Vino novello: sapore di primo autunno, anticipo di caratteri e colori della nuova vendemmia.
Attesa tentazione al liquore di Bacco di primo fervore».
Con queste poetiche frasi si apre il sito dell’Istituto Vino Novello Italiano, nato allo scopo di difendere la tipologia e promuovere la valorizzazione commerciale di questo particolare prodotto.
Allo scoccare della mezzanotte tra il 5 e il 6 novembre prossimi inizia infatti la commercializzazione del vino novello che, alla fiera di Vicenza, viene presentato con la festosa cerimonia del “déblocage” (cioè l’apertura della prima bottiglia della nuova vendemmia) con un giorno di anticipo grazie a una deroga ministeriale. Il novello si beve dall’inizio di novembre fino al periodo pasquale, poi le sue qualità di vino giovane vengono a cadere e viene così tolto dal commercio.
Interpellato a riguardo il professor Claudio Fabbro, grande conoscitore dell’enologia regionale e nazionale, spiega che «il capofila dei vini novelli italiani è sicuramente il . Nouveau francese. Il vino novello italiano, prodotto di norma con vitigni a uva rossa, è maggiormente conosciuto ed incentivato nel nostro paese da una decina d’anni. In Friuli-Venezia Giulia esistono una quindicina di cantine che lo producono generalmente con il vitigno Merlot ma anche con Merlot e Cabernet e Merlot e Refosco. La particolarità di questa vinificazione è data dal fatto che la vinificazione viene fatta con uve diraspate attraverso una tecnica di macerazione carbonica». Spiega ancora Fabbro: «L’anidride carbonica, che si forma durante la fermentazione, estrae le sostanze aromatiche che caratterizzano il vino novello e ne fanno un prodotto unico del suo genere. Il profumo è accattivante e può ricordare la lacca. Il colore, importantissimo, è generalmente un rubino molto vivo». Non resta che aspettare martedì...