Oggi con le nuove
tecniche agronomiche e di cantina, che piu' avanti illustrerò in
dettaglio, le sorprese in questo senso sono piu' frequenti di un
tempo, quando il vino bianco sembrava destinato ad una vita breve e
spesso mostrava i segni di una vecchiaia incipiente già dopo la sua
prima estate di vita, sfiancato dal caldo.
E' cambiata la viticoltura perchè il modo di intendere il bianco.
Scomparso, finalmente, il vino colore bianco carta indenne da
difetti, ma anche senza pregi, totalmente anonimo privo di
personalità, ormai rifiutato dal mercato, ne è arrivato uno molto
diverso sulle nostre tavole ed al bar, al momento dell'aperitivo.
Un bianco finalmente longevo, come
l'abbiamo sempre invidiato alla vicina Francia ed alla Germania,
dove nessuno si scandalizza se in un buon ristorante il sommelier
propone a ragione un vino di parecchi anni di vita. Perchè crescendo
e maturando un vino spesso offre qualcosa che avremmo perso per
sempre, stappandolo nel suo primo anno, se non addirittura nei primi
mesi di vita.
A tal proposito vi rimando al mio
precedente articolo in cui
consigliavo caldamente ai ristoratori, sommelier, appassionati di
iniziare a bere un bianco almeno ad un anno dalla vendemmia.
Ecco
lo scopo della due giorni della manifestazione
"Tutti i colori del bianco". Si è svolta a
Monteforte d' Alpone in prov. di
Verona una bella manifestazione chiamata "Tutti i colori del
bianco", perfettamente organizzata e condotta dal collega
Donati Bruno -studio di
comunicazione Skriba - coadiuvato dal Direttore del Consorzio Saove
Aldo Lorenzoni, il 27 e 28
maggio 2006. Si è tenuto nel suggestivo cortile del Chiostro
vescovile di Monteforte d' Alpone, un interessante e quanto mai
istruttivo convegno sulle potenzialità di invecchiamento del vino
bianco, e la spiegazione dei tanti motivi che permettono un ottimale
ed affascinante invecchiamento.
Al convegno è poi seguita una coinvolgente degustazione di vini
bianchi invecchiati anche fino a 40 anni, ma di questa ne parlerò
piu' avanti. Come molto spesso avviene le migliori scoperte si hanno
quasi per caso, e si è capito che presso i produttori le " rimanenze
" di cantina risultavano migliori delle annate giovani, ed a tal
proposito ricordo l'amico Angelo Accadia
produttore di ottimi verdicchio, che inizia a vendere il suo
Cantori' selezione dopo il caldo di luglio-agosto in quanto prima il
vino "non è pronto".
Ora riassumerò quanto hanno relazionato i vari partecipanti al
convegno :
a) Artuto Stocchetti - Presidente Consorzio
del Soave- Tema: Un Soave
Intramontabile
La zona tutta intorno a Monteforte d' Alpone e Soave è zona eletta
per vini bianchi. Dal 1985 al 1993 c'è stata in Italia la crisi del
vino bianco, poi si è cambiato il modo di produrre con infittimenti
in vigna, potature piu' appropriate al contenimento della
produzione, defogliazione, tecniche nuove in cantina com maturazione
sulle fecce nobili e fini, sovramaturazione in pianta. Questa è
stata la svolta che ha permesso di produrre vini piu' floreali e
minerali, mentra all'estero vengono prodotti vini con piu' corpo e
piu' legno.
b) Ermanno Munari - Vivai Cooperativi
Rauscedo - produttori di barbatelle innestate -
Tema: La riscossa dei bianchi alla Borsa della barbatella
Nel ' 99 a Monteforte d' Alpone e dintorni, seguendo la suggestione
della moda-mercato veniva impiantato Cabernet- Sauvignon ovunque,
commettendo un grave errore, perchè queste sono zone elette per vini
bianchi essendo i terreni di origine vulcanica ad alta mineralità.
(Se poi aggiungiamo che in tutto il nord Italia, molto spesso, le
uve faticano ad arrivare a piena maturazione per il clima temperato,
con quel sentore vegetale ed erbaceo in tutti i cabernet, allora
comprendiamo come questo sia un difetto e non un pregio come si
credeva erroneamente fino a qualche anno fa! n.d.r).
