18.09.2008 | Vino e dintorni

Un Sauvignon in terra Toscana

Quando leggo o scrivo sauvignon, il mio pensiero corre in quella magnifica terra che è il FVG, o meglio in quella zona ristretta denominata Collio, a ridosso del confine sloveno.

Chi mi segue ormai da diversi anni, sa perfettamente che tra le tipologie bianche, il sauvignon è, insieme al verdicchio marchigiano, una delle tipologie bianche da me preferite, questione di gusti personali sicuramente, ma anche dovuto al fatto che in diverse occasioni ho trovato prodotti di assoluta eccellenza in grado di trasmettermi emozioni allo stato puro. Questo di oggi ha attirato la mia attenzione per un duplice ordine di motivi :

- il primo che è prodotto in terra Toscana, e non è che sia poi molto diffuso in queste zone, per cui la curiosità e l’interesse sono cresciuti notevolmente;

- in secondo ordine perché l’azienda di cui stò scrivendo oggi è:


Castello del Terriccio

Località Terriccio
56040 Castellina Marittima (PI) Italy
Tel. 39.050.699709
Fax 39.050.699789
www.terriccio.it
info@terriccio.it


Per chi non conoscesse ancora questa azienda, direttamente od indirettamente, credo sia d’obbligo per chi vuole fare questo lavoro di winewriter, o per dirla in italiano scrittore di aziende e vini italiani, segnalarla per la grande qualità dei suoi vini, specialmente tra le tipologie rosse, che la collocano tra le prime in assoluto della Toscana, dell’ Italia, e capace di ben figurare anche in campo internazionale. Sono arrivato a questa azienda avendo partecipato all’ anteprima dei grandi Cru della Costa Toscana, dove in degustazione rigorosamente alla cieca, ho intercettato un loro vino descrivendolo cosi’ come uno dei più piacevoli e di grande qualità di quella terra:

Castello del Terriccio- punti 90/100 Tassinaia 04

naso intenso di bella fattura ed eleganza; bocca armonica, godibile e fine, in equilibrio: un bel vino.

Poi nelle serate successive, durante la cena di gala in una Villa d’epoca sulle colline di Lucca, ho provato un altro vino aziendale, il loro Top: il Lupicaia, più volte premiato dalla critica nazionale come uno dei migliori vini italiani in assoluto, e di questo ne do ampia e piena conferma: uno di quei vini armonici, eleganti, molto fini, in equilibrio sensoriale, di grande carattere e stoffa, dalla grande personalità, uno di quei vini che una volta incrociato non lo dimentichi più per molti e molti anni a venire, ma di questi vini ne scriverò più in dettaglio nei prossimi mesi .


Un po di storia aziendale
(liberamente tratto dal sito aziendale)

Le rovine del castello, da cui deriva il nome dell'azienda, ci riportano al Medioevo. Strategicamente posizionato in cima alle colline, abbracciava con lo sguardo tutta la costa tirrenica: era una torre di avvistamento da cui i Pisani potevano scorgere in tempo l'arrivo dei pirati Saraceni ed evitare le loro terribili razzie. Tra il Duecento e il Trecento, il vescovo di Pisa, nipote di papa Bonifacio VIII, in nome della Chiesa Romana, concesse in enfiteusi la tenuta ai conti Gaetani, che ne restarono proprietari per cinque secoli, durante i quali la realtà fortificata del castello lasciò il posto ad una attività agricola sempre più consistente: di qui la costruzione della fattoria per organizzare la produzione di grano, olive e uva, classiche colture della zona, con la realizzazione, nel Seicento, dei fabbricati ed in seguito della cantina aziendale.

Alla fine del Settecento, rimasto senza eredi quel ramo della famiglia Gaetani, il Terriccio fu acquistato dai principi Poniatowski, emigrati dalla Polonia, ai quali la proprietà - di grande interesse anche minerario, per la ricchezza di ferro, rame e altri minerali rinvenuti in profondità nei terreni collinari - appartenne fino alla prima guerra mondiale.


La famiglia Serafini Ferri

La moderna storia del Terriccio ha inizio nel primo dopoguerra, quando la Tenuta fu acquisita dai conti Serafini Ferri. Con gli importanti interventi di miglioramento fondiario realizzati negli anni Venti, i Serafini Ferri modernizzarono sensibilmente la fisionomia agricola dell'azienda. Fino agli anni Settanta la tenuta, che ospitava ben 60 famiglie di mezzadri, era più conosciuta per l'attività cerealicola (al punto da conquistare il record europeo di produzione del granturco in secondo raccolto), che per l'attività in campo vinicolo e difatti nel 1980 erano solo 25 gli ettari vitati.


La Cantina

Una Cantina storica

La cantina del Terriccio, non è sostanzialmente cambiata rispetto alla struttura storica risalente a fine Ottocento, nel rispetto di uno stile aziendale che considera l'inserimento discreto nell'ambiente, senza alcun stravolgimento come una regola essenziale.

Nella storica cantina dalle volte con mattoni a vista, l'unico cambiamento, dettato dall'esigenza di adottare le più moderne e razionali metodologie di lavoro, è rappresentato dall'ingresso di serbatoi d'acciaio, impiegati per le pratiche di vinificazione dei vini bianchi e rossi - che compiono la loro fermentazione alcolica con durate variabili a seconda delle tipologie e delle annate - laddove, in passato, campeggiavano torchi e grossi botti di legno di rovere di Slavonia.


