Una prima basilare e fondamentale nozione, dalla quale non potremo
mai discostarci e dimenticarcene è che cibo
e vino devono andare di pari passo, nessuno deve
prevalere sull’altro, proprio come in una coppia di sposi; il
matrimonio più felice, riuscito e longevo è quello in cui nessuno
dei due coniugi prevale sull’altro. Quindi è necessario molto
equilibrio sensoriale tra i piatti serviti ed i vini da abbinare, ed
andando avanti con questo articolo sarò più chiaro con esempi
esplicativi molto semplici.
Voglio cogliere questa occasione, durante questa nostra
chiacchierata tra amici, per marcare una mia regola, di carattere
generale, dalla quale molto raramente mi discosto e che per me è la
numero UNO: mai bere vino a stomaco vuoto,
poichè la testa dopo poco inizia "a girare" più o meno forte, (può
sembrare una grande ovvietà, purtroppo però per molti non sempre lo
è...). Quindi, regola numero uno, prima di bere mangiare sempre
qualcosa, anche un semplice pezzo di pane. Questo perché a digiuno,
il vino viene assorbito direttamente dalla mucosa dello stomaco, ed
entra subito in circolo nel sangue, con le conseguenze sopra
riportate. Inoltre bisogna non dimenticare "l’etilometro"
che in questo caso si innalzerebbe molto più rapidamente :-)
I vini vanno serviti con una sequenza che deve seguire questa
logica: dal più debole di corpo al più
strutturato, in altre parole dobbiamo andare in crescere
e mai in calare.
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Quindi iniziamo con i vini
bianchi e possibilmente, se ne abbiamo a
disposizione, con i frizzanti: prosecchi, spumanti,
metodo classico ecc, in quanto le bollicine sono
l’optimum come aperitivo da accompagnare agli antipasti,
poichè sollecitano e stuzzicano i succhi gastrici;
seguono i vini bianchi fermi,
dai più leggeri ai più consistenti;
poi possiamo servire i rosati,
i rossi di annata recente, frizzanti o fermi. |
Quindi i rossi importanti,
strutturati, invecchiati. Chiudiamo
generalmente ogni pranzo o cena con un vino dolce:
moscato o liquoroso, passito ecc., ma mai e sottolineo mai fare il
brindisi finale, abbinando al panettone, colomba o qualsiasi dolce
uno champagne od uno spumante secco!
Come dicevo in apertura: è questione di
equilibrio, di simbiosi, nessun elemento che troviamo sul
tavolo deve prevalere sull’altro. Poi ci sono delle nozioni di
carattere generale, che ognuno di noi potrà tranquillamente
verificare, a casa sua durante il pranzo o la cena, che sconsigliano
alcuni cibi ed abbinamenti:
1) l’aceto è nemico acerrimo del vino!
Provate allora a bere un qualsiasi vino (bianco o rosso è
indifferente) mentre mangiate un sottoaceto, o un’insalata condita
con aceto: prima assaggiate il vino con un semplice pezzo di pane
scondito od un crakers, e ne cogliete il profumo, il gusto e tutte
le sensazioni che vi potrà regalare; poi mangiate il vostro
sottoaceto, o l’insalata cruda all’aceto (anche se è balsamico) e
bevete ancora lo stesso vino e vi chiederete: ma questo è un altro
vino? Infatti sembrerà un altro vino, quasi imbevibile e questo è
dovuto proprio all’aceto che vi avrà alterato le papille gustative
della bocca;
2) il limone è nemico acerrimo del vino!
fate la stessa prova di cui sopra!
3) le spezie molto marcate non vanno troppo
d’accordo: il peperoncino
non vi farà più sentire cosa state bevendo;
4) se avete le mani che odorano di
formaggio o di
aglio e
cipolla, state sicuri che gli odori del vino non li
sentirete proprio;
5) il
cioccolato non va d’accordo con nessun tipo di vino,
anche se qualche abbinamento azzardato è stato fatto: Vino Ala,
barolo chinato, ecc. ma personalmente ritengo che, miglior
abbinamento dell’acqua con il cioccolato, non esista.
Generalmente un buon pranzo ed una cena
importante iniziano sempre con l’antipasto e quindi:
1) se l’antipasto è a base di
pesce al vapore od in bianco abbiniamo tranquillamente un vino
bianco frizzante, cosi’ come faremo se l’antipasto sarà a base di
tartine e stuzzichini vari, non troppo speziati; se invece
l’antipasto è a base di pesce salsato, in brodetto oppure carni
cotte in varie maniere, consiglio un buon rosato italiano, che non
sarà difficile reperire in enoteca od anche in qualche supermercato
ben rifornito;
2) continuiamo con i primi
piatti ed allora non ci dobbiamo dimenticare della nostra prima
regola: equilibrio e simbiosi, andiamo ad esaminare il condimento
con cui sarà preparata la nostra minestra o risotto ecc.
