07.07.2005 | Eventi

1° Concorso Internazionale del Pinot Grigio

Cari amici lettori è con grande piacere e soddisfazione, da condividere con voi tutti, che vi comunico lo svolgimento del 1° Concorso Internazionale del Pinot Grigio tenutosi in Valdadige dal 30 giugno al 02 luglio 2005. Istituito dal comune di Brentino Belluno (VR), il concorso gode del prestigioso patrocinio dell'Organisation Internationale de la Vigne et du Vin (Oiv) e si avvale della collaborazione scientifica dei professori Mario Fregoni, Pietro Berni, Luigi Odello, Roberto Zironi, Diego Begalli. (di Roberto Gatti)

Il 1° Concorso Internazionale del Pinot Grigio si è svolto presso la Cantina Valdadige di Rivalta ed è stato istituito dal comune di Brentino Belluno, avvalendosi della collaborazione scientifica dei professori Mario Fregoni, professore all'Università Cattolica di Piacenza e presidente onorario Oiv, Pietro Berni, professore all'Università di Verona, Luigi Odello, professore di Analisi sensoriale alle Università di Verona, Udine e Cattolica del Sacro Cuore e presidente del Centro Studi Assaggiatori, Roberto Zironi presidente del Corso di laurea in Viticoltura ed enologia dell'Università di Udine e Diego Begalli, direttore del Centro Interuniversitario di Viticoltura ed Enologia dell' Università di Verona.

L' evento testimonia l'importanza di questo vino per la viticoltura della Valdadige, che si trova al centro di un'area, al confine tra Verona e Trento, molto favorevole al Pinot Grigio, grazie alle condizioni di ventilazione e agli sbalzi termici tra giorno e notte, preziosi per esaltare i profumi delle uve.

Nella foto Roberto Gatti
al
1° Concorso Internazionale del Pinot Grigio

I risultati del Concorso li potete trovare sul sito del Comune di Brentino Belluno e devo dirvi che ho avuto il piacere e l' onore di essere stato invitato come giornalista del web ma soprattutto come degustatore, che è ciò che piu' mi appassiona e mi coinvolge. Noi giudici degustatori eravamo circa in 24 suddivisi in tre commissioni prevalentemente composte da enologi ed enotecnici con la partecipazione di alcuni giornalisti specializzati del settore tra i quali il sottoscritto curatore di questa ed altre rubriche di degustazione vini.

Devo dirvi subito che questo vino non è molto apprezzato dai tecnici ma è in evoluzione nel senso che si stanno riscoprendo le grandi potenzialità di queste uve a bacca rossa che vengono vinificate in bianco nel 90% dei casi, in quanto ci diceva il prof. Roberto Zironi dell' Università di Udine il colore derivante da queste bucce è molto instabile. Questa varietà il Pinot Grigio appunto è una mutazione genetica del piu' famoso Pinot nero anch'esso molto difficile da vinificare e grande banco di prova per gli enologi.

Come tutti noi sappiamo è nelle bucce che si trovano le sostanze aromatiche quindi sarà necessario in futuro vinificare in "rosato" per estrarre piu' profumi e sostanze aromatiche e presentare quindi dei Pinot Grigio cosiddetti "ramati o a buccia di cipolla" cercando di rendere stabile il ramato con iperossigenazione ed altre tecniche di cantina. Ci faceva notare sempre il prof. Zironi che l' enologia deve essere sempre di piu' una tecnica di estrazione del massimo che ci può dare la materia prima e non una semplificazione; il colore bianco del Pinot Grigio è una semplificazione che non ha senso quindi in futuro assisteremo alla produzione di prodotti ramati sicuramente molto piu' aromatici, fruttati ed intensi.

A margine del Concorso devo farvi alcune considerazioni a mio avviso molto importanti quali la perfetta organizzazione e svolgimento del Concorso dal punto di vista tecnico, ma soprattutto mi è piaciuto e mi ha convinto il fatto che all'interno del concorso sia stato predisposto un "test-esame" per i giudici stessi. Infatti il problema principale dei Concorsi enologici nazionali ed internazionali è l'attendibilità dei giudici nel senso che ci viene spontanea una domanda molto semplice: siamo proprio sicuri che ogni giudice degustando lo stesso vino in tempi diversi possa dare lo stesso giudizio oggettivo (e non invece soggettivo)? E se cosi' non fosse che affidabilità potrebbe dare questo giudice qualora chiamato ad analizzare il lavoro altrui lo penalizzi o lo premi a dismisura?

Ecco allora che lo scarto tra due o piu' degustazioni dello stesso prodotto non potrà essere maggiore o minore del 2-3 %.

In questo Concorso a manifestazione conclusa ci è stato detto che alcuni vini sono stati sottoposti, sempre in forma rigorosamente anonima, piu' di una volta proprio per testare le nostre capacità di degustatori; una serie di vini è stata sottoposta a tutte e tre le commissioni per verificare tutti i giudici, quindi direi che in questa occasione è stata intrapresa la strada giusta per garantire i consumatori e soprattutto i produttori dell'attendibilità dei dati emersi e di questo dobbiamo ringraziare il Prof. Luigi Odello del Centro Assaggiatori di Brescia.

