Una prima positiva annotazione è che questo simpatico Sindaco donna, ha ricevuto tutte le 3.000 bottiglie di vino (250 vini x 12 bott.) inviate dai produttori di tutta Italia, e le ha sistemate a dovere nella cantina di Villa Bertanzi, e rimboccandosi le maniche nella giornata del lunedi’, a manifestazione ultimata, è andata insieme ad altri volontari a pulire e riordinare i locali della villa e del giardino dove si è svolta la manifestazione.
Un raro esempio da imitare, di un concreto impegno civico diretto e personale, nello svolgimento della propria missione ed incarico di Sindaco di un piccola comunità di appena 2000 anime, che nella stagione estiva-turistica raggiunge le 30.000 persone.
La manifestazione ha visto tre momenti distinti ed importanti :
1) Il 15° Trofeo Pompeo Molmenti, riservato al Chiaretto Garda Classico;
2) Il Talk-Show del sabato mattina nello stupendo parco di Villa Bertanzi, con sullo sfondo il lago di Garda;
3) La degustazione libera dei 250 rosati italiani
Il 15° Trofeo Pompeo Molmenti, riservato al Chiaretto Garda Classico
Ho partecipato insieme ad altri 6 colleghi (Lorenzo Colombo di Vinealia, Angelo Peretti di Internetgourmet, Alberto Lupini di Italiaintavola, Rappresentante Ais Brescia Nicola Bonera ecc.) alla selezione dei 22 chiaretti presentati al Concorso, e per ogni batteria ne abbiamo selezionato uno, per arrivare ai 6 finalisti:
Vincitore è stato proclamato:
Cantine Turina a cui è stato assegnato il 15° Trofeo Molmenti (tel 0365-502103);
Mentre gli altri 5 finalisti sono stati:
Radaelli de Zenis
Monteacuto di Leali Antonio, che è risultato il mio preferito, se rapportato alla tipologia
Chiaretto del Garda (tel. 0365-651291)
Cantine Avanzi;
Cantine Marsadri Vincenzo (tel. 0365- 651005)
il mio preferito in senso assoluto, se non fossi stato a conoscenza della tipologia dei vini che stavo degustando, per l’originalità, finezza ed eleganza espressa al naso;
Azienda il Roccolo di Bertazzi Andrea
Garda Classico DOC Chiaretto - scheda tecnica
Il rosato in genere, è un vino che viene a costare piu’ degli altri vini ( bianchi e rossi ), in quanto le rese in vinificazione, tra uve e mosto, hanno un rapporto dell’ordine del 40/50 %, mentre nella altre tipologie sono del 66/70%.
Figlio del Groppello e di piccole percentuali degli altri vitigni previsti dall’uvaggio di base del Garda Classico Rosso (Groppello, Sangiovese, Marzemino e Barbera), il Chiaretto è il classico vino rosato del lago di Garda, ottenuto mediante una tecnica sviluppata in zona fin dall’Ottocento.
Il procedimento produttivo prevede un breve contatto del mosto in fermentazione con le bucce, con successiva e immediata separazione: in questa maniera, le sostanze coloranti naturali delle uve, contenute nelle bucce, vengono cedute solo in minima parte al vino. Il Chiaretto ha un colore rosa con riflessi violetti, un gradevole bouquet primaverile, grande aromaticità floreale, un fruttato di piccolo frutto di bosco, un sapore morbido, deciso, sapido, quasi salato.
Abbinamenti Chiaretto
Da vino di grande gioventù e di grande freschezza, preferisce accompagnarsi a prodotti altrettanto giovani e freschi: dai salumi non eccessivamente stagionati alle formaggelle dell'Alto Garda Bresciano, fino ai primi, dove la preferenza andrà a piatti con base di pomodoro, la cui acidità crea il giusto contrasto con la freschezza del vino.
Ma è positivo anche l’accostamento ad un classico piatto di tradizionali casoncelli alla bresciana, perchè il giusto grado di tannicità del Chiaretto aiuta ad asciugare il burro. E fra i secondi si accompagna sia con il pesce che con le carni, in particolar modo con animali da cortile ma anche con carni rosse grigliate". Insomma, grazie alle sue doti di complessità, sapidità, freschezza, il Chiaretto può tranquillamente essere considerato un vino da tutto pasto.