Se il risotto sarà a base di pesce dolciastro e/o aromatico (tipo
canocchie ecc.) abbineremo un buon vino aromatico, preferibilmente
dell’Alto Adige come un buon Gewurztraminer; se il piatto sarà più
corposo tipo un risotto in rosso di vongole/cozze od anguilla,
allora potremo abbinare un buon Sauvignon del Collio, un buon
Verdicchio Superiore dei Castelli di Jesi o Matelica ecc. o
continuare con il nostro rosato. Se invece il piatto sarà delicato e
leggero allora abbineremo un vino giovane dell’ultima annata
leggero: pinot bianco, falanghina ecc.
3) seguono i secondi piatti: con
grigliate a base di pesce generalmente vini bianchi strutturati di
2/3 anni: Tocai del Collio, Muller-Thurgau, Fiano d’Avellino,
Verdicchio Superiore di Jesi, Vermentino di Sardegna (anche
leggermente barricati) ecc.
Se invece i nostri secondi a base di pesce saranno in
brodetto: caciucco alla livornese, od anguilline di
valle in umido, ecc. sarà sicuramente più azzeccato
abbinare un vino rosso d’annata fermo o frizzante, a
seconda dei gusti, tipo una buona Fortana del Bosco
Eliceo, chiamata anche in zona Delta del Po’: Uva D’Oro
(andando alla ricerca oculata di una buona, che a dire
il vero, ad oggi, non sono poi tante in tutta la
provincia), oppure una buona bonarda dell’oltrepò
pavese, un rosso piceno, ecc.
Passiamo ai secondi a base di carne, ed anche qui
dobbiamo prendere in considerazione il tipo di carne
proposto ed il metodo di cottura. |
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Ad esempio un petto di pollo cotto a vapore o alla griglia richiede
sicuramente un vino bianco o rosso debole di corpo; se invece nella
grigliata troviamo costate, salsiccia, filetti ed in genere carni
rosse allora ci orientiamo verso vini rossi corposi e strutturati
quali: nero d’avola, cabernet-sauvignon (ne troviamo dall’ Alto
Adige alla Sicilia, anche se nel caso dei vini rossi le mie
personali preferenze vanno al Sud, mentre per i bianchi restano al
Nord), rosso conero, montepulciano d’abruzzo, cannonau di Sardegna,
primitivo del salento.
Poi possiamo trovare sulla tavola imbandita, piatti di selvaggina in
salmì, salama da sugo, cotechini ecc. ed allora come non pensare ad
un buon Barolo (portafoglio permettendo), un Brunello di Montalcino,
ed anche i più economici: Negroamaro del Salento, Primitivo di
Manduria, Sangiovese di Romagna (di cui esistono ottime bottiglie),
poi ancora: Gaglioppo in Calabria, Nobile di Montepulciano,
Montepulciano d’Abruzzo ecc., comunque tutti vini invecchiati almeno
4 e più anni, con una buona struttura e corpo.
Questa nostra chiacchierata tra amici, dovrebbe servire solamente a
fornire qualche spunto e consiglio, in quanto credo che a tavola,
al di là delle regole generali, ognuno di
noi abbia i suoi propri gusti, l’importante però è non
avere preclusioni e preconcetti mentali, in quanto bisogna provare,
sperimentare, verificare sempre di persona. Un esempio classico:
qualcuno, a ragione afferma che sul risotto di pesce non ci va il
formaggio e su questo concordo pienamente, ma non solo sul risotto
non ci va il formaggio; avete mai provato a non mettere il formaggio
su altri primi piatti? Provate ed in molti casi sentirete molto più
intensamente il condimento, il cui sapore con il formaggio verrebbe
attenuato e sopito, se non eliminato completamente.
Quindi consiglio di provare, sperimentare e verificare di persona, e
non dire: "a me questa cosa non piace", senza averla mai assaggiata
una sola volta, poi ognuno trarrà dalla sua esperienza e sensibilità
degustativa le proprie conclusioni, solamente dopo avere
sperimentato anche il contrario di quanto fatto e provato per anni.
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Un’ultima "fandonia" da sfatare
e smentita anche dall’esperienza e dalla scienza medica
è il detto: “non cambio tipo di
vino, passando dal bianco al rosso, altrimenti mi
ubriaco”; questo non è assolutamente vero;
dipende dalla quantità di vino assunto e da come lo
abbiamo assunto (mai a stomaco vuoto). Purtroppo con i
prezzi in circolazione, è sempre più difficile al
ristorante ordinare più di una bottiglia, ma
oggi molti ristoratori
intelligenti servono il vino “a bicchiere”,
consentendoci così di fare una bella carrellata in
ordine ai piatti serviti: bianchi frizzanti, bianchi
fermi, rosati, rossi giovani, rossi strutturati e "dulcis
in fundo”: un buon moscato od un passito.
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DETTO:
"Un pranzo senza vino è come un giorno
senza sole!"
L. Pasteur |
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Grazie dell’attenzione, augurandovi buon appetito e prosit con i
magnifici vini italiani.
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Roberto Gatti
sommelier degustatore
Codigoro (Ferrara)
Email:
gatti-roberto@libero.it
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