Antonella Clerici e
Franco M. Ricci
hanno presentato l'evento che ha
visto come sempre un parterre eccezionale, con la presenza di vip
del mondo del vino, dello spettacolo e della cultura, per un grande
show che sarà trasmesso su Rai uno sabato
16 Giugno alle 23,00. A seguire, favolosa degustazione di
tutti i vini premiati e di tutti i candidati, con i Sommelier che
hanno messo a disposizione degli ospiti tutta la propria esperienza
e capacità.
Tra i premiatori sono intervenuti Pamela
Prati, Antonella Elia, Gianfranco Vissani, Ela Weber, Albano Carrisi,
i comici di Colorado Cafè, Andy Luotto, Sergio Vastano, Riccardo
Rossi.
Gli 11 Oscar sono stati consegnati a coloro che nel mondo del Vino
hanno raccolto i maggiori consensi tra i lettori di
Duemilavini,
la celebre guida - cult della
cultura enologica italiana, della rivista
patinata Bibenda, e dai
navigatori del sito
www.bibenda.it. Attraverso una
scheda i lettori hanno stabilito i finalisti, tre per categoria, che
si sono contesi la preziosa opera in bronzo, ormai un ambito
riconoscimento internazionale.
Inoltre, è stato consegnato il Premio
Speciale della Giuria ad Andrea
Muccioli della Comunità di San
Patrignano per -
Premio consegnato da
Terenzio Medri, Presidente A.I.S. e
di Worldwide Sommelier Association.
Categorie, Premiatori, Vincitori e
Candidati
-->Miglior vino bianco
Oscar consegnato da Gioacchino Bonsignore
a:
Collio Pinot Bianco 2005 - Picech / Cormòns
(Gorizia)
È uno dei grandi bianchi
friulani, prodotto in tremila
esemplari. È di buona struttura, splendente come il sole,
profuma di fiori e di miele ed è morbido e
avvolgente, da esaltare con le preparazioni a base di
funghi porcini. È una creatura di Roberto Picech, che oggi conduce
l'azienda di famiglia nata quasi cento anni fa; i suoi vini parlano
un linguaggio chiaro e aggraziato, che punta dritto al cuore.
Gli altri candidati
Giovin Re 2005 - Michele Satta / Castagneto
Carducci (Livorno)
Michele Satta fa parte di quella schiera di pionieri che ha fatto
grande il comprensorio bolgherese, terra di rossi famosi in tutto il
mondo. Il suo è uno spirito audace, brillante, capace di osare; la
vinificazione in purezza del Viognier, tipica di California
meridionale e Rodano, ne è la conferma. Dopo un passaggio in
barrique (piccola botte da 225 litri), il suo
Giovin Re regala aromi di ananas, crema
pasticciera ed erbe aromatiche, ha gran corpo e a tavola
sposa alla perfezione l'aristocratica finezza dell'aragosta.
Verdicchio di Matelica Mirum Riserva 2004 -
Fattoria La Monacesca Matelica (Macerata)
Il Verdicchio di Matelica è legato a filo doppio alla storia di
quest' azienda, che già con l'annata 1985 ha deciso di abbandonare
la celeberrima bottiglia a forma di anfora che poco si addice ad un
campione da invecchiamento. Il Mirum è un fuoriclasse collaudato,
che riunisce in sé le caratteristiche dei grandi vini: stile,
identità territoriale e riconoscibilità varietale.
Profuma di agrumi e albicocca, anice e mela cotogna, e la rima al
palato è perfetta. Sulla mensa sposa alla grande le
capesante gratinate.
-->Miglior vino rosso
Oscar consegnato da Federico Quaranta e
Tinto Di Decanter a:
Brunello Di Montalcino 2001 - Fattoria
Poggio di Sotto/ Montalcino (Siena)
Dal millesimo 1991, annata
d'esordio con cui Piero Palmucci si è realmente misurato con il
Sangiovese Grosso una volta tornato dal Nord Europa, la Poggio di
Sotto ha perfettamente interpretato il territorio di Montalcino,
proponendo solo Brunello ultra tradizionale, coccolato
esclusivamente in botti grandi. Frutta
rossa matura, zenzero e liquirizia compongono il solleticante
bagaglio olfattivo, al palato scorre come seta. Incantevole
con le pernici tartufate.
