27.12.2001 | Cultura e Tradizioni

Cin Cin da intenditori, Vademecum per non sbagliare

Bianchi, rossi, rosé. Con o senza bollicine. Incoronati anche dalla rivista «Wine Spectator», per i vini italiani è un momento magico. Ecco quelli da regalare o da stappare in famiglia. Per brindisi festosi...

Wine Spectator, la bibbia del vino, ci ha «rovinato» il Natale: non appena si è saputo che negli Stati Uniti l'Ornellaia '98 di Ludovico Antinori è stato eletto vino dell'anno, il suo prezzo è esploso. Per esempio Peck a Milano ha portato questo rosso di Bolgheri da 170 a 250 mila lire. Sull'altra sponda Antinori, quella del marchese Piero (incoronato, per inciso, da Wine Spectator lo scorso anno con il Solaia '97), ecco un bianco umbro da alternare al rosso cugino, il Cervaro della Sala '99 a 65 mila lire. Ma se volete fare un dono dalla confezione griffata anche da Peck si può spendere poco e bere lo stesso bene: 19 mila costa per esempio l'Etna Rosso di Firriato. Parlando in generale, hanno un ottimo rapporto qualità-prezzo, stessa regione, la Sicilia, il Nero d'Avola e il Cabernet Sauvignon di Forti Terre di Sicilia della Cantina sociale di Trapani. Nelle Marche invece è un gran bel personaggio Antonio Terni: il suo Rosso Conero le Terrazze, un Montepulciano in purezza, ha una stordente natura selvaggia ed è perfetto per un Natale fuori dagli schemi.

In Toscana stappiamo il Solare di Capannelle, da uve Sangiovese e Malvasia Nera. Con il Granato '99 da uve Teroldego di Elisabetta Foradori siamo in Trentino. Veneto invece con l'Amarone Corte Brà '97 di Sartori, Piemonte con i piacevolissimi Dolcetti d'Alba Barturot e Vilot di Beppe Caviola della cantina Cà Viola.

Uvaggio di Barbera, Pinot Nero, Merlot e Cabernet Sauvignon per il Boccanera: trovare una delle sue 4.500 bottiglie equivale a trovare un tesoro. Un vino sorpresa è il CollioPinot Grigio di Fabio Coser di Ronco dei Tassi a Cormons. Questa bandiera friulana è stata così sventolata che ha finito per sbrindellarsi. Coser è uno dei pochi che ne rispetta ancora profumi, colore, natura. Possiamo dire lo stesso, nelle Marche, del Verdicchio, così abusato da essere forse in vendita anche sull'Isola di Pasqua nell'immancabile anforetta. Una splendida eccezione è il Verdicchio di Jesi Podium '99 di Carlo Garofoli. Introvabile, o quasi, è il maestoso Sauvignon St. Valentin della Cantina Produttori di San Michele Appiano in Alto Adige.
Natale sinonimo di bollicine. In Franciacorta Emanuela Barboglio ci porge un calice del Brut Millesimato il Mosnel. Maurizio Zanella ci manda in orbita con l'Annamaria Clementi di Cà del Bosco, cui i trentini fratelli Lunelli rispondono con il Giulio Ferrari Riserva del fondatore. Dalla Francia la singolare proposta Moët & Chandon: tre Grands Crus prodotti ognuno con un'uva diversa: Chardonnay per Les Vignes de Saran, Pinot Meunier per Les Champs de Romont e Pinot Noir per Les Saments d'Ay. E poi tre millesimi Krug da leggenda: 1988-89-90. Stesso paese per uno stratosferico derby a tutto rosé: Dom Pérignon '92 versus Krug Rosé, gioie a tutto pasto.

Ma su pandoro o panettone via libera alle note dolci: Muscatell di Santa Barbara (Ancona), Moscato Piasa Rischei del Forteto della Luja (Asti), Asti de Miranda della Contratto a Canelli e Moscato d'Asti Aureum di Silvano ed Elena Boroli ad Alba (Cuneo). E se non sapete decidervi tra champagne (metodo classico da noi) e moscato, provate con il prosecco, magari il Cartizze di Bisol, che ha strappato 90 centesimi da Robert Parker, guru d'America, perché «incredibilmente leggero e particolarmente fresco».

E poi c'è, immancabile da qualche inverno, il Prosecco di Giancarlo e Alessandro Aneri, padre e figlio, rispettivamente presidente e amministratore delegato della Aneri. Loro o servono i potenti o niente. Le loro 300 mila bottiglie annue, ognuna in vendita a un prezzo sostenuto per un Prosecco, tra le 16 e le 18 mila, hanno rinfrescato le gole di presidenti come George Bush, Carlo Azeglio Ciampi e di tutti coloro che amano prendere un aperitivo o pasteggiare in alberghi a 5 stelle lusso o in ristoranti blasonati come il Savoy di Londra o Le Cirque di New York dove o sei vip o nisba, il cin cin te lo scordi.

FONTE: PANORAMA ONLINE

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