La vista giudica l'aspetto di un vino, la limpidezza, la
fluidità, la vivacità, l'effervescenza, il colore. La prima impressione
visiva può risultare "compromettente": chi degusta un vino resta
condizionato nell'esame dei componenti successivi poiché qualità o
"malattie in corso" di un vino sono evidenziate da colori e sfumature
anomale.
La limpidezza è la trasparenza per tutti
i raggi luminosi che non sono assorbiti dal vino; è, invece, inversamente
proporzionale, alla quantità e alla qualità delle particelle sospese
presenti nel vino stesso. Attenzione! Durante le fasi d'invecchiamento in
legno e in bottiglia si possono avere tracce di deposito che pregiudicano
la limpidezza: il difetto, in questo caso, è considerato generalmente di
lieve entità per i microfenomeni naturali d'invecchiamento; può però
diventare pericoloso a causa di un'imperfetta stabilizzazione del vino.
L'esame della limpidezza viene effettuato di fronte ad una fonte luminosa,
con raggi incidenti su tavolo da degustazione di colore bianco. Un esame
più preciso è quello con luce laterale su provetta ma il consumatore,
relativamente alla limpidezza, può anche permettersi di non richiedere la
perfezione nella sensazione.
La fluidità è una sensazione tattile,
legata alla sanità del vino e connessa a fenomeni di tensione
superficiale. I polisaccaridi dell'uva, alcune sostanze eventualmente
prodotte dalla Botrite, la glicerina derivata dalla fermentazione, gli
alcoli terpenici (gli aromi), e l'acidità, partecipano a formare la
fluidità. Si versa il vino nel bicchiere e si osservano la cascata e gli
zampilli, quindi si agita e si osservano archetti, lacrime, gambe che si
formano sulla parete del bicchiere.
La vivacità non va confusa con l'effervescenza ed è legata alla quantità
di sostanza colorante presente nella bevanda.
L'effervescenza è una sensazione
visiva (le bollicine) e chimica (il pungente dell'anidride carbonica) che
si sviluppa in fermentazione o con aggiunte artificiali. L'anidride
carbonica è legata ai tempi e alle temperature di fermentazione: più lento
e freddo è il processo fermentativo, più piccola sarà la "grana" e più
lungo il tempo del "perlage". La rapida fermentazione ad alte temperature
dà una "grana" molto grossa.
L'intensità del colore dipende dl tipo di uva, dalla
maturazione, dalla durata di fermentazione con macerazione, dall'uso di
solforosa, dallo stato di sanità dell'uva. La tonalità del colore dipende
dal tipo di sostanza colorante, dall'acidità totale, dal ph.
La sede dell'olfatto è la mucosa nasale,
la parte sensibile è molto piccola, circa 5 cm2 e se l'inspirazione rivela
la sostanza odorosa e nell'espirazione che avviene il riconoscimento. In
natura sono stati trovati e studiati più di 400.000 odori. Gli odori del
vino possono provenire da aromi primari, contenuti nelle uve o da aromi
secondari che si sviluppano con la fermentazione alcolica. Esistono odori
che si formano nel corso dell'invecchiamento, di natura eterea e
costituiscono il profumo particolare e distintivo dei vini vecchi. Pasteur
dimostrò che i vini ottenuti con l'assoluta esclusione dell'aria
mantengono il carattere dei vini giovani.
Organi del gusto sono le papille
gustative ove sono localizzati i recettori; quattro le sensazioni
gustative fondamentali, dolce, amaro, salato e acido ma nell'analisi
sensoriale del vino emerge la difficoltà a distinguere con certezza le
sensazioni provocate da stimoli chimici. Attenzione a non confondere
sapore e gusto: il sapore ha le quattro sensazioni principali elencate
poco fa, il gusto comprende, oltre alle quattro sensazioni principali, le
sensibilità chimica, tattile, calorica, pseudocalorica e retronasale
olfattiva.
Le alterazioni rilevabili alla vista riguardano le velature, primo grado
nel difetto della trasparenza, l'opalescenza, nei vini che presentano
rottura ossidasica o il "girato", la torbidità e la fecciosità. La rottura
del colore si verifica quando la materia colorante del vino, per
meccanismi di natura chimica o biochimica si trova parzialmente
insolubilizzata: la rottura può essere blu, bianca, rossa, rameosa,
ossidasica.
All'olfatto si avvertono i difetti del vino come sapori estranei a quello
naturale, presi dall'esterno: per esempio, terroso, salmastro, legno,
sughero, gomma, metallico. Sapori estranei derivanti da alterazioni dei
componenti del vino: dolciastro, feccia, aceto, amaro, cotto, svanito.
Le degustazioni vengono svolte, oltre
che per piacere, per valutare la validità legale e commerciale del vino in
funzione delle caratteristiche storiche e dell'opportunità di mantenere
determinate caratteristiche o modificare il disciplinare. La degustazione
è utile anche per capire come muoversi nelle tecnologie di vinificazione
per conferire sfumature diverse al prodotto.
La genuinità del vino viene valutata dall'analisi chimica e la schiuma
eventualmente svolta è a "grana" grossa, persistente e biancastra, si può
presumere qualche "intervento", anche solo d'annacquamento (e l'acqua
disperde anche il caratteristico "vinoso". I profumi artificiali aggiunti
al vino sono facilmente identificabili: subito intensi e staccati,
svaniscono rapidamente.
E' importante riconoscere in un vino l'equilibrio dei sapori e degli
aromi: l'esperienza, il ricordo delle sensazioni, l'esercizio sono
fondamentali, la passione per la degustazione e per il vino unisce queste
caratteristiche che costituiscono le basi del razionale consumo.
- Lezione precedente:
Le macchine dell'enologia
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