Gli altri candidati
Barbaresco Santo Stefano Riserva 2001 -
Castello di Neive/ Neive (Cuneo)
Santo Stefano è il nome di una delle più belle e vocate vigne del
panorama langarolo, la sua interpretazione firmata dal Castello di
Neive di Italo Stupino, azienda da 150.000 bottiglie l'anno
complessive, esalta le caratteristiche dell'uva Nebbiolo,
con un seducente ventaglio odoroso di susina e
viola, liquirizia e menta; al sorso è caldo e ricco di gusto,
armonico e invitante. Sarà un successone con lo stinco di
vitello.
Faro Palari 2004 - Palari / Santo Stefano
Briga (Messina)
Nel 1993 la Doc Faro, registrò il suo minimo storico con appena 33
ettolitri di vino prodotto. Si deve alla passione di un architetto,
Salvatore Geraci, e all'acume senza eguali in cantina di Donato
Lanati il totale recupero dell'assemblaggio delle tipiche varietà
che nei pressi dello stretto di Messina trovano territorio
d'elezione. Fascino profondo, che si svela
pian piano, attraverso profumi leggeri e suadenti, di frutti di
bosco e spezie gentili, e un gusto deciso e invitante a più riprese.
Si esalta con gli stracotti.
-->Miglior Vino Spumante
Oscar consegnato da Antonella Elia a:
Giulio Ferrari Riserva Del Fondatore 1997 -
Ferrari / Trento
Un'azienda da quasi 5 milioni di bottiglie l'anno che porta
oltreconfine una consistente fetta della sua produzione;
nata oltre cento anni or sono, infila il quarto successo con
un'etichetta che tiene altissima la bandiera delle bollicine
italiane nel mondo. È il frutto dell'impianto di viti di Chardonnay
in Trentino voluto proprio da Giulio Ferrari a inizio '900, dopo la
sua esperienza in Francia. Profuma di
lavanda e fiori d'arancio, melone e bergamotto; il sorso è una
fresca carezza che ci diletta per lunghi minuti. È una bottiglia
preziosa, da stappare nelle occasioni da ricordare.
Gli altri candidati
Franciacorta Brut Valentino Maiolini 1994 -
Majolini/Ome (BS)
Porta il nome del creatore dell'azienda, questo Franciacorta uscito
per il venticinquennale della fondazione in 20.000 esemplari. Un
metodo di produzione da brividi, 10 anni in bottiglia a contatto con
i lieviti prima dell'uscita in commercio hanno dato vita a
fragranze di frutta tropicale matura, zenzero
e amaretto, poi bollicine sottili e cremose accarezzano il gusto.
Abbinamento riuscito con il dentice ai cantarelli.
Franciacorta Satèn 2002 - Enrico Gatti /
Erbusco (Brescia)
I Satèn della Franciacorta, terra d'elezione degli spumanti
italiani, si distinguono dai Brut per la minore dose di zuccheri
aggiunti e per la conseguente minor presenza di anidride carbonica
in bottiglia (che dà vita alle bollicine), 4,5 atmosfere contro le
canoniche 6,5. La spinta carbonica inferiore porta ad un prodotto
setoso, più morbido, senza per questo arginare la deflagrazione
aromatica. Ecco quindi una struttura solida
e articolata, con profumi di pompelmo e mimosa, che
chiama preparazioni di adeguata "spalla", come ravioli di scampi al
tartufo.
-->Miglior vino dolce
Oscar consegnato da Ela Weber a:
Malvasia Delle Lipari Passito 2005 - Florio
/ Marsala (Trapani)
Florio ha scritto la storia del Marsala, un vino che l'azienda ha
fatto proprio divenendone l'emblema stesso. Raggiunti risultati
d'eccellenza, le stesse premurose cure sono state rivolte ai vini
dolci da uve Zibibbo e Malvasia. Quest'ultima
è esplosiva nei profumi di frutta candita,
zagara ed erbe aromatiche, dolce ed equilibrata al palato.
Ottenuta da uve appassite, matura in barrique e sembra disegnata per
accompagnare i grandi formaggi erborinati.
