Come anticipato da
Monciatti, nel corso della sua descrizione introduttiva,
i locali della cantina reduci dalla recente vendemmia sono stati
trovati ancora in quell’ affascinante disordine post- vendemmiale.
Grazie a questi “lavori in corso” è stato possibile annusare in
anteprima i profumi del Sangiovese
e dello Chardonnay di questa
ultima vendemmia prelevati direttamente dai tini di rovere austriaco
e dalle barriques.
Il cammino verso le cantine sotterranee dell'azienda passa
attraverso la bottiglieria, luogo in cui il vino si affina in vetro
e dove è attentamente conservata la raccolta di tutte le annate
precedenti, ma il luogo più suggestivo e affascinante è certamente
il locale ricavato sotto il giardino e scavato nel
“galestro”, la roccia friabile
tipica di queste parti, quella roccia di cui è formato il terreno di
questa zona e che contribuisce in maniera determinante a
differenziare il vino prodotto in Gaiole
in Chianti da quello degli altri
comuni del Chianti Classico, un vino che fa della finezza e della
eleganza le sue caratteristiche peculiari.
Lungo la parete, avvolte dalla roccia quasi come in un grembo
materno, corrono le tante barriques in cui il Sangiovese si affina e
matura prima di diventare “Solare”;
si ha proprio l’impressione di essere nel “ventre del Chianti” e
questa atmosfera, a tratti primordiale, riesce a fondersi in un
armonico ”blend” con quella spaziale e avveniristica emanata dal
“caveau”, un locale costruito interamente in acciaio inox e
appositamente concepito per dare alle bottiglie più importanti un
rifugio sicuro.
Con la sapiente guida dell’enologo sono stati degustati nell’ordine
il Capannelle 1999, il Sangiovese
base dell’azienda, un vino che non sarà più prodotto ma che è
servito ad introdurre l’assaggio del Solare
1999, un blend di Sangiovese
e Malvasia Nera, un
vino importante, di carattere che esprime al meglio le
caratteristiche del territorio, con la classica eleganza tipica dei
vini di Gaiole; è toccato poi al
50&50 2000, un blend di pari percentuali del migliore
Merlot di Avignonesi, storica azienda di
Montepulciano e del miglior
Sangiovese di Capannelle, un vino dal taglio e dallo
spessore internazionale, un Supertuscan tra i più ambiti sul
mercato.
Una piccola sorpresa riservata ai partecipanti è stata la
degustazione, in anteprima assoluta, della primissima frangitura
dell’ olio extravergine di oliva prodotto in azienda, franto proprio
nella mattinata prima dell’arrivo degli ospiti, un gustoso caso di
en primeur nell’en primeur e degnamente onorato da tutti i presenti.
L’annullamento dei Certificati di Proprietà e la consegna dei lotti
hanno concluso questa deliziosa giornata, che ci ha dato
l’opportunità di incontrare nuovi membri della grande famiglia
Futurewine e di rivederne altri
già conosciuti nelle precedenti Cerimonie.
Alessandro Maurilli
almapress@tiscali.it |