Da diversi anni la cantina Clavesana è vicina al proprio territorio con iniziative e promozioni utili, anzi indispensabili, per tutelare e rivalorizzare un prezioso angolo della nostra Penisola
Ci troviamo all'estremo sud del Piemonte, una ventina di chilometri dal confine con la Liguria, una cinquantina in linea d'aria dal mare. Un territorio collinare caratterizzato a valle dalle anse e dagli incredibili e spettacolari calanchi create dal lento serpeggiare del fiume Tanaro, dove la vite trova condizioni e altitudini limite per la sua coltivazione e concede ampi spazi ad altre colture complementari, nocciole soprattutto, ma anche grano e mais di antiche qualità autoctone.
Un ambiente dove è vitale perseguire la biodiversità, sia per questioni economiche sia per far rimanere intatto il prezioso ecosistema, limitandosi a sporadici insediamenti industriali ai margini dei caratteristici paesi ricchi di storia e cultura contadina: Clavesana, Carrù (di importanza nazionale la Fiera del Bue grasso che si svolge ogni anno a dicembre e ha il suo momento clou con l'Asta del Bue), Farigliano, Rocca Cigliè, Bastia, Marsaglia e Cigliè i borghi principali, contornati da decine di frazioni che la fuga degli anni '70 verso la città e l'agognato posto in fabbrica ha in parte spopolato rischiandone la desertificazione.
Negli ultimi anni è tornata però a pulsare la vita, grazie anche alle iniziative promosse da Clavesana e all'intraprendenza imprenditoriale, in parte straniera, che ha fatto nascere diversi agriturismi e bed and breakfast valorizzando parti di cascinali ristrutturati con estrema accortezza e gusto (da segnalare l'Agriturismo Il Palazzetto a Clavesana tel. 0173 790381 e l'Agriturismo I Calanchi a Bastia tel. 0174 60497), oltre ad alcune trattorie dove riscoprire tipicità e sapori di un tempo (a Carrù sosta imperdibile al Pastis Petit Restaurant tel. 0173 779054 e alla storica Trattoria Vascello d'Oro, nota per il bollito di carne, tel. 0173 75478), che oggi costituiscono l'indispensabile base d'appoggio di chi vuole concedersi alcuni giorni di trekking o di semplice relax.
In questo contesto un ruolo importante l'ha rivestito la cantina Clavesana, una cooperativa di 350 piccoli e medi coltivatori che conferiscono tutta l'uva vendemmiata in circa 520 ettari (di cui ben 440 di Dolcetto), diretta con grande cura e attenzione dal presidente Giovanni Bracco e dalla direttrice Anna Bracco. La cantina è attiva da oltre mezzo secolo nella tutela e nella valorizzazione del Dolcetto, il vino ricavato dall'omonimo vitigno autoctono del Piemonte diffuso in particolare nell'area compresa tra l'Albese e il Monregalese, che, con i suoi quasi 3 milioni complessivi di bottiglie, riveste il non facile ruolo di più grande produttore al mondo di questo vino.
Un segno tangibile della difesa del territorio è stato l'acquisto nel 2011 della scuola elementare della frazione Surie, evitandone il totale decadimento per farne un luogo di incontro e aggregazione. Poco sotto l'edificio e l'attigua chiesa, un anno fa è nato un vigneto sperimentale, chiamato "Una Giornata per domani", con diversi cloni rigorosamente di Dolcetto.
Il vigneto, della dimensione di circa 3.810 metri quadrati pari a una "giornata piemontese" (da qui l'origine del nome dell'appezzamento), è seguito dall'agronomo Riccardo Zanellato e dall'enologo Damiano Sicca, supportati dalla consulenza dello staff dell'enologo Gianfranco Cordero.
Nel corso della mia ultima visita a Clavesana, ho degustato alcune delle proposte aziendali:
Luciano Pavesio
Silvana Albanese
Nella foto: il bue "Ringo" di 1.200 kg allevato a Caraglio e aggiudicato all'asta alla Macelleria F.lli Targa di Grugliasco (TO)
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