A Piobbico (PS) una singolare gara riservata ai giovani chef di tutta Italia. Allievi di istituti di ristorazione si cimenteranno con i prodotti tipici della zona. Un aiuto al turismo enogastronomico.
Onore al merito per quei comuni dell’entroterra pesarese che hanno compreso appieno il valore e l’importanza dei prodotti tipici del territorio e dell’enogastronomia. Uno straordinario mezzo di autopromozione e di sostentamento economico che in pochi anni ha rappresentato il volto nuovo di un territorio che ha saputo investire con intelligenza su se stesso. Mentre altre zone della provincia assistono quasi impotenti al problema dello spopolamento e del progressivo smantellamento delle attività produttive, alcuni comuni dell’interno vivono invece una nuova fiorente primavera all’insegna della riscoperta dei prodotti tipici, della cucina e della buona tavola. Parliamo ad esempio di Acqualagna, ma anche di Sant’Agata Feltria, Piobbico, Sant’Angelo in Vado. Sono solo alcuni esempi di località diventate famose in tutta Italia. Trasmissioni televisive, collegamenti in diretta, inserti nelle riviste specializzate: il mondo dei media sembra aver scoperto l’entroterra pesarese come la nuova fucina dei sapori, la nuova “Toscana" dei profumi del sottobosco. In testa re tartufo ma anche ogni tipo di funghi e ancora cereali e legumi. E poi l’abilità delle lavorazioni dell’uomo con i formaggi, i salumi, l’olio extravergine di oliva, le conserve, le composte di frutta, i vini. Insomma l’universo dei sapori è racchiuso in una sorta di “scrigno" magico che fa della provincia di Pesaro e Urbino uno dei nuovi poli di interesse agroalimentare d’Italia.
E mentre Acqualagna pensa a come far parlare di sé tutto l’anno grazie alla stagionalità e alle varie specie di tartufi, Piobbico risponde lanciando un concorso nazionale del titolo piuttosto evocativo: “Il cuoco perfetto". Si tratta di un’iniziativa riservata agli studenti degli Istituti alberghieri d’Italia sul tema: “il fungo e il tartufo tra innovazione e tradizione". Descritto così potrebbe apparire come un trattato scientifico di alimentazione, invece si tratta semplicemente di un concorso dove saranno valutati nuovi piatti e ricette a base di funghi e tartufi: i rinomati protagonisti della tradizione culinaria locale e della cucina di qualità. Il concorso, che si svolgerà il 12 e 13 aprile al Castello Brancaleoni, è riservato a dieci finalisti selezionati tra gli allievi del IV e V anno di tecnico dei servizi della ristorazione degli istituti alberghieri italiani. Compito dei partecipanti sarà quello di valorizzare – nella piena libertà della creazione e della fantasia – nuove declinazioni per le due pregiate risorse gastronomiche. Tartufi e funghi dovranno essere accompagnati agli altri prodotti tipici del territorio: carni bovine, equine e ovine di montagna, pesci di acqua dolce e di mare, formaggi e salumi di produzione locale, conserve, pani, focacce e dolci. La giuria del concorso sarà composta da prestigiosi nomi della gastronomia italiana: Alfonso Jaccarini, chef del ristorante Don Alfonso 1890, Paola Ricas, direttore della rivista “La cucina italiana", Piero Meldini esperto di cultura del cibo, la preside della facoltà di sociologia di Urbino, Lella Mazzoli e il sommellier Gualberto Compagnucci.
di Claudio Salvi