09.01.2008 | Eventi

Merano International Wine Festival: un’edizione record

Numeri da record quelli che in sintesi raccontano la sedicesima edizione del Merano International Wine Festival: 6.500 persone hanno affollato le sale del Kurhaus presenti nelle tre giornate della manifestazione, biglietti esauriti dopo poche ore dall’apertura, oltre 50.000 bottiglie stappate dai 462 produttori presenti, uno spaccato del meglio dell’enologia nazionale ed internazionale.

Il successo mietuto dalla manifestazione fa in un certo senso riflettere, poiché alla vigilia il costo tutt’altro che popolare del ticket d’ingresso avrebbe potuto causare un calo di affluenza. Al contrario i fatti hanno invece dimostrato che nella nostra penisola ed in Europa c’è ancora un gran desiderio di concedersi lo svago di degustare vini blasonati, famosi, puliridecorati da guide e/o concorsi, esperienza viceversa difficilmente sperimentata tra le mura domestiche o al ristorante.

Ovvie, anche se a mio avviso criticabili, le dichiarazioni a fine evento dell’ideatore Helmut Köcher di prevedere per il prossimo anno un rialzo del prezzo del biglietto con lo scopo da rendere ancora più elitario il Festival. Sicuramente è difficile trovare una soluzione per arginare il problema del sovraffollamento registrato in alcuni momenti all’interno dei padiglioni, in particolare in quello dedicato ai produttori piemontesi, toscani, friulani e altoatesini ed alla nicchia di produttori definiti “Extremis” per le particolari condizioni climatiche o di altitudine delle zone di produzione dei loro vini.

Quella più ovvia e immediata potrebbe essere quella di dedicare almeno una giornata agli operatori del settore, che in questa maniera potrebbero beneficiare della disponibilità dei produttori personalmente presenti dietro ad ogni banco d’assaggio, permettendo un prezioso dialogo e scambio di opinioni sui vini prodotti e sulle tecniche di vinificazione.
Molto interesse nella giornata di lunedì ha destato la presenza nel Pavillon des Fleurs di 27 produttori della Borgogna che hanno permesso di degustare in anteprima l’annata 2005 dei loro celebri (e supervalutati…) vini a base di Pinot Nero, già esaurita “en primeurs”.

Nella stessa sala nelle due giornate precedenti avevano invece fatto la loro comparsa i “cugini” del Bordeaux, con gli altrettanti celebri vini rossi frutto del sapiente dosaggio di cabernet sauvignon, cabernet franc, merlot e petit verdot ed i bianchi a base di sauvignon e semillon, affinati sapientemente in barrique e dotati di una splendida longevità e freschezza. Tra le ghiotte novità degli eventi Merano International Wine Festival la dislocazione in Piazza delle Terme della Gourmet Arena, un mini-padiglione dedicato alla cucina, dove alcuni dei migliori chef italiani, capitanati da Fulvio Pietrangelini, si sono cimentati ai fornelli creando singolari e prelibate interpretazioni gastronomiche.

Lo spazio lasciato libero dai cuochi è stato prontamente colmato dai produttori della rassegna Culinaria, un perfetto specchio dell’ineguagliabile ed invidiata varietà e tipicità dei prodotti gastronomici della nostra penisola: dalla pasta ai dolci, dalle confetture di frutta e miele, dalle mostarde ai formaggi e salumi, per finire con gli oli e gli aceti. Assolutamente inadeguata e oscura la parte della tecnostruttura riservata ai quindici Consorzi di Tutela delle principali Doc e Docg italiane, una pessima accoglienza a degli enti che si sono presentati a Merano portando con sé una buona varietà di etichette ed annate.

Sempre in tema di minore attenzione dedicata da gli appassionati, attratti dal blasone che caratterizza molti dei vini in degustazione e da una loro migliore ubicazione, il padiglione dedicato al “Dulcis in fundo”, la ghiotta carrellata dei vini passiti o frutto di vendemmie tardive, dove si potevano scoprire chicche di assoluto interesse accanto ai nettari tradizionali, come i “tardivi”Aleatico del Salento o Gewurztraminer o il Vin Santo dei Colli dell’Etruria.

Di conseguenza penso che al di là di rincarare o meno il prezzo del biglietto, lo staff presieduto da Helmut Köcher per la prossima edizione dovrà indiscutibilmente tenere conto di queste “zone d’ombra” all’interno dell’innegabile bellissima manifestazione, variando o ampliando la dislocazione dei banchi d’assaggio come doveroso riconoscimento a quei produttori che, pur non potendo vantare nel loro catalogo vini celebrati come il Sassicaia, faticano in egual modo tutto l’anno per riuscire a portare in assaggio agli appassionati a Merano il meglio della loro produzione.


Luciano Pavesio
lucianopavesio@yahoo.it

Silvana Albanese
wine@ciaoweb.it

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