Gli altri candidati
Caluso Passito Sulè 2001 - Orsolani/San
Giorgio Canavese (Torino)
Gli Orsolani sono cultori e conservatori sino all'ultima briciola di
tradizione. La loro è storia comune a varie famiglie dell'Italia del
secolo scorso, tra i figli dell'emigrazione verso le Americhe,
rientrati in patria per consolidare radici e costumi. Il loro Caluso
Passito (l'uva è lasciata appassire fino a marzo nei solai, in
dialetto sulé appunto) mixa dolcezza e
spiccata freschezza, ricorda l'aroma di datteri, nocciole e
albicocche in confettura. Da provare con le pesche
ripiene.
Cof Picolit 2004 - Paolo Rodaro / Spessa di
Cividale (Udine)
I Rodaro allevano a dovere il Picolit da più di cinquant'anni. Il
processo di concentrazione degli zuccheri nelle uve è esclusivamente
affidato alla natura, occorrono non meno di 3-4 mesi di appassimento
per ottenere un chicco pronto per la vinificazione e se, come
nell'annata 2004 interviene l'auspicata botrite (la muffa nobile che
ha fatto la fortuna dei francesissimi Sauternes), il gioco è fatto.
Coccola il naso con ricordi di pesca
sciroppata e fichi secchi, torrone e piccoli frutti selvatici come
le giuggiole. In bocca è come crema, delizioso e compiuto.
-->Miglior vino straniero
Oscar consegnato da Riccardo Rossi a:
Chateau Haut Brion 2003 - Château Haut
Brion/Pessac Cedex (Francia)
Basta il nome a far correre i brividi lungo la schiena di amatori e
appassionati del buon vino. Il castello è stato eretto nel 1525 dai
De Pontac, cinto da mura bianche che hanno ospitato grandi
personaggi. Il vino che ne esce è profondo
e virile, ricorda la prugna, i frutti di bosco, la mineralità del
territorio su cui nasce. Al gusto, eleganza sopraffina;
freschezza e tannini vivi non ostacolano l'armonia complessiva, che
potrà solo accrescersi con il tempo. Accompagna bene piatti a base
di selvaggina da piuma.
Gli altri candidati
Alsace Riesling Clos S.te Hune 2001 -
Trimbach/Ribeauvillé (Francia)
Tra i più eleganti Riesling del mondo, è il vino-simbolo
dell'azienda di proprietà Trimbach da oltre due secoli. Nasce da una
piccola parcella di poco meno di 1,4 ettari, nel cuore di un
famosissimo Grand Cru (vigneto classificato come eccellente), il
Rosacker. È un vino in grado di vivere oltre un ventennio, oggi
profuma di pera, agrumi, fiori bianchi, ricordi minerali ed esprime
una pulizia gustativa esemplare. Interessante da testare
sulla speziata cucina orientale.
Champagne Grand Cru 1989 - André Beaufort/
Ambonnay (Francia)
Abbiamo sentito parlare di Beaufort come leggenda, arte, sana
follia, come il Van Gogh dello Champagne. Jacques Beaufort conduce
le sue vigne secondo i principi della biodinamica, niente pesticidi
né fitofarmaci quindi. Uve mature e concentrate, lunga permanenza in
legno del vino prima che diventi spumante e tre o quattro lustri di
permanenza sui lieviti prima della commercializzazione creano
un'ampiezza aromatica infinita, di cacao,
miele, tabacco, e dalla struttura solidissima. Da godere
con tutto.
-->Vino col miglior rapporto qualità prezzo
Oscar consegnato da Pamela Prati a:
Contessa Entellina Tancredi 2004 -
Donnafugata/Marsala (Trapani)
La famiglia Rallo è abituata a sentir parlare soprattutto del suo
Ben Ryé, l'ormai mitico Passito di Pantelleria capofila di una gamma
da capogiro. Qui parliamo di un rosso che è magnifica espressione di
un territorio ricco e solare; costo contenuto e grandi numeri -
90.000 le bottiglie prodotte annualmente - consentono di farlo
conoscere al grande pubblico che apprezza le
seducenti declinazioni fragranti di more,
mirtilli e spezie dolci, e la lunga insistenza gustativa di Nero d'Avola
e Cabernet passati in botti piccole. Con piatti di
cacciagione sarà celebrato il matrimonio d'amore.
