27.01.2002 | Vino e dintorni

Il corso è di vino, 120 in classe

Sete di sapere. L’Onav ha dovuto chiudere le iscrizioni e lasciare fuori dalle lezioni una sessantina di persone...

Villafranca. C'è il dentista che alla sera invece di guardare un film si gusta programmi enogastronomici sul canale pay-tv del Gambero Rosso, l’assistente universitario che si siede dall’altra parte della cattedra per immergersi nel mondo del vino con la sete di sapere dello studioso che entra in una biblioteca ben fornita. C'è chi lo fa per hobby e chi è talmente appassionato da voler intraprendere una professione. Ognuno ha proprie motivazioni, un personale modo di accostarsi al nettare di Bacco e una cultura diversa ma sono tanti, 120, sono giovani, e si ritrovano tutti, puntualmente, due sere alla settimana al corso di assaggiatori dell'Onav, nel salone del Mercato ortofrutticolo a Villafranca. A dire la verità, la sete di conoscenza e la voglia di impararare è tanta che la maggior parte degli iscritti, arriva in anticipo, per poter affinare l'olfatto imparando a riconoscere profumi e odori, annusando gli estratti che lo staff dell'Organizzazione nazionale assaggiatori vino mette a disposizione.
Le materie affrontate sono numerose e spaziano dal vigneto alla cantina, dai concetti di viticoltura, ai componenti del mosto, da come aprire la bottiglia e versare il vino al tipo di bicchieri da usare, dagli abbinamenti con le pietanze alle tecniche di vinificazione. Ma il clou della lezione è l'assaggio.
Al corso di vino dell’Onav hanno provato ad iscriversi in 180, ma arrivato a quota 120, pur con tanto dispiacere, il delegato Onav Pierino Grigolato ha dovuto chiudere le iscrizioni: impossibile far lezione con una classe più numerosa. E così ha dirottato gli ultimi arrivati al corso Onav di Bardolino. «Qui a Villafranca», spiega Grigolato, «vengono da tutta la provincia e anche dal mantovano. Ci sono iscritti che arrivano dalla Valpolicella, altri dal Basso Veronese, moltissimi dai paesi vicini. Arrivano anche da Roverbella e da altri comuni mantovani. Le lezioni sono tenute da esperti e ogni sera c’è una degustazione diversa. In più c’è in programma la visita ad alcune cantine: l’azienda Monte del Fra’ a Custoza e l’azienda Santa Sofia a Pedemonte».
Domani, domenica, è in programma la prima visita. Gli allievi degusteranno tutta la gamma dei vini della Monte del Fra’ dal Bianco di Custoza alla corvina e al cabernet. E potranno vedere le uve passite ancora nel fruttaio in attesa di diventare passito. La visita all’azienda Santa Sofia è prevista il 24 febbraio.
La degustazione è un momento del tutto unico e speciale per ciascun assaggiatore, in cui si cerca di dare una classificazione il più possibile oggettiva del vino in base a sensazioni visive e gusto-olfattive assolutamente personali. Come spiega Pierino Grigolato dell'Onav, «gli amatori del vino vanno educati ad apprezzarne le caratteristiche e le qualità. Affinando i sensi, impareranno ad andare oltre agli aggettivi buono e cattivo e a scegliere e capire cosa stanno bevendo».
Il bello sta proprio nel cogliere la diversità, il gusto dell'assaggio secondo Isacco Turina, villafranchese di 25 anni, assistente alla cattedra di Sociologia all'Università di Padova, che paragona il vino ai libri: «Ognuno è diverso dall'altro, ognuno ha la sua storia. Più che saper bere bene, ciò che mi affascina è la scoperta della differenza, delle diverse personalità del vino».
Per Luciano Toffali, dentista di 43 anni che abita in Valpolicella, ad Arbizzano, nella terra del Recioto, era inevitabile l'approccio al vino: alla sera, assieme alla moglie Loretta, che ha al suo attivo un corso di enologia, segue i programmi enogastronomici del Gambero Rosso alla tv: «Li trovo molto più intriganti del solito film», spiega.
E' invece una passione di famiglia quella che ha spinto Paola Gozzi, maestra d'asilo di trent'anni, di Mozambano (Mantova), a sfidare il freddo e le nebbie per frequentare il corso Onav: «Siamo viticoltori da generazioni, il vino è una tradizione». Come Paola, anche Marco De Fanti, trent'anni, bancario di Bussolengo, è spinto dalla sete di conoscenza: «Voglio capire cosa vuol dire bere il vino. Se poi scoppia la passione, chissà...».

FONTE: L'Arena - Maddalena Faedo

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