03.07.2002 | Vino e dintorni

In gara i migliori vini della Campania

Si è svolta nei saloni della Villa Signorini ad Ercolano, la conferenza stampa di presentazione della quarta edizione del Concorso enoico regionale dal titolo «Selezione dei vini campani 2002».

L’evento, organizzato dall’Ersac, l’ente regionale di sviluppo agricolo in Campania, rappresenta il più importante incontro di tutto il settore vitivinicolo della Campania e vede la partecipazione di ben 212 tipi di vini, su 240 domande presentate, di 67 aziende in rappresentanza di 12 comuni della regione.

Alla conferenza sono intervenuti Vincenzo Aita, assessore regionale all’agricoltura, Raffaele Beato, direttore generale dell’Ersac, Antonio Falessi, coordinatore per il settore agricoltura della Regione Campania, Antonio Massimo, commissario straordinario dell’Ersac e Giuseppe Martelli, direttore dell’Aei, l’associazione degli enologi Italiani.

«Questo concorso — spiega Martelli — possiamo annoverarlo tra i più prestigiosi d’Italia anche perché vengono adottati le modalità ed i criteri di valutazione stabiliti per i concorsi internazionali». Il concorso, che ha avuto dal Ministero l’abilitazione al rilascio dei diplomi, è basato soprattutto sulla serietà delle selezioni. I vincitori verranno scelti da quattro commissioni ognuna composta da cinque tecnici vitivinicoli iscritti all’Aei.

I campioni sui quali viene fatta la degustazione vengono prelevati direttamente nelle cantine dell’azienda (e non scelti dalla casa produttrice) mentre un notaio è incaricato di rendere e conservare l’anonimato delle bottiglie. «Sono molto soddisfatto dei risultati ottenuti dalla Regione - dichiara Aita — ma questo è solo il primo passo. La prossima settimana l’Ersac e la Regione saranno presenti al Fancy Food di New York la più importante fiera agroalimentare del mondo». «Sono circa 60 anni — spiega Raffaele Beato - che in Campania stiamo lavorando prevalentemente sul recupero dei cloni ovvero i ceppi delle viti autoctoni. Negli ultimi anni abbiamo puntato tutto sulla ricerca della qualità dei vini e sulla modernizzazione delle aziende che erano ancora gestite a livello familiare. Adesso questo impegno ci viene riconosciuto e cominciamo a raccoglierne i frutti».

Ed i numeri della produzione confermano questa tesi: sul versante dell’innovazione tecnologica ad esempio più dell’80 per cento dei Pop per il settore agricolo ha riguardato il settore vitivinicolo e le aziende modernizzate raccolgono1.500 ettari di vigneti in aree Doc che hanno rappresentato un incremento del valore di mercato del 22 per cento. Sotto l’aspetto economico dal 1992 si è avuto un incremento di fatturato del 27 per cento con un bilancio di 4 milioni di euro all’anno. Qualitativamente ben 18 vini hanno ottenuto la «Gran Menzione» al prestigioso concorso internazionale di Verona e soltanto nel 2002 sia il vino rosso Patrimo dei Feudi di San Gregorio che il rosato di Libero Rillo di Torrecuso sono stati giudicati «Migliori vini d’Italia», la più rigorosa graduatoria firmata dai massimi esperti del settore.

FONTE: IL DENARO

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