Il Cannonau di Fabio Giavedoni

E' il più conosciuto e coltivato (più di 11.000 ettari) tra i vitigni sardi, quello con la correlazione più stretta tra vitigno e zona d'origine (sarà per quella "u" finale, ma non c'è persona che non sappia che il Cannonau proviene dalla splendida Sardegna).
Ma le sue origini sono altrove. Cannonau infatti altro non è che il nome sardo di un vitigno assai conosciuto (è la seconda varietà più piantata nel mondo), ovvero la Garnacha, se la chiamiamo in spagnolo, o il Grenache, se usiamo la lingua francese.
E questo popolarissimo vitigno mediterraneo nasce in Aragona, per espandersi poi "al seguito" delle conquiste del regno aragonese. Quindi dapprima la Rioja e la Navarra, poi i versanti dei Pirenei, e successivamente le terre francesi del Roussillon (aragonese per quattro secoli, fino al 1659), del Languedoc e del Rodano Meridionale. E poi le isole, ovvero Sardegna e Corsica (qui però è stato quasi completamente spiantato).
Nelle altre zone è invece tuttora il vitigno principe: Rioja, Navarra, Penedés, Priorato, Somontano, solo per citare alcune delle D.O. (Denominaciones de Origen) spagnole dove la Garnacha è presente, generalmente assieme al Tempranillo. La fa da padrone invece (con piccoli apporti di altri vitigni), in A.O.C. (Appellations d'Origines Controlées) francesi importanti quali Côtes-du-Rhone, Chateauneuf-du-Pape, Gigondas, Vacquerays, nei rosati di Tavel e Lirac e nei vini dolci fortificati di Banyuls, Rivesaltes e Maury.
Fa fortuna, infine, anche nei "Nuovi Mondi", essendo tra le varietà più coltivate in Australia (addirittura la prima negli anni '60, ora terza) e in California (seconda solo a Zinfandel e Cabernet Sauvignon).
Tornando al nostro Cannonau, la maggior zona di produzione è concentrata nella provincia di Nuoro, su terreni dove non sempre è possibile la lavorazione meccanizzata. Qui gli impianti sono tradizionalmente ad alberello, che vista la robustezza del legno e il portamento verticale della pianta, risulta essere il migliore sistema di allevamento per questo vitigno.
Rese basse e situazioni microclimatiche favorevoli portano a produrre uve ottime, con livelli formidabili di maturità naturale. Spesso però da queste uve si potrebbero ottenere vini migliori di quelli ora prodotti, se solo si ammodernassero tecnologicamente le cantine e si sfruttassero appieno le conoscenze tecniche. Qualcuno lo sta già facendo (Gabbas, Argiolas, Loi, la Cantina Sociale di Dorgali), valorizzando appieno questo vitigno che, sia nel territorio di Oliena come in quello di Jerzu, sia nella zona del Mandrolisai come nelle Baronie, ha notevoli potenzialità che possono esprimersi in grandi vini.

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