Tra i templi e le
ville della città romana torna a vivere il verde sepolto dalla lava
vulcanica che distrusse per sempre la flora del periodo classico
rigenerando una terra più giovane e fertile. Un itinerario
gastronomico che parte dal Thermopolium,
l’antica tavola calda, dove in un orticello sono piantate diversi
tipi di verdure per una ricca insalata a base di vitalba e
pungitopo, la nostra pianta selvatica “antisorci” molto gustosa per
i palati dei romani.
Una volta usciti ci immettiamo su via dell’Abbondanza e bussiamo
alla porta di Loreio Tiburtino,
ex proprietario di uno splendido frutteto fatto di mandorli,
cotogne, viti, ulivi e peri. Sulla stessa strada facciamo tappa alla
Casa di Venere in conchiglia con
il suo affascinante giardino dedicato alle piante sacre.
Successivamente giungiamo nei vigneti coltivati dall’aziende
vinicola Mastroberardino
attraverso tipiche forme di allevamento pompeiane come la vite
maritata al salice (arbustum gallicum) o quella palificata a gioghi
semplici (jugatis directa).
Un campo eno-didattico in cui eccellono i tannini del Piedirosso,
dello Sciascinoso e del giovane
rubino Villa dei Misteri, un doveroso omaggio ad un sito
archeologico mondiale atto ad annullare 2000 anni di storia. Il
percorso, che prosegue nel frutteto di Giulia Felice, si conclude
nell’orto officinale della Casa del Profumiere dove si producevano
unguenti unisex utilizzati da ricche matrone e da fanciulloni
patrizi del tutto incuranti se farsi annusare da un lui o una lei.
Un viaggio millenario che ci permette di conoscere la vita dei campi
nell’età romana passeggiando con la fantasia tra i costumi e i gusti
di allora.
I buongustai potranno anche acquistare spezie ed ingredienti per
realizzare le specialità in voga tra i sudditi della famiglia
Flavia, rispettando le tecniche culinarie del tempo grazie alle
ricette di Catone, Columella, Plinio ed
Apicio. Ricettari latini che ci tramandano pietanze
presenti tuttora sulle tavole e antichi manicaretti ormai seppelliti
dalla memoria, molto lontani dai nostri attuali sapori. Il libum, il
moretum o l’epytyrum sono gli antenati di piatti regionali che
stanno purtroppo scomparendo dalle tradizioni locali, sebbene
abbiano un lontano aroma che si avvicina agli eccentrici condimenti
della novelle cucine. Chi volesse preparare un tipico pranzum
pompeianum può esercitarsi con alcune portate descritte da Apicio
nel suo De re coquinaria.
Pesche alla salsa di cumino
Mondare delle pesche molto dure, tagliarle a pezzetti, lessarle,
disporle in un tegame. Stillarvi sopra un po’ d’olio e servirle con
salsa di comino.
A. IV, II, 34
Sugo d’orzo o di spelta
Ammollare ceci, lenticchie, piselli; manipolare, lavandoli, l’orzo e
la spelta messi a bagno il giorno prima e lessarlo con i legumi.
Quando ha ben bollito, versarvi olio a sufficienza, e gettare nella
pentola erbaggi verdi, cioè pori, coriandolo, aneto, finocchio,
bietole, malva, cavolo tenero. Lessare a parte dei cavoli e tritare
dei semi di finocchio a sufficienza, origano, silfio e ligustico.
Tritarli, stemperare con salsa di pesce e versare sopra i legumi.
Tagliarci sopra anche ritagli sottili di cavolo.
A. II, I, 7
Polpette involtate nell’omento
Tritare della polpa sminuzzata con mollica di pane di siligene
ammollata nel vino. Pestare insieme pepe e salsa di pesce; se si
vuole anche bacche di mirto prive di semi. Confezionare piccole
polpette mettendovi dentro dei pinoli e del pepe. Si avvoltolano
nell’omento e si scottano leggermente con vino dolce.
A. II, I, 7
Fusti di cavolo
Lessare e tagliarli a metà; tritare le sommità delle foglie tritate
insieme a coriandolo, cipolla, comino, pepe, passito o vino dolce
cotto e poco olio.
A. III, IX, 1
Frittata con latte
Sciogliere insieme quattro uova, un’emina (un quarto) di latte,
un’oncia di olio, in modo da ottenere un tutto omogeneo. Versare un
po’ di olio in una padella sottile e farlo bollire. Poi aggiungere
il composto già preparato. Quando è cotto da una parte, rivoltarlo
in un piatto rotond, bagnare con miele, cospargere di pepe e
servire.
A. VII, XIII, 8
Ricette tratte da De Gustibus
Antica Erboristeria Pompeiana
Fonte:
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