La sua Azienda
vitivinicola produce da diverse generazioni a Strevi alcuni dei Cru
di Moscato e Brachetto della zona, ed il suo invito a visitarla non
poteva essere disatteso... Nel corso degli anni la
Famiglia Marenco ha acquisito
diversi vigneti in Valle Bagnaria, come quello della cascina
Scrapona dalla quale si ottiene l’omonimo
Moscato d’Asti DOCG tappo raso: un eccellente vino da
dessert che presenta un perlage fine e persitente.
Al naso è intenso e persistente; i sentori fruttati giungono tutti
in sol colpo, belli, nitidi: dalla mela matura, al melograno, alla
piacevole nota ammandorlata dei noccioli d’albicocca e dei semi di
mela macerata. In bocca è pieno, avvolgente, ottima persistenza ma
soprattutto una dolcezza ben amalgamata, che gli conferisce un
ponderato equilibrio. L’abbinamento è gioco fatto; basta sposarsi di
pochi chilometri ed andare a scoprire un’altra dolce perla del
Monferrato:
gli amaretti di Mombaruzzo.
Ma le sorprese che la Signora Michela non sono finite… per chi pensa
al Moscato come vino dolce per antonomasia dovrà ricredersi
assaggiando “Muma”,
Moscato vinificato in barrique:
le note vanigliate di permanenza nel legno rafforzano i sentori
fruttati del vitigno; ne scaturisce una persistenza olfattiva e
gusto-olfattiva di particolare lunghezza, e la morbidezza del vino
sopperisce all’assenza di zuccheri. Sicuramente un prodotto
originale del quale sentiremo ancora parlare, come del resto merita
grande attenzione il “Carialoso”,
vino ottenuto dal vitigno autoctono “Carica l’asino”, quasi del
tutto dimenticato, ma che merita di essere vinificato in purezza:
sentori puliti di frutta matura a polpa gialla, pesca, albicocca,
che poi ritroviamo in bocca in tutta la loro piacevolezza, in un
contesto alcolico non eccessivo che li esalta: il risultato è un
piacevole retrogusto, quasi aromatico.
Per questo vino così particolare oserei l’abbinamento con un altro
prodotto unico della zona: la
Robiola
di Roccaverano, un formaggio fresco DOP di latte
caprino, ho assaggiato quello dell’Azienda Arbiora di Bubbio. Altro
vitigno di elezione della zona è il
Brachetto, uva aromatica a bacca rossa, che negli ultimi
anni sta ottenendo un grande successo presso il pubblico più
giovane.
Innegabile tale successo assaggiando il “Pineto”,
la versione tappo raso di questo vino DOCG: di qualità davvero fine
al naso, prevalente una nota di petali di rosa, che poi si ritrova
al palato ed ancora oltre, nel retrogusto davvero piacevole e
persistente; da sottolineare di nuovo l’ottimo equilibrio fra la
dolcezza e la freschezza.
Ma l’Azienda Marenco è andata oltre proponendo la versione passito
del Brachetto, il “Passrì di Pineto”: colore e profumi che ricordano
i frutti sotto spirito, in particolare la marasca; bocca pulita,
freschezza gradevole e dolcezza per nulla stucchevole; un vero e
proprio “liquorvino”, che benissimo lo immagino abbinato al
cioccolato fondente. Ma il Monferrato non è soltanto terra di
“aromatici”: qui troviamo vitigni autoctoni a bacca rossa che ben si
prestano sia al consumo quotidiano, che all’affinamento in legno.
Fra questi ricordo il Dolcetto d’Acqui
“Marchesa” 2003: un rosso rubino che apre con un sentore
di rosa per poi aprirsi in un ventaglio di note fruttate a polpa
rossa che si susseguono ben distinte; in bocca è talentuoso ma
scontroso per via di tannini ancora da arrotondare, ma la persitenza
è lunga, piacevole… sarà questa senz’altro una scusa per tornare a
visitare l’Azienda Marenco, e per assaggiare i prodotti gastronomici
superlativi della Val Bormida!
Info:
Marenco Vini
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Mariotti Mirco
axemir@libero.it |