41 i vini degustati, 21 nella tipologia vivace, 11 nella tipologia ferma e 9 nella tipologia barrique. Nella tipologia vivace ha primeggiato l’Azienda Agricola Vercesi del Castellazzo, che con una classica bonarda dal profumo pulito e floreale, senza accusare il minimo cenno di rifermentazione presentava una buona struttura, freschezza e una gradevolissima effervescenza non “pizzicante”. Alcune invece ripresentavano i soliti difetti che qualcuno si ostina a chiamare o meglio spacciare per tipicità, cioè il classico sgradevole odore di rifermentato o di botte vecchia, un’ effervescenza esagerata (quasi da acqua minerale) con una quantità di CO2, che annullava tutti gli altri sentori del vino. Passando alla Bonarda nella tipologia ferma (11 vini in degustazione) è stata premiata come migliore la Bonarda presentata dall’Azienda Agricola Martilde. Dobbiamo dire che questa fra tutte quelle assaggiate, è quella che in assoluto ci è piaciuta di più per equilibrio, profumi e struttura. Nel complesso per la tipologia ferma dobbiamo far notare una mancanza di personalità di alcuni vini in degustazione. Infine la tipologia barrique. Qui si è distinta l’Azienda agricola Agnes che è riuscita a coniugare in un perfetto equilibrio, il legno e i profumi varietali. 9 erano le bonarde presentate, ed in alcune, il chiaro e netto sentore del legno copriva i profumi primari e freschi che dovrebbero essere la prerogativa per un vino come la bonarda. Infine per chiudere queste nostre considerazioni dobbiamo far notare come oltre alle aziende giustamente premiate, nella nostra modesta classifica personale ci sono piaciute le bonarde di aziende quali Franco Pellegrini, Anteo, Piccolo Bacco dei Quaroni, Picchioni, Pietro Torti , Fiamberti, Bisi, Il Bosco, Verdi Bruno, Cantina Storica Il Montù e Scarpa Colombi. Dopo aver disquisito sulla degustazione, rigorosamente alla cieca con esperti del settore, sommelier enotecari, assaggiatori Onav e semplici consumatori, per un totale di 12 degustatori, sperando che le nostre considerazioni non siano interpretate come al solito in chiave polemica, nel pomeriggio si è tenuto un convegno con interventi su tecnica agraria ed enologica e sul vino in relazione alla gastronomia e alla salute. Un piccolo momento musicale ha allietato i pochi interessati con musica per violino e pianoforte dal ‘700 ai nostri giorni protraendo la manifestazione ancora per qualche ora ed una giornata meno calda avrebbe sicuramente favorito l’assaggio e la permanenza sotto gli stand. Comunque un plauso va all’organizzazione, che in breve tempo è riuscita a produrre una manifestazione che non è degenerata nella classica fiera paesana, facendo pagare una simbolica cifra per acquistare il bicchiere da degustazione, da utilizzare negli stand delle aziende presenti, con un notevole afflusso di gente. Unico neo, lo stand della Pro Loco, nell’area antistante alla Tenuta Scarpa-Colombi, che con un piccolo sforzo si sarebbe potuto evitare. Ci rendiamo conto che un notevole passo avanti è stato fatto e che con il tempo si può migliorare. Pensiamo che questo sia l’esempio da seguire per poter riqualificare l’Oltrepò Pavese con il suo territorio, i suoi prodotti e le sue bellezze artistiche e naturali. Fonte: Oltrepopavese.it |