Venti anni fà la tendenza di impianto era 55% barbatelle a bacca
rossa e 45% a bacca bianca; nel 2000 si è arrivati, per seguire la
moda, all'80% vini rossi e 20 % bianchi; ora a distanza di due anni
nel 2002 ci siamo attestati al 50% + 50%. Quindi è impensabile che i
viticoltori possano seguire le mode, mentre invece devono seguire la
vocazionalità dei loro terreni (vini bianchi al nord + vini rossi al
sud. n.d.r).
c) Gaspare Buscemi -enologo -
Tema: Mi piace vederli diventare grandi
Il vino evoluto rappresenta il condensato della nostra cultura, per
permettere al vino bianco di invecchiare bisogna partire da una
grande materia prima (uva). In Francia si bevono bottiglie di 24
anni prodotte da cantine "naturali" nel senso che visitandole
possiamo vedere qualche botte di legno ed una pressa, senza altre
attrezzature, quindi Naturalità e longevità;
d) Flavio Prà - enologo -
Tema: Progettare un bianco lungimirante
Possiamo progettare fin dall'inizio un bianco lungimirante: buono
subito ma diverso tra 10/15 anni (piu' complesso e piu' buono). Fino
ad una decina di anni fà dopo 5/6 mesi il vino bianco era già finito
ma ora non è piu' cosi'. Le varie fasi che ci fanno durare il vino
bianco sono:
1) basse rese in vigna e quindi uva matura, piu' estratti e sostanze
nobili nelle bucce;
2) trasporto veloce in cantina in modo che l'uva arrivi integra
3) pressatura soffice in quanto le catechine ed i leutoantociani
sono sostanze negative che ossidano il vino, e quindi bisogna
estrarre solo le sostanze nobili;
4) pulizia statica del mosto con la tecnica del freddo in modo da
separare le fecce dal mosto;
5) controllo delle temperatura di fermentazione: 1 gr. puo' cambiare
l'assetto aromatico del vino;
6) un buon affinamento del vino sui lieviti come lo chiamano i
francesi "Elevage sur Liè", in quanto i vini risultano piu' stabili
nel tempo;
7) fino a tre anni fà la tendenza era di affinare il vino bianco in
legno, ora invece in vasche di acciaio facendo risaltare cosi' i
profumi delle uve di partenza e quindi vini piu' freschi;
8) una buona cantina è indispensabile: buia, fresca, con temperatura
ed umidità costanti tutto l'anno.
e) Carlo Casavecchia - direttore Duca di
Salaparuta - Tema: L'aria Siciliana
mantiene giovani
Fino a pochi anni fà in Sicilia si produceva l' 80% di vini bianchi,
tra tutti spicca il Marsala ecc., si eliminavano tutte le sostanze
presenti nelle bucce e nel mosto ed in 6/8 mesi i vini si ossidavano
irrimediabilmente; ora viene adottata la "tecnologia del minor
intervento" ed in vigneto si protegge l'uva lasciando piu' foglie in
pianta e con una piu' bassa produzione per ceppo.
f) Franco Giacosa - enologo -
Tema: I Profumi terziari
I profumi che si sviluppano con l'età molto spesso sono negativi: si
formano sostanze quali aminoacetofetone ecc., quindi il vino di
partenza deve avere un potenziale all'invecchiamento. Questo è tanto
maggiore quando si raccolgono uve ben mature, rese piu' basse in
vigna. Si è anche accertato che i composti negativi sono minori
quando c'è maggior quantità di azoto ed acqua nel vigneto, poi ci
sono sostanze che aiutano l'invecchiamento quale la vitamina C (
proprio come gli esseri umani, anche il vino è vivente n.d.r.) e l'
SO2.
