Le principali viti
americane utilizzate come portinnesto sono Riparia Gloire de
Montpellier, Rupestris du Lot, Berlandieri e gli incroci ottenuti da
Riparia x Rupestris, Berlandieri x Riparia e Berlandieri x Rupestris
sono utilizzati in qualità di portinnesti; esistono anche gli ibridi
complessi e un esempio è il 1045 P. ( P. sta per Paulsen che lo
ottenne nel 1895), realizzato dall'incrocio: Berlandieri x Aramon X
Rupestris e resistente alla clorosi e alla siccità.
Le caratteristiche dei vari incroci
dipendono dalla impostazione genetica dei progenitori ed in questo modo,
utilizzando le diverse attitudini di Riparia, Berlandieri e Rupestris
si ottengono portinnesti con le più diverse impostazioni di
vigoria, di resistenza ai terreni sabbiosi, calcarei ed altro;inoltre il
portinnesto induce nella marza caratteristiche di fruttificazioni
abbondanti piuttosto che anticipi o ritardi di maturazione.
I portinnesti più diffusi sono:
Kober 5 BB ( Berlandieri X Riparia, mediamente resistente alla siccità
e sino al 20% di calcare attivo, può causare ritardi di maturazione),
SO4 ( Berlandieri x Riparia, fornisce produzioni abbondanti, si adatta
ai terreni difficili, induce anticipo di maturazione ma resiste poco alla
siccità), 1103 P.( Berlandieri x Rupestris, vigoroso, ritarda la
maturazione, assorbe molto il magnesio), 140 Ru ( Berlandieri x
Rupestris, Ru sta per Ruggeri, il costitutore del portinnesto,
caratterizzato da resistenza al calcare e alla siccità anche se sensibile
ai nematodi e all'Agrobacterium tumefaciens).
La soluzione migliore nella scelta del
portinnesto consiste nella riduzione del rischio d'insuccesso e quindi
nella individuazione di 2 o 3 portinnesti ritenuti adeguati con una
successiva comparazione che può essere fatta in precedenza,
sperimentalmente, nella previsione di un futuro impianto.
Vero è che possiamo riscontrare, rispetto al portinnesto, un'incidenza sui
frutti dal momento che confermiamo che i portinnesti posseggono diversità
a livello fisiologico e inducono la produzione di mosto e quindi di vino
con connotazioni differenti.
Passiamo ora ad analizzare l'ambiente-vivaio, luogo in cui vengono
coltivate le Piante Madri Portinnesti e le Pianti Madre Marze
per dare luogo alle barbatelle e alle barbatelle innestate.
Mentre le Pianti Madri Portinnesti devono essere coltivate in
terreni non troppo fertili e sani, nei vivai dove si coltivano le
barbatelle che necessitano di terreni freschi e fertili: dopo un anno di
utilizzo occorre cambiare terreno del vivaio e sono comunque opportune, in
corso d'opera, concimazioni minerali e organiche prima della messa
a dimora delle barbatelle in vivaio ed anche dopo, sia al terreno che alle
foglie, insieme a costanti lavorazioni. Le piantine devono crescere, in
vivaio, nelle migliori condizioni e l'acqua deve essere somministrata
piuttosto presto per non ritardare la maturazione del legno.
Il vivaio è una tappa fondamentale
nella vita della pianta e devono essere dunque presi tutti gli
accorgimenti atti a far emergere individui che usciranno con una "carta
d'identità" e raggruppati in mazzi da 25 e chiusi con una
fascetta di plastica inviolabile e di colore diverso ( bianco,
azzurro, arancio), che distingue diverse categorie qualitative delle
barbatelle, di base, standard o certificato.
Il cartonaggio, sperimentato
dalla metà degli anni '60 in Germania, consente la messa a dimora
di barbatelle ed è utile per sopperire alla carenza di una determinata
combinazione d'innesti: gli innesti, trattati con radicanti vengono
sottoposti ad una paraffinatura per proteggere la zona di
congiunzione, vengono poi sottoposti a "forzatura" in terra ( e
,ora, anche in acqua, novità tecnica in espansione), dopodiché sottoposti
a una seconda paraffinatura. A questo punto, nel caso del cartonaggio, gli
innesti vengono inseriti in vasetti di cartone bucherellato o di
torba e "forzati" nuovamente e, infine, dopo un periodo di
ambientamento ad alta temperatura e forte umidità, possono essere posti a
dimora: naturalmente le piantine hanno necessità di essere difese dalle
malerbe e occorre fare attenzione ai trattamenti anticrittogamici.
Il costo dell'intero processo è elevato ma in questo modo la
programmazione della produzione è ottimale.
- Lezione precedente:
Impianto del vigneto
- Lezione successiva:
La gestione del vigneto
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