
tradizionali con le sagre del “Tarantiello” (sabato 17), della
“Pasta e Fagioli” (domenica 18) e del “Soffritto” (Lunedì 19). Per
quanto riguarda il “tarantiello”, nei primi secoli di vita della
fiera quella che rappresentava la tradizionale spezia dei poveri era
venduta in grande quantità e rappresentava uno dei prodotti di
maggior attrazione della Fiera. Conservata opportunamente sott’olio,
veniva aggiunta alle varie pietanze per insaporirle. Sull’origine
del nome ci sono molte controversie e le notizie sono assai scarse,
tuttavia è innegabile un certo legame con la tipica ballata “a’
tarantella”. La sua origine, pertanto, è legata alla città di
Taranto nel cui mare venivano pescati i tonni le cui pancette
(ventresche), erano lavorate, salate e vendute col nome di
tarantiello che nella lingua nostrana diventa sorra. Queste pancette
di tonno salate e opportunamente lavorate assumono un sapore
particolare, a metà tra il tonno e l’acciuga, e per i loro gusto
deciso vengono utilizzate come spezie da cucina. La definizione
“spezia dei poveri” da alcune ricerche fatte da storici e
appassionati del luogo risulta impropria. Infatti, il tarantiello
figura tra le pietanze del banchetto offerto in Trastevere in onore
del re Carlo V d’Asburgo.
Tradizione e Folclore
Nell’ambito della manifestazione negli ultimi anni sono state
apportate modifiche e introdotte alcune novità che hanno valorizzato
gli aspetti storici, tradizionali, folcloristici e religiosi. Una di
queste è la cerimonia inaugurale che apre la festa, una celebrazione
eucaristica nella Chiesa conventuale di San Gennaro in Piazza
Margherita e presieduta dal Vescovo. Particolare importanza è stata
data alla cerimonia del Catalano, impersonato per l’occasione da un
cittadino (quest’anno il sig. sig. Biagio Nappi) impegnato in uno
dei settori maggiormente legati alla fiera (industria, artigianato,
commercio e agricoltura). Questo singolare momento si svolge
nell’emiciclo davanti al Convento francescano con la rituale formula
di giuramento. In seguito, il Corteo Storico Cittadino accompagna la
statua del Patrono per le vie della cittadina fino alla sede della
Fiera. Immancabile dal 1458, la festa la bella sulla bestia. Il
Principe Ferrante, a causa di un singolare episodio che aveva visto
protagoniste le donne della cittadina, nel giorno di San Gennaro,
decise di istituire al centro del Piano una grande festa con una
giostra di asinelli, riservata alle fanciulle: alla vincitrice,
incoronata la bella sulla bestia, veniva offerto un premio per la
sua dote.
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Fonte:
Mensile Obiettivo |