Si allarga la gamma delle attività consentite agli agriturismi. Ieri la piscina, il maneggio coi cavalli, l'enoteca, l'invasettamento dei prodotti agricoli, l'organizzazione di veri e propri viaggi era soggetta ai capricci ed alle interpretazioni delle autorità comunali e sanitarie. La stessa Guardia di Finanza è più volte intervenuta a sanzionare. Dal punto di vista delle normative urbanistiche il caos era ancora più ampio. Ora tutto sparisce grazie alla nuova legge di "orientamento e modernizzazione del settore agricolo", la n.228/2001. E c'è di più: cuochi e camerieri degli agriturismi potranno essere assunti direttamente con il contratto "agricolo". Nella stessa maniera potranno essere inquadrati anche i familiari collaboratori dell'imprenditore agrituristico. Per le opere necessarie per abbattere le barriere architettoniche sarà possibile applicare le più favorevoli leggi 10/1977 e 104/1992. Importante è anche la rivoluzione introdotta nella qualifica di "imprenditore agricolo", il titolo senza il quale non si poteva accedere a molte provvidenze. Oggi, a volerla fare semplice, è imprenditore agricolo chiunque esercita l'attività di agricoltore. Non si considera più l'eventuale altra professione svolta. La svolta è molto importante perchè apre a pieno titolo il settore ai tanti che erano costretti alla finzione della moglie "coltivatrice diretta", solo per poter presentare i progetti per i finanziamenti pubblici. E il settore che più beneficerà di questi cambiamenti è proprio l'agriturismo. "PIU' CONTROLLI" "Ritengo che saranno più che altro sistemate delle situazioni di fatto. I cuochi o i camerieri di quasi tutti gli agriturismi - dice Brigida Cuozzo, responsabile di "Turismo Verde", già oggi sono inquadrati nell'agricoltura". Una voce dissonante arriva da Diodato Buonora, presidente dell'Amira, l'associazione dei maitre degli alberghi e dei ristoranti della zona di Paestum e del Cilento. "Ho l'impressione che facendo così aumenteremo solo la concorrenza sleale nei confronti dell'attuale ristorazione. Girando per gli agriturismi vedo molte cose che gridano vendetta. Dalla mozzarella di scarto (ed in una zona piena di caseifici di nome) ai vini sfusi, dall'olio non d'oliva messo in contenitori di plastica all'uso dei servizi di catering. L'agriturismo dovrebbe essere il tempio dei nostri prodotti tipici ma, nei fatti, ne è la tomba. Non capisco perchè i ristoratori non si ribellano e pretendano controlli adeguati". "A risentirne sono i tanti operatori agrituristici seri - dice ancora Brigida Cuozzo - sono loro a chiedere ad alta voce i controlli. Bisogna stroncare il fenomeno degli agriturismi senza terra o dove l'attività agricola è solo una copertura per un'attività di semplice ristorazione o alberghiera". E gli agricoltori? "Sapori Sapori" è il consorzio, nato in casa Coldiretti, che organizza le nostre migliori produzioni tipiche per portarle a vincere la sfida del mercato. Cominciando da casa propria. "VOGLIAMO L'ALBO DEGLI OPERATORI" Il più famoso? E' "Il Castello", a Ceraso, di proprietà di Anna Mautone, mamma della miss Italia Daniela Ferolla. L'elenco poi continua con (dati a luglio 2001) altri 540 agriturismi. Vanno dalla costiera amalfitana a quella cilentana, registrando delle presenze significative anche nelle zone più interne della nostra provincia. Il 68% è in collina, il 12% in pianura e solo il 5% si trova in montagna. La prima sorpresa arriva dalle "proprietà" delle strutture: sono medici, insegnanti, presidi e dipendenti pubblici. Davvero pochi sono gli agricoltori veri e propri. Sono i risultati di una recente indagine conoscitiva svolta dal Cipat in collaborazione con l'università "La Sapienza" di Roma. "Il fenomeno è la risultante - dice Raffaele Beato, direttore dell'Ersac - di un pieno utilizzo dei fondi di sviluppo comunitario e delle agevolazioni accordate dallo Stato e poi dalle Regioni. In Campania c'è stata una vera e propria esplosione: dalla decina dei primi anni '90 ai 1300 di oggi. Ora però va riqualificato. C'è bisogno di un vero e proprio albo degli operatori". La ricerca si è occupata del profilo del cliente - tipo che ha tra i 30 ed i 50 anni, ha un'istruzione superiore, è un libero professionista o un dipendente pubblico. Il canale di comunicazione usato per "scegliere" è una guida agrituristica oppure il passaparola. Si sceglie di soggiornare in un agriturismo per il migliore rapporto tra prezzo e qualità, la posizione geografica che permette di accedere sia ai prodotti tipici che alle risorse naturalistiche ed ambientali. Rosario Gallo, medico di base, è il proprietario de "Il Gallo Verde" di Altavilla Silentina, dove oltre alla ristorazione ed all'ospitalità c'è un bel museo della civiltà contadina. "Le maniche larghe della Regione sono finite. Ora bisogna dimostrare - dice Gallo - di avere alle spalle un'azienda agricola con tanto di bilancio. Il contributo è calato dal 75 al 50%. Non c'è spazio per gli avventurieri". L'esperienza di Gallo conferma il successo delle aziende dove il concetto di agriturismo è verificabile. "Gli utenti vengono da me grazie ai consigli di c'è già stato. Se bari sei finito. E ti apprezzano anche per il recupero delle tradizioni gastronomiche e culturali". Piera Spatola, a Battipaglia, ha invece messo su un'agenzia di viaggi enogastronomici, la "Vinviaggiando": "Al Vecchio Casale di Vatolla, nei dintoni del Palazzo Vargas di G.B. Vico, ho respirato le atmosfere contadine di una volta". Brigida Cuozzo, consiglia invece una "full immersion" ai "Moresani" di Biagio Fedullo, a Casalvelino. di Oreste Mottola mottola@freemail.it Links Utili: |