Questo vitigno è
un’antichissima varietà campana a bacca bianca, citata da
Plinio il Vecchio nella sua
Naturalis Historia, è ormai da
tempo in fase di rilancio ed è diffuso in tutta la Campania. Il suo
nome deriva dal latino Cauda Vulpium
per la sua forma caratteristica che ricorda appunto la coda della
volpe.
Fino a qualche anno fa veniva utilizzata dai contadini irpini per
tagliare il greco e il fiano riuscendo ad abbassare subito l’acidità
e anticipando così i tempi del consumo, poi la scelta di anticipare
leggermente la vendemmia e di vinificarla in purezza segnando,
vendemmia dopo vendemmia, decisi passi in avanti. Un particolare
importante è la sua durata: dopo i due anni generalmente cede
sempre. In purezza è doc come Irpinia, Sannio e Taburno e nelle igt
Beneventano, Campania e Pompeiano.
14 i vini che sono passati sotto l’esame attento di 12 degustatori
AMIRA (Aiello,
Buonora,
Calabrese,
Cavallaro,
Daniele,
Falanga, Grippo,
Lembo B,
Napoleone, Sangiovanni,
Taurone e
Vicinanza).
I campioni degustati nei saloni dell’ Hotel Esplanade di Paestum,
hanno decretato il seguente risultato. Naturalmente, è possibile per
numerosi motivi che un altro campione della stessa azienda e della
stessa annata possa dare un giudizio diverso.
1°
vino classificato: Coda di volpe
2005, Beneventano Igt,
Il
Poggio, Torrecuso (Bn). Questa del “Poggio” è stata
la Coda di Volpe che è piaciuta di più. La cantina è a Torrecuso,
grande zona di vini, che pochi mesi fa andò alla ribalta per aver
vietato i trucioli nel suo comune. L’azienda è condotta da Carmine
Fusco che è anche enologo, produce circa 20.000 bottiglie e i
vitigni che usa sono l’Aglianico, la Falanghina e la Coda di volpe.
Tra le curiosità, “Il Poggio” aderisce al Progetto Qualità Globale
Du Pont per la garanzia di qualità e salubrità delle uve e dei vini,
alla quale viene associata la lotta guidata, integrata con il
monitoraggio atmosferico delle condizioni. Veniamo al vino:
“eccellente” all’esame visivo.
Al naso, molto pulito, ha avuto l’ “ottimo/buono” con sentori che
ricordavano la mela rossa non troppo matura. Al gusto “ottimo” in
tutti i parametri della scheda Amira. Una piccolo azienda e un
grande vino…complimenti. Gradazione alcolica 12%. Punteggio finale
81/100, ottimo.
2° vino classificato:
Coda di volpe 2005, Irpinia Doc, Terranera,
Grottolella (AV). Anche questa una bella “coda” prodotta
da un’azienda che interpreta i vini valorizzando la tipicità. Bella
anche la “veste” della bottiglia. “Eccellente” alla vista.
All’olfatto “buono” all’intensità e alla persistenza e “ottimo” alla
finezza. Sentori percepiti: foglia di pomodoro e mela gialla.
“Ottimo” al gusto dove unicamente l’intensità è risultata solo
“buono”. Gradazione alcolica 12%. Punteggio finale 78/100, buono.
3° vino classificato ex aequo:
Coda di volpe 2005, Campania Igt, Manimurci,
Paternopoli (AV). Anche la Manimurci ha prodotto una
bella espressione di questo vitigno. In degustazione ha avuto
l’eccellenza come tutti i vini degustati. Al naso ha leggermente
deluso avendo raggiunto appena il “buono” in tutto, mentre al gusto
non è dispiaciuta ed ha dimostrato di essere un vino molto corretto.
Gradazione alcolica 12,5%. Punteggio finale 74/100, buono.
3° vino classificato ex aequo:
Coda di volpe 2005, Pompeiano Igt, Sannino,
Ercolano (NA). Questo risultato è la conferma che alla
“Sannino” ci sanno fare sui bianchi. Ricordo che in una nostra
precedente degustazione sulla Lacryma Christi Bianco 2005 doc (base
Coda di volpe), la Sannino ha centrato il primo posto su 12 vini
degustati. Questa “Coda”, un po’ come le altre, è piaciuta molto di
più al gusto che al naso, comunque un bel vino.
Su questo prodotto ci allacciamo alla proposta di Luciano Pignataro
(autore della “Nuova guida completa ai vini della Campania”) che lo
vede bene su uno spaghetto alle vongole o con un provolone del
Monaco di Vico. Gradazione alcolica 12,5%. Punteggio finale 74/100,
buono.
5° vino classificato:
Coda di volpe 2005, Irpinia Doc, D’Antiche
Terre, Manocalzati (AV). Ancora un vino prodotto da
un’azienda che sa il fatto suo. Bastano questi numeri per capire: 40
ettari di proprietà e 350.000 bottiglie prodotte. Questa “Coda” è
risultato un piacevole vino da bere giovane. In degustazione nella
scheda Amira ha avuto l’“eccellenza”alla vista con un bel colore
giallo paglierino carico, al naso e al gusto ha avuto il “buono” in
tutto, fatto eccezione nella persistenza gustativa in cuisi è
meritato l’ “ottimo”. Gradazione alcolica 12,5%. Punteggio finale
68/100, buono.
6° vino classificato ex aequo:
Coda di Volpe 2005, Taburno Doc, Fattoria
La Rivolta, Torrecuso (BN). Vino corretto e piacevole.
“Eccellente” al visivo. Tutto “buono” all’olfatto e al gusto. Al
naso si evidenziavano eleganti sentori di fiori freschi bianchi e
frutta fresca anch’essa bianca. Gradazione alcolica 12,5%. Punteggio
finale 66/100, buono.
6° vino classificato ex aequo:
Coda di Volpe 2005, Irpinia Doc, Di Meo,
Salza Irpina (AV). Stesso punteggio del precedente
ottenuto con meno persistenza olfattiva e più persistenza gustativa.
I sentori al naso erano leggermente esotici, per intenderci si
percepiva la banana. Gradazione alcolica 12%. Punteggio finale
66/100, buono.
8° vino classificato:
Coda di Volpe 2005, Irpinia Doc, Struzziero,
Venticano (AV). Gradazione alcolica 12%. Punteggio finale
64/100, buono.
9° vino classificato:
Coda di Volpe 2005, Taburno Doc, Ocone, Ponte
(BN). Gradazione alcolica 12,5%. Punteggio finale 61/100,
buono.
10° vino classificato:
Coda di Volpe 2005, Irpinia Doc, Vadiaperti,
Montefredane (AV). Gradazione alcolica 13%. Punteggio
finale 58/100, sufficiente.
11° vino classificato:
Coda di Volpe 2005, Irpinia Doc, Castel dei
Franci, Castelfranci (AV). Gradazione alcolica 12,5%.
Punteggio finale 51/100, sufficiente.
12° vino classificato:
Coda di Volpe 2005, Campania Igt, Grotta del
Sole, Quarto (NA). Gradazione alcolica 12,5%. Punteggio
finale 49/100, sufficiente.
La Coda di Volpe: un vitigno che può regalare, ai produttori ed ai
consumatori, grandi soddisfazioni.
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