Gli altri candidati
Paterno 2004 - Trappolini / Castiglione in
Teverina (Viterbo)
L'azienda laziale sta per compiere mezzo secolo; fondata nel 1960 ha
negli anni progressivamente migliorato i sistemi di produzione, fino
ad arrivare, attraverso attenti studi di zonazione, ad ottenere
risultati importanti anche con uve che avevano in precedenza
dimostrato "simpatia" solo per altri territori. Questo Sangiovese
passato in legni di grandi e piccole capacità rende onore agli
sforzi profusi; profuma di chinotto, mora e
cioccolato, in bocca è caldo e profondo, sta benissimo
con il filetto di manzo, magari con una salsa al ribes.
Prosecco di Valdobbiadene Colfondo Val
D'oca 2005 - Cant. Produttori Valdobbiadene/Valdobbiadene (Treviso)
La Cantina Produttori di Valdobbiadene è un consorzio di ben 600
produttori concentrati soprattutto sul Prosecco, che collaborano già
dal 1952. Il Colfondo prende il nome dalla particolare lavorazione
che non prevede filtrazione, si sceglie quindi di prolungare il
contatto con i lieviti per esaltare struttura e aromi.
Il profumo di mela, pera e fiori bianchi è
tipico nei riconoscimenti, caratteriale nei contorni e nella
decisione dell'espressione. L'assaggio è di gran piacere, con una
lunga persistenza fruttata che lo suggerisce su
un'insalata di polpo e patate.
-->Miglior produttore e azienda
Oscar consegnato da Albano a:
Gian Annibale Rossi Di Medelana Di Castello
Del Terriccio/ Castellina Marittima (Pisa)
La Tenuta è sconfinata, 1.800 ettari nella zona al limite della
Maremma Toscana, a poca distanza dalle prime colline di Bolgheri.
Gian Annibale Rossi di Medelana è titolare dell'azienda dal 1975, e
ci si dedica a tempo pieno da un decennio più tardi, quando ha
lasciato il mondo dei grandi concorsi equestri internazionali. 53
ettari vitati e 60 di oliveto circondati da 800 di bosco, un
allevamento ippico che conta un centinaio di esemplari ,
questi i numeri di un'azienda che dà vita al Lupicaia, Cabernet
Sauvignon e Merlot ricco di suggestioni di agrumi, spezie e
balsamicità, dal sapore ricco, quasi concreto, di mirabile eleganza.
Gli altri candidati
Marilisa Allegrini Di Allegrini/ Fumane
(Verona)
Allegrini, un nome legato alla Valpolicella da 500 anni, uno sguardo
sul territorio lungo mezzo millennio che ha fatto accumulare
l'esperienza necessaria a sostenere una produzione che rasenta il
milione di bottiglie mantenendo degli standard impressionanti.
L'Amarone è un fuoriclasse da 125.000
bottiglie l'anno; la Corvina, uva regina della zona, è lavorata in
purezza, senza appassimento, per dar vita al La Poja, una garanzia
di eccellenza anno dopo anno. Marilisa, affiancata dal
fratello Franco, rappresenta l'ennesima generazione a tenere le
redini dell'azienda.
Paolo Nodari Di Castello Delle
Regine/Amelia (Terni)
Come partire col piede giusto? Chiedetelo a Paolo Nodari, patron di
questa giovanissima azienda umbra che può
contare su 80 ettari e che ha ingaggiato Franco Bernabei alla guida
enologica della produzione. Determinazione e competenza sono le
qualità che guidano Paolo Nodari, avvocato a Milano e
Vignaiolo in Umbria; conciliare queste due professioni non è facile,
contando anche che l'Azienda possiede pure una riserva di caccia, un
allevamento di bovini di razza Chianina e un lussuoso agriturismo.
-->Miglior giornalista-scrittore
Oscar consegnato da Sergio Vastano a:
Luigi Cremona- Spirito di Vino
Giornalista affermato del
mondo enogastronomico, ha trovato una dimensione professionale di
grande soddisfazione assumendo la direzione della testata Spirito di
Vino, per la quale mette a disposizione la notevole
conoscenza maturata con esperienze dirette in tutti i campi del
settore.
Gli altri candidati
Roberto Cipresso - Il Romanzo del Vino
Enologo per professione, scrittore per passione.
Il suo Romanzo del Vino è un libro ormai di
acclarata fama tra gli addetti ai lavori e gli appassionati.
Un percorso di conoscenza romanzato e disimpegnato riguardante
l'affascinante mondo del vino raccontato prendendo spunto da episodi
di vita personale e lavorativa. Da leggere
in un sorso.