Le ricerche in questo settore sono ancora in una fase iniziale. I
profumi di fermentazione svaniscono in fretta, per avere risultati
che ci fanno percepire note di eucalipto, piccanti ecc. occorrono
4/5 anni almeno.
g) Fausto Maculan - enologo - produttore
Tema: L'ultimo splendore prima del
declino
Per avere un vino invecchiato alla grande occorre un grande vitigno
ed una grande annata. Una volta stappato un vino di 25/30 anni
bisogna berlo immediatamente nel giro di pochi minuti (5 min.)
perchè altrimenti molto spesso il colore cambia bruscamente; in
queste fasi di invecchiamento il legno aiuta molto, e le note che si
colgono in questi vini cosi' longevi sono: pane grigliato, burro
fresco, nocciola, burro cotto, il sugo delle mele cotte. La cantina
naturalmente dovrà essere a 16 gr. tutto l'anno.
h) Alberto Mazzoni - enologo marche -
Tema: legno si o legno no? Forse meglio no
Il verdicchio è un vitigno duttile che si presta a molte
vinificazioni, il vino deve maturare ed anche il consumatore si è
evoluto. Nelle marche si sono studiate le zone, il clima, e non
tutti i vini sono adatti ad essere trasferiti in legno. Il 70 %
della qualità del vino nasce nel vigneto, il legno eventualmente
deve essere qualcosa di migliorativo ed allora bisogna farne un uso
moderato.
i) Marco Tebaldi - enologo-
Tema: Legno si, legno no forse meglio si....
Il mercato vive delle evoluzioni troppo veloci, un terrirorio è
difficilmente esportabile, ed auspica un uso ragionato del legno in
modo da raggiungere un buon equilibrio.
l) Bruno Trentini - enologo - Direttore
Cantina di Soave - Tema: IL Soave buono
giovane e maturo
Un vino nasce da un progetto: in campagna si può produrre in tanti
modi, come ad esempio la garganega viene coltivata in base al vino
che dovrà produrre
m) Rudy Kofler - enologo Cantina Terlano -
Tema: Invecchiare i bianchi è il nostro
mestiere
La cantina di Terlano ha in cantina annate di bianchi che
risalgono al 1983, molto longeve. Le tre parole che definiscono un
vino da invecchiamento sono: Longevità, Complessità, carattere. In
zona Terlano i terreni sono molto minerali, inoltre è molto
importante l'età dei vigneti: piu' la vite è vecchia e piu'
l'apparato radicale affonda nel terreno, trovando piu' mineralità.
Necessita altresi' armonia nel vigneto ed allora questa la
ritroveremo anche nel vino; rese contenute, irrigazione in fase
vegetativa solo per il necessario, maturazione fisiologica dell'uva
è molto importante.
Già 50 anni fà a Terlano si producevano vini longevi, quando ancora
non esistevano le moderne tecniche di cantina, quindi fondamentale è
il Territorio, che conferisca al vino un ph basso riduttivo, in modo
che il vino invecchi piu' lentamente, Sur Liè è molto importante
vengano eseguiti dei battonage settimanali in botte di legno di
grande capacità.
Bisogna individuare quale vigneto ha queste caratteristiche poi per
un anno viene affinato in legno grande e per 7/8 in acciaio, prima
di esser imbottigliato. Attualmente in commercio si trova il Pinot
Bianco Vorberg 1993
n) Fabrizio Penna - enologo - giornalista
Tema: Naturalità e qualità = longevità
negli anni ' 60 i vini bianchi erano scarichi colore bianco carta,
poi negli anni 70/80 vi è stata una svolta culturale di
avvicinamento al vino di qualità, ed infine negli anni '90/2000 si è
incominciato a produrre vini piu' completi, personali in direzione
di una maggior longevità.
La longevità deve andare però nella direzione della naturalità,
perchè il consumatore chiede qualcosa di sano e di naturale. Bisogna
fare un passo in avanti in viticoltura producendo uva sana: la
scommessa per il futuro è questa perchè la terra non è solo di chi
la coltiva ma è di tutti noi esseri umani e quindi bisogna coltivare
in modo sano.
o) Angelo Peretti - giornalista -
Tema: I miei bianchi del ' 40
Angelo Peretti è un amante dei vini bianchi invecchiati e
ci ha ricordato che non esistono solo i Francesi, ma i migliori vini
bianchi sono quelli che compra in Germania, che sono splendidi
subito, ma anche dopo molti anni: l' annata 1981 sa ancora di frutta
fresca, il ' 76, il 1971 grande annata, il 1959 che ci ha regalato
vini freschissimi. In ogni cantina devono esistere piu' annate dello
stesso vino, ne abbiamo il diritto noi consumatori, dobbiamo potere
comprare le bottiglie e non solo fare piccole degustazioni in
cantina.