Una seconda osservazione mia personale è stata notare i sistemi di allevamento del 90% dei vigneti della Valdadige ancora tradizionalmente legati alla pergola trentina con moltissimi grappoli per ceppo e quindi credo che la qualità ne risenta abbastanza. Durante il pranzo che è seguito alle premiazioni in un agriturismo della zona a Belluno-Brentino (VR) che si chiama Costasnel, che vi consiglio di visitare per il panorama mozzafiato che vi si presenterà, cosi' come vi consiglio l'agriturismo B&B Revena di Castelletti L.( email :leonardocastelletti@alice.it) immerso tra i vigneti, ho avuto la fortuna che la sig.ra Cristina della ditta Roeno vincitrice di ben due medaglie d'oro, si sedesse al mio fianco.

Quale migliore occasione per il sottoscritto per incominciare con una serie di domande tecniche per meglio capire da dove potesse provenire tutta questa qualità che le ha permesso di portarsi a casa ben due medaglie d'oro? Mi diceva la sig.ra Cristina Fugatti (per mia fortuna si scrive tutto attaccato altrimenti per me sarebbero guai seri!) che i vini vincitori provengono da vigneti con 5-6 anni di età di nuova concezione allevati a Gujot con una densità di 7.500 piante/ha, con una resa media di 90 q.li di uve per ha, il che significa una produzione per ceppo pari a kg. 1,20.

Credo che il motivo principale della piu' elevata qualità riscontrata sia contenuta in questi parametri per cui ora anche gli altri produttori della zona potranno e dovranno seriamente incominciare a pensare ad un graduale ammodernamento dei loro vitigni. Un' ultima annotazione a margine della mia tre giorni in Valdadige è stata la "riscoperta e rivalutazione" di un vitigno autoctono solo ed esclusivo di questa zona: L' Enantio. Un'uva a bacca rossa che sembra derivi da una vite selvatica chiamata "lambrusco a foglia frastagliata".

Di questa uva e dei vini che se ne producono vi parlerò tra alcuni mesi dopo accurate e minuziose ricerche e degustazioni, ma fin da subito vi posso dire di avere bevuto un prodotto per me estremamente interessante ed elaborato dal bravo e giovane enologo della cantina Valdadige il sig. Alessandro Martello. Questo è un vino che, a mio avviso, in zona è erroneamente sottovalutato in quanto fino ad oggi i vini prodotti derivano da uve ottenute con " vecchi " sistemi di allevamento, con produzioni abnormi per ceppo, ma nel caso dell' Enantio elaborato in barrique per diversi mesi dalla cantina Valdadige, vi ho riscontrato un frutto non indifferente con dei tannini ben morbidi e levigati, e vi ho colto delle grandi potenzialità. Già alcuni anni fa avevo degustato un Enantio zona Vallagarina ed aveva già suscitato il mio interesse e curiosità.

Credo che unitamente al Pinot Grigio, che fino ad oggi ha permesso ai viticoltori della zona di fare quadrare i bilanci famigliari, questo sarà l'altro vino della zona che permetterà di acquisire una maggiore visibilità in patria ed all' estero, trattandosi di un vitigno autoctono dalle grandi potenzialità ancora inespresse, coltivato e coltivabile solo in questi 25 km. di terre.

Scriveva un anno fa il prof. Luigi Odello a proposito di questo vitigno: "Per quel che concerne i vini rossi due le tipologie dominanti: Il Rosso generico (anche riserva) e L' Enantio, vino dalle prospettive interessanti in quanto autoctono e ben caratterizzato e, nonostante questa tipicità sia stata troppo spesso ricondotta a una certa nota vegetale (non sia per giustificare un eccesso di produzione/ettaro?), di grande potenzialità qualitativa qualora ben coltivato e vinificato. E' il caso di un campione di Enantio che è stato valutato il piu' intenso per tutti i descrittori gustativi (astringenza esclusa) e retrolfattivi, risultando, probabilmente per questi motivi, anche il piu' apprezzato".

Questo è quanto ho colto in questi tre giorni di permanenza in Valdadige comunicando di avere degustato in sede di Concorso almeno una decina di ottimi prodotti, almeno altri venti classificabili buoni prodotti ed i rimanenti dieci discreti.
Ancora una volta grazie a chi mi ha chiamato a partecipare a questa bella manifestazione i signori Carlo e Luigi Odello, che mi ha fatto riscoprire ed apprezzare su tutte le tipologie i Pinot Grigio e L' Enantio di questa magnifica valle dell'Adige immersa nel verde, con dei panorami mozzafiato ed è per questo che vi consiglio di trascorrervi qualche week-end in uno dei numerosi agriturismi della zona, trovandovi a pochi chilometri dal lago di Garda.

Grazie dell'attenzione e come al solito cari amici lettori: Prosit con il Pinot Grigio e l' Enantio della Valdadige Terra dei Forti.

Roberto Gatti
sommelier degustatore
Codigoro (Ferrara)
Email: gatti-roberto@libero.it
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