Attilio Scienza- Atlante dei Vini Passiti
Italiani
Professore Ordinario di Viticoltura presso la Facoltà di Agraria di
Milano è unanimemente riconosciuto come uno
dei massimi studiosi mondiali in ambito vitivinicolo. Professore
illuminato e illuminante anche grazie alle sue ormai numerose
pubblicazioni di settore. La sua ultima fatica è un
viaggio "dolce" attraverso l'Italia: da bere a piccoli sorsi per
assumere la giusta dose di quotidiana dolcezza.
-->Miglior sommelier nel suo ristorante
Oscar consegnato da Andy Luotto a:
Mariantonietta Caraccio- Le Cirque, New
York
Mariantonietta è figlia d'arte. Diplomata
Sommelier presso l'Associazione Italiana Sommelier di Roma ha
esercitato da subito la professione nel famosissimo ristorante di
famiglia "Agata e Romeo", situato nei pressi di Santa
Maria Maggiore, nel centro storico di Roma. Per crescere ha potuto
contare su una risorsa di più di 1.500 bottiglie per la carta dei
vini e sull'eccellente capacità culinaria di Agata per mettersi in
gioco con gli abbinamenti; oltre ad assimilare l'arte del servizio e
della dedizione all'ospite di Romeo. Da un anno ha spiccato il volo
ed è sbarcata a New York: in bocca al lupo.
Gli altri candidati
Leonardo Callipo - Accademia del Vino
dell'Hotel Altafiumara, Villa San Giovanni (Reggio Calabria)
Diplomato Sommelier presso l'A.I.S. di Roma
ha anche conseguito il Diploma in Master di Analisi Sensoriale del
Vino, sempre nel centro di cultura del vino romano.
Profonde tutte le sue energie con passione portando avanti il
progetto "Accademia del Vino" nella splendida cornice del Castello
di Altafiumara di Villa San Giovanni. Un sogno per qualsiasi
Sommelier visto che la cantina e i locali per le degustazioni sono
stati ricavati nelle segrete del Castello tra antiche volte in
pietra. Un vantaggio in più per questo rampante Sommelier: bottiglie
sempre alla giusta temperatura di servizio!
Hiromi Nakaiana - La Trota, Rivodutri
(Rieti)
Della indefessa dedizione al lavoro dei giapponesi siamo a
conoscenza tutti. Hiromi nobilita la
professione del Sommelier con rigore, dedizione, compostezza,
attitudine al servizio, educazione ed esemplare riservatezza.
Incarna le regole fondamentali della Sommellerie offrendo, a chi si
reca nello splendido ristorante di Rivodutri, un servizio del vino
impeccabile e puntuale, che rende onore al ricercato lavoro in
cucina di Enrico Pezzotti e ai patron Sandro e Maurizio Serva.
-->Miglior ristorante e carta dei vini
Oscar consegnato da Gianfranco Vissani a:
Ristorante Combal.zero - Rivoli (Torino)
Alle porte di Torino, di
fronte al Castello di Rivoli, sede del Museo d'Arte Contemporanea,
in un contesto impareggiabile, Davide
Scabin seduce e affascina con la sua cucina avanguardista fatta di
ingegno, tecnicismo e sperimentazione, che non manca di stupire
persino sui piatti tipici della tradizione piemontese.
Gli altri candidati
Ristorante Da Caino - Manciano (Grosseto)
Un ambiente familiare quello che propongono
Maurizio Menichetti e Valeria Piccini, dove oltre a sentirsi a casa
propria si può assaggiare una delle cucine toscane più territoriali.
Ad accompagnare gli splendidi piatti, una carta dei vini unica nel
suo genere, completa e ricercatissima in cui sarà impossibile non
trovare una stuzzicante etichetta.
Ristorante Le Calandre - Rubano (Padova)
Due fratelli affiatatissimi gli Alajmo,
Massimiliano in cucina, uno dei più giovani e capaci chef nostrani,
e Raffaele, a dirigere una sala organizzata in maniera
efficientissima. Nell'elegante scenario del ristorante
padovano viene realizzata una cucina all'insegna della classe e
della ricercatezza, con piatti unici e fantasiosi. Si chiude il
cerchio in cantina con una scelta di vini completa ed internazionale
assolutamente convincente. |