Le origini e la storia del Chiaretto
Le origini del vino Chiaretto, si fanno discendere al senatore
veneziano Pompeo Molmenti, che proprio a Moniga lo produsse per primo più di un secolo fa partendo dalle uve prodotte nella tenuta della moglie, la nobildonna Amalia Brunati, e sperimentando una tecnica che nella sostanza è arrivata immutata fino ad oggi, facendo di questo "vino di territorio" una vera e propria esclusiva enologica della terra di Valtènesi.
Prodotto con quattro uve rosse con in primo piano l'autoctono Groppello, il Chiaretto viene sottoposto ad un metodo di lavorazione molto singolare, che consiste nel mantenere le bucce a contatto con il mosto in fermentazione per poche ore. «Tale procedimento - spiega Sante Bonomo, presidente del Consorzio Garda Classico - consente di ottenere un vino dalle tonalità rosa inconfondibili, che si differenzia radicalmente dagli altri rosati per la florealità del bouquet, per la freschezza tipica delle produzioni gardesane e per una struttura spesso sorprendente, tanto da farne un vino moderno, adatto ad un ampio ventaglio di accostamenti gastronomici, e come tale al centro di una straordinaria riscoperta da parte dei consumatori».
Ed è proprio questa fase di riscoperta ad aver propiziato l’iniziativa di Moniga, una vetrina sulla quale il Chiaretto si presenta all’insegna della cultura del confronto, nella certezza che da qui possano derivare nuove, importanti opportunità promozionali.
Le uve che compongono il Chiaretto del Garda, sono da disciplinare:
Vitigni Garda Classico Chiaretto
- Groppello minimo 30%
- Marzemino minimo 5%
- Sangiovese minimo 5%
- Barbera minimo 5%
- altri vitigni a bacca nera massimo 10%
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Conclusioni e considerazioni finali
Una manifestazione questa, unica in Italia, dove ognuno si è potuto rendere conto dello stato di salute dei vini rosati italiani, certo che il caldo non ci ha aiutato nel degustare tutto ciò che avremmo voluto, ma anche se ci fosse stato piu’ freddo, sarebbe stato umanamente impossibile degustare tutti i 250 vini.
Ho trovato alcune punte di eccellenza, altri prodotti migliorabili, ma le condizioni della degustazione non erano ottimali, in quanto ho voluto appositamente ridegustare alcuni prodotti che già conoscevo da anni, e sinceramente in quelle condizioni non li ho riconosciuti: evidentemente le temperature di servizio non erano delle migliori. Le degustazioni per le quali poi mi sento generalmente, di assegnare dei punteggi e delle valutazioni specifiche le faccio in maniera piu’ concentrata, lentamente ed analizzando ogni parametro, nelle condizioni ottimali.
Una tipologia di vino, il rosato appunto, che merita più attenzione, in quanto molto versatile negli abbinamenti, piu’ facile da bere di un rosso, e con un corpo piu’ consistente di un bianco: non un vino a metà strada tra i bianchi ed i rossi, come qualcuno sostiene a torto, ma un vino a se stante: una tipologia estiva, se vogliamo ma originale e particolare.
Credo ci siano ancora ampi margini di crescita in generale, sia per le tipologie spumanti che quelle ferme, ma sono convinto che i nostri bravi viticoltori si impegneranno ancora di piu’ in questa direzione, progettando fin dall’inizio Il Vigneto per Il Rosato, e vinificando poi queste uve nel momento ottimale per ottenere SOLO questa tipologia di vino, e non come avviene oggi in molti casi, che le uve sono le stesse per poi produrre i vini rossi. Il Rosato va ideato e studiato, prima nella testa dei produttori e poi nel vigneto, infine in cantina.
Un plauso al Comune di Moniga, in modo particolare al bravo Sindaco, e soprattutto brava persona, Lorella Lavo ed alla Sua Giunta, per avere sviluppato una idea che altro non era che una sagra paesana del chiaretto del Garda, trasformandola in una manifestazione a livello nazionale, con la presenza di opinions-leader, addetti ai lavori tra i piu’ quotati in Italia, assicurando cosi’ una buona visibilità alla manifestazione in tutta la penisola.
L’ Italia aveva bisogno di una manifestazione dedicata a questa tipologia ed il Comune di Moniga per tre giorni è stato e sarà nei prossimi anni a venire: LA CAPITALE ITALIANA DEI ROSATI.
Alla nostra salute, cari amici lettori, con i magnifici rosati italiani.
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