Fattoria Varramista, l’antica tenuta di Montopoli in Val d’Arno, presenta il proprio rosso di punta in un’annata – 2002 – che ha regalato all’azienda grandi soddisfazioni. Tratti distintivi di questo vino che combina una selezione di uve Syrah (90%) e Merlot (10%) sono l’eleganza e il carattere. Non a caso, il suo nome è lo stesso della tenuta in cui nasce. |
Il fatto che
Fattoria Varramista abbia scelto di chiamare il primo vino messo in
produzione proprio con il suo stesso nome, testimonia il grado di
passione che ha dato vita a una sfida avvincente:
produrre in territorio toscano grandi vini di
terroir non necessariamente legati alla tradizione locale.
Naturalmente, la passione senza una grande know how non porta a
nessun risultato e il nome di questo rosso
è rappresentativo anche del grande lavoro svolto dall’azienda
per far sì che il suo primo vino prodotto avesse tutte le
caratteristiche per diventarne un simbolo. La Fattoria Varramista è una tenuta di charme, appartenuta alla famiglia Piaggio, e attualmente di proprietà del casato Visconti di Modrone. All’inizio degli anni ’90, l’idea di mettere a dimora dei vigneti di Syrah venne proprio al nipote di Enrico Piaggio, il Dott. Giovanni Alberto Agnelli che aveva avuto una felice intuizione a proposito della particolarità del terroir di Varramista. L’operazione mirava a riconvertire gli impianti già presenti con una varietà che potesse essere elevata ai massimi livelli qualitativi proprio dalle caratteristiche del terreno.
E quella che poteva sembrare una scelta azzardata, in un momento in cui molti aziende si stavano concentrando su realtà legate alle zone di appartenenza, anno dopo anno, si è dimostrata una mossa vincente. Nei primi anni ‘90, la produzione era stata pensata per un uso esclusivamente privato. L’enologo Federico Staderini, già consulente di altri importanti produttori toscani, venne chiamato per impiantare la produzione della Fattoria Varramista. Il rosso della tenuta, era il “vino di famiglia” e possedeva, proprio per questa ragione, standard di eccellenza che si inserivano nella tradizione di alto lignaggio della tenuta. Le prime bottiglie prodotte (all’inizio degli anni ‘90) erano in gran parte destinate al consumo familiare e di una ristretta cerchia di amici. Varramista ha, infatti, dietro di sé una nobile storia, un mondo di valori che sono rappresentativi di uno stile unico al mondo. Per questa ragione, il suo vino non poteva non essere un emblema. Gli eccellenti risultati ottenuti hanno consentito l’ampliamento delle aree di terreno di proprietà adibite a vigneto; l’enologo Staderini, ancora oggi segue direttamente la produzione dei tre vini di Varramista e di altri vini toscani di prestigio.
Al naso si presenta in evidenza con note tostate a cui fanno seguito sensazioni di frutta rossa in confettura e note balsamiche. In bocca, il tannino è esplosivo e al tempo stesso elegante. Supportato da un’ottima morbidezza, finisce con una persistenza impegnativa in cui dominano le note speziate. Il rosso Varramista 2002 si abbina molto bene sia a primi piatti di riso e pasta conditi con verdure e spezie sia a carni rosse grigliate. Un’associazione che ne esalta superbamente le caratteristiche è quella con i pecorini molto stagionati come quelli di fossa. L’abbinamento che valorizza le caratteristiche organolettiche del Varramista 2002 è quello con la cacciagione in umido.
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