La serata,
organizzata dal Comune e dalla Pro Loco di Copparo, con la
collaborazione dell’Associazione Italiana Sommelier Delegazione di
Ferrara e del fattivo contributo dei Sommelier
Annalisa Barison ed Andrea
Fabbri, si è svolta venerdì 24 settembre presso
La Tratta, il Museo delle
tradizioni della cultura materiale del copparese.
Mentore della serata il noto Sommelier
Roberto Gardini di Cervia, mentre tra una degustazione e
l’altra le letture di Marcello Brandi
ed il violino di Gian Luigi Cavallari
hanno coinvolto un pubblico di oltre 60 appassionati, tutti molto
attenti anche a questa parte letteraria e musicale dell’evento, che
ha visto momenti di alto gradimento durante la recitazione dell’ “Ode
a una bottiglia defunta da anni” di
Ernesto Ragazzoni, poeta di Orte dei primi del
Novecento, e del racconto “Confesso che ho
bevuto” del giornalista Gianni
Mura.
Ma veniamo ai dettagli della degustazione:
- Vintage Tunina, Venezia Giulia IGT 2000,
Vinnaioli Jermann, Farra d’Isonzo (GO)
Questo vino bianco, uno dei più famosi d’Italia, proviene dalla
storica “Vigna dell’Antonia”; ha debuttato sul mercato nel 1975 e si
tratta di un uvaggio (vale a dire che tutte le uve che lo
costituiscono vengono raccolte nello stesso periodo anche se
appartenenti a vitigni diversi) di Sauvignon (circa il 70%) ed in
misura minore da Picolit, Chardonnay, Ribolla Gialla e Malvasia
Istriana. Viene vinificato in acciaio e matura in bottiglia senza
subire un passaggio in legno. Fin dall’esame visivo si ha
l’impressione di avere a che fare con un vino di stoffa: mi hanno
colpito la brillantezza e la nitidezza del colore, di un giallo
dorato vivo.
Al naso è ampio, subito si percepisce una sua vena minerale che poi
si acquieta per lasciare il posto a sentori eleganti di fiori secchi
come la camomilla e di miele, mentre i frutti che richiama sono a
pasta bianca, come la mela e la pesca.
Ottimo l’equilibrio gustativo, ancora molto piacevole la freschezza,
ma ciò che davvero stupisce è l’infinita persistenza
gusto-olfattiva, degna di un grande vino rosso!
Come nota posso aggiungere che vini bianchi di questo calibro
possono a mio avviso essere serviti a 2-3 gradi centigradi rispetto
agli altri; infatti, alla fine della serata, quando la temperatura
del vino nel calice si è alzata, ho percepito al naso delle note
agrumate davvero piacevoli, notevolmente smorzate quando il vino mi
era stato servito a 8-10 °C.
- Bricco dell’Uccellone, Barbera d’Asti DOC
2000, Braida di Giacomo Bologna, Rocchetta Tanaro (AT)
Massimi esperti nella vinificazione di questo vitigno autoctono
piemontese, la Famiglia Bologna offre al mercato diverse Barbera di
livello altissimo come questa Bricco dell’Uccellone uscito sul
mercato nel 1985. Impenetrabile il colore di un rosso rubino ancora
giovanile nei riflessi, il vino gira nel calice in maniera davvero
pesante e densa.
Piacevolissimo il naso di frutta rossa di sottobosco, mora e ribes
su tutti, nella versione sotto spirito. Escono poi allo scoperto le
spezie dolci dovute all’affinamento in legno, ho percepito
nettamente la vaniglia ma ancor più i chiodi di garofano, ad ogni
modo questa prevalenza nell’intensità olfattiva dei sentori di
frutto mi ha ben impressionato.
In bocca il vino riesce a convincere per il suo equilibrio, la
tannicità è ancora viva ma il vino non è “seduto”, anzi, la
caratteristica freschezza del vitigno Barbera ben si sente, come del
resto quella che definisco “grana” del vino, ovvero quella
sensazione tattile percepibile sulle papille gustative e che è
indice di un vino ancora in evoluzione. Bello e soprattutto armonico
il finale che richiama i frutti rossi già odorati. Come nota segnalo
che in abbinamento è stato servito un Castelmagno, formaggio DOP
piemontese, di notevolissima persistenza che è riuscito a sovrastare
il vino, cosa davvero non facile.
- Mille e una notte, Contessa Entellina DOC
2000, Donnafugata, Marsala (TP)
Grande Azienda siciliana che ha “inventato” la raccolta notturna
come evento che annuncia l’inizio della vendemmia in Italia, ha
presentato per la prima volta questo Nero d’Avola in purezza nel
1999, ed in pochissime vendemmie Mille e una notte è divenuto un
prodotto di riferimento dell’Azienda.
Ancora più cupo e pesante nel bicchiere del vino precedente,
presenta al naso un’iniziale vena “terrosa”, umica, che
contraddistingue spesso questo vitigno, ricordandomi per esempio il
Chiaramonte Rosso di Firriato. Si sviluppa quindi un’intensa
speziatura, di fine qualità, che suggerisce l’utilizzo di diversi
tipi di legno; fra le consuete note dell’affinamento spicca il
sentore di pepe nero. In bocca è sì morbido ma pure tannico e
sapido, l’equilibrio ottimale a mio avviso non è ancora stato
raggiunto, ma la chiusura è piacevole e persistente; nel complesso
il vino è robusto, ma queste sensazione così forti vanno un po’ a
scapito della finezza del prodotto.
A fine serata ho raccolto alcuni pareri tra i presenti; davvero
soddisfatto il Delegato AIS di Ferrara,
Andrea Toselli: “La nostra Delegazione con il passare del
tempo si sta facendo sempre più apprezzare dal pubblico per
l’originalità ma soprattutto il contenuto delle manifestazioni che
organizza o nei quali collabora. Sicuramente questo è uno stimolo a
concentrarsi su un numero magari più limitato di eventi, ma dal
respiro più ampio. Tra queste segnalo la cena degustazione del 10
novembre 2004 con i vini della
Cantina Dettori, alla
quale sarà presente anche il noto Produttore sardo”.
Euforico anche il Dottor
Giriola
dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Copparo: “Mai
avrei previsto un tale successo e soprattutto entusiasmo per questa
serata. Sarebbe davvero bello far partecipe di un evento simile un
numero ben più grande di persone: l’evento potrebbe essere
l’inaugurazione del nuovo teatro di Copparo il prossimo 24 ottobre.
Ad ogni modo serate di questo genere verranno sicuramente ripetute,
da parte del Comune c’è il massimo interesse e disponibilità”.
Mirco Mariotti
axemir@libero.it |