LA DEGUSTAZIONE STORICA: 18 BIANCHI DAI 10
ANNI IN GIU'
Devo anche evidenziare il fatto che in libera
degustazione c'erano oltre 200 vini , presentati da 102 aziende di
tutta Italia, dall'annata 2003 in giu', ma sotto mi limiterò a
riferirvi di una degustazione "Storica" in quanto il vino bianco
piu' giovane aveva "solo" 10 anni.
Quindi per invecchiare un vino bianco
abbiamo bisogno: di una grande vigna, un grande territorio, una
grande annata, vinificazione sui lieviti ed una grande cantina ed
allora il gioco è fatto!
Prosit cari amici lettori con "I 18 ragazzi del secolo scorso"
N° |
tipologia |
nome |
azienda |
anno |
voto |
note |
1 |
Sauvignon |
|
Marchesi di
Grésy |
1996 |
80 |
acciaio +
barrique nuove leggermente tostate |
2 |
Pinot
bianco |
|
Vignalta |
1995 |
80 |
|
3 |
Verdicchio |
Vigna Ca’
Ruptae |
Moncaro |
1995 |
86 |
sulle bucce
4/5 ore, solo acciaio |
4 |
Verdicchio |
Villa Bucci |
Bucci |
1995 |
92 |
Vinif. In
botti legno grande 30/40/50 hl, di grande corpo |
5 |
Soave Cl. |
Monte
Carbonare |
Suavia |
1995 |
91 |
10%
barrique, 90% acciaio |
6 |
Sauvignon |
Gmajne |
Primosic |
1994 |
87 |
Qui si
sentono i profumi terziari: sono sparite le note vegetali |
7 |
Verdicchio |
Balciana |
Sartarelli |
1994 |
88 |
Solo
acciaio, senza malolattica per durare di piu'; estratto da
rosso 27/28 gr/lt. |
8 |
Soave |
La Rocca |
Pieropan |
1993 |
85 |
Terreno
calcareo; note di smalto, acetone, vetroresina, in bocca è
pimpante |
9 |
Pinot
bianco |
Terlano
Vorberg |
C. di
Terlano |
1993 |
93 |
Senza
macerazione, poi botte grande x 1 anno, sui lieviti; poi 7/8
anni acciaio, ancora fresco e godibile: Grande Vino |
10 |
San
Gimignano |
|
Panizzi |
1993 |
83 |
Vernaccia
100% |
11 |
Gewürztraminer |
Hofstätter |
Martin Foradori |
1992 |
94 |
Il naso è
accattivante, note terziarie piacevoli, originale, ampio e
persistente : tra i migliori della degustazione |
12 |
Chardonnay |
|
Maculan |
1990 |
84 |
|
13 |
Gavi |
Pilin |
Castellari
Bergaglio |
1990 |
86 |
Belle
sorprese: buoni i profumi evoluti, in bocca note terziarie e
nocciolate: barrique 80% nuove + 20% 2° e 3° |
14 |
Uvaggio |
Le Lave |
Bertani |
1988 |
88 |
In bocca
ancora fresco, pimpante, chissà quanti anni ancora durerà ?
Tanti |
15 |
Pinot
bianco |
Collio |
Buscemi |
1987 |
87 |
Al naso
scarsino, migliore in bocca dove è ancora integro |
16 |
Soave |
La Froscà |
Gini |
1985 |
80 |
Al naso
note ossidate, maderizzate, senza SO2, migliore in bocca,
ancora fresco, buona Pai |
17 |
Chardonnay |
Cabreo |
Ambrogio
Giov. |
1985 |
81 |
Scarso,
molle sia al naso che in bocca |
La Pietra |
Folonari |
|
|
18 |
Gewürztraminer |
|
Giorgio
Grai |
1967 |
91 |
Quasi 40
anni questo vino, grande impatto emotivo, ancora in buona
forma, solo note terziarie. |
|
|
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|
|
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