Nuovi metodi di comunicazione e nuove necessità

Strumenti e contenitori affascinanti, ma legati ad un modus operandi, e ad un modello di vino, che è sostanzialmente cambiato, soprattutto dopo l'arrivo in cantina, nel 1993, dell'enologo Carlo Ferrini, nostro apprezzato consulente, che per l'affinamento dei rossi preferisce utilizzare le barrique di rovere francese, soprattutto di Allier. Piccoli fusti dove il Tassinaia, il Lupicaia, ed il nuovo rosso, il Castello del Terriccio, soggiornano non soltanto per acquisire la loro struttura e personalità, ma completano la fase cruciale della fermentazione malolattica.


La stile architettonico

L'assoluto rispetto della tipologia architettonica delle costruzioni - antichi casali rurali - che s'incontrano all’interno dell’azienda sono oggetto di un paziente lavoro di recupero, ed hanno guidato anche la costruzione, ancora in fase di completamento, della nuova ala della cantina, che ben s'inserisce nell'ambiente con il suo rivestimento esterno in pietra locale, la caratteristica merlatura e un'altezza che non supera quella del centro aziendale e della cantina storica.

Una volta ultimata, la nuova struttura consentirà una diversificazione e miglior organizzazione degli spazi di lavoro, ospitando le fasi di vinificazione e una moderna e attrezzata sala di degustazione. La vecchia cantina, invece, sarà completamente destinata ad un ancor più lungo affinamento dei vini rossi, che potranno così affrontare i mercati ed il giudizio degli appassionati una volta raggiunto un maggiore equilibrio ed una più compiuta maturazione.


Degustazione

CON VENTO- SAUVIGNON vdt 2003- GR.14-

Il nome deriva da un podere ove anticamente sorgevano dei fabbricati in cui i proprietari solevano ospitare anziani monaci per dare loro modo di trascorrere dignitosamente la vecchiaia, una sorta di convento quindi.

Successivamente questo nome ha assimilato il significato di “collina del vento” per il fatto che le vigne da cui si ottiene il “Con Vento” si trovano sull’unica collina esposta a tutti i venti. Questo vino è ottenuto da uve di Sauvignon Blanc in purezza, fermentato ed affinato in acciaio.

Scheda tecnica

Con Vento 2003

Vino da Tavola Bianco

Denominazione: Vino da Tavola Bianco

Uvaggio: 100% Sauvignon Blanc - Uve sane e molto mature (20°)

Ubicazione vigneto: 50 metri s.l.m., con esposizione sud/ sud-ovest

Densità per ettaro: 5.500 ceppi/ettaro

Sistema di allevamento: Guyot

Vendemmia: E’ stata effettuata a mano, a partire dal 14 agosto al 28 Agosto 2003

Durata della macerazione: Breve macerazione, pressatura soffice, sedimentazione del mosto.

Temperatura di fermentazione: 18° C circa con temperatura controllata

Maturazione: Medio/Lunga sosta sui lieviti; travaso dopo tre settimane, affinamento senza “malolattica” per 6 mesi in acciaio

Imbottigliamento: Aprile 2004

Grado alcolico: 14 % vol.

Acidità totale: 5,50 gr/litro

Estratto: 20 gr/litro

Produzione 2003: 16.000 bottiglie, commercializzate in scatole da 6 bott.

Note organolettiche: Vino bianco delicato ed elegante sia nell’aroma che nel sapore. Di colore giallo con dei riflessi verdognoli. Ha dei profumi molto decisi. Si sente il sambuco, la foglia del pomodoro e la frutta. In bocca molto fragrante, fresco con una bella acidità e una buona persistenza.


Note di degustazione


Devo subito annotare che questo vino, di primo acchito, vuoi per il colore piuttosto intenso, vuoi per i profumi, mi ha fatto pensare erroneamente ad un affinamento in legno, cosa invece che non è avvenuta, segno di una grande e matura materia prima:

si presenta nel bicchiere di un bel giallo paglierino in buona tonalità ; al naso sprigiona profumi intensi, ma anche insoliti per la tipologia, per come siamo abituati da tanti anni in Italia, zone FVG, profumi che sono al di fuori dei canoni tradizionali, non è sicuramente un Sauvignon del Collio, non presenta le note vegetali, ma piuttosto vira su note fruttate, di frutta ben matura, alle quali si sovrappongono note di camomilla, sambuco e fieno ; in bocca è caldo, ha risentito dell’annata molto torrida, è consistente, grasso di corpo, succoso e polposo, è un buon prodotto, sicuramente originale, fuori dagli schemi tradizionali conosciuti e da provare. Lunga la Pai finale.

Una nuova ed interessante esperienza, cari amici lettori, ma vi garantisco che il meglio deve ancora arrivare, e quanto prima ve ne scriverò in dettaglio, intanto segnatevi questo nome : Castello del Terriccio, se vorrete bere dei grandi prodotti della terra di Toscana, tra i migliori oggi in circolazione in Italia.

Alla nostra salute con i magnifici vini del Castello del Terriccio, grandi Cru della Costa Toscana.

Roberto Gatti
sommelier degustatore
Codigoro (Ferrara)
Email: gatti-roberto@libero.it
Winetaste.it - contact@winetaste.it
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