Erano i primi anni ’90 quando, sulla scia delle tendenze mondiali, si stavano abbandonando i vitigni autoctoni italiani, per dare piu’ spazio e diffusione ai “ vitigni internazionali “.
Abbiamo assistito al proliferare di :chardonnay, cabernet-franc e/o sauvignon, merlot ecc.
Il problema era che, il maggior reddito per le aziende proveniva proprio dai vini prodotti con i vitigni internazionali, perché richiesti un pò in tutto il Mondo, Usa in testa.
Poi teniamo conto che nel mondo del vino assistiamo a dei " cambiamenti ciclici o storici ",dettati da usi e costumi, tendenze, mode, ma anche dal " cambiamento del gusto internazionale".
I nostri viticoltori si sono trovati nei primi anni '90, nelle condizioni, dettate loro dalla esigenza di far quadrare i bilanci aziendali, di abbandonare i vitigni autoctoni poco remunerativi, a favore appunto degli internazionali.
Ci siamo poi accorti, addetti i lavori ma soprattutto appassionati e consumatori, che i vini affinati in barrique, specialmente quelli internazionali, alla fin fine sembravano ed erano tutti uguali, omologati ad un " clichè " internazionale prestabilito:note di spezie e vaniglia al naso;super concentrazioni in bocca, sfiorando in certi casi il " sentore di marmellata "; tannini super morbidi, e non da ultimo un leggero residuo zuccherino, quanto mai " ruffiano " ed ingannatore.
I giornalisti , le guide e gli opinion leader , a mio avviso sono stati " vittime " a loro volta di tutto questo, inseguendo i vari Parker, Rolland ecc., d'altronde i vini piu' richiesti e gettonati oltreoceano erano prevalentemente questi : gli internazionali.
Il consumatore e l'appassionato italiano si è poi accorto, stanco di bere vini sempre uguali a se stessi, che ci poteva essere qualcosa di diverso e piu' interessante, se non migliore ed ecco allora la " riscoperta " e la rinascita di vitigni/vini quali :Il Primitivo di Manduria
Il Sagrantino di Montefalco
Il Nebbiolo della Valtellina
Il Tocai Friulano, ora chiamato solo Friulano
Il Nero d' Avola in SiciliaIl Cannonau,
il Carignano in Sardegna
Il Nero di Troia in Puglia
L'Aglianico del Vulture, del Beneventano
La Falanghina della Campania
Il Verdicchio delle Marche
Il Picolit del FVGEcc. ecc.
Vi è stata poi, ad inizio anni 2000 , una " rinascita e riscoperta " di alcuni vitigni autoctoni, quasi sconosciuti ai piu', per cui dobbiamo ringraziare e dare merito ai bravi viticoltori che con caparbietà e tenacia hanno mantenuto in vita questi vitigni destinati alla scomparsa perenne ed all'oblio. A titolo di esempio cito i primi che mi vengono in mente, quali :
Il Cornalin del Friuli
La Vitoska del Carso
L'albana rossa della Romagna
Il Sussumaniello in Puglia
Il Perricone in Sicilia
Il Carignano in SardegnaEcc.
ed infine :La Tintilia del Molise, di cui sono stato il primo giornalista italiano ad occuparsene, con la recensione dell'azienda molisana Angelo D'Uva;
Il Pecorino abruzzese, con la recensione dell'azienda Contesa di Rocco Pasetti;
La Passerina ecc.
Oggi invece, cari amici lettori, Vi voglio scrivere di un altro interessante, ed allo stato attuale ancora raro, vitigno/vino abruzzese : LA COCOCCIOLA, che fino a pochissimi anni fa veniva usata principalmente come uva da taglio per conferire freschezza ed acidità ad altre tipologie.
Oggi invece abbiamo già sul mercato alcune Cococciole vinificate in purezza, per cui tenterò un primo approfondimento e conoscenza con questo articolo.
DISCIPLINARE DI PRODUZIONE DELLA I.G.T. COLLINE TEATINE
Disciplinare di produzione dei vini ad Indicazione Geografica Tipica "Colline Teatine" Articolo 1(Denominazioni e vini)L'indicazione geografica tipica "Colline Teatine" accompagnata o meno dalle specificazioni previste dal presente disciplinare di produzione è riservata ai mosti, ai mosti parzialmente fermentati ed ai vini che rispondono alle condizioni ed ai requisiti in appresso indicati. Articolo 2(Base ampelografica)L'indicazione geografica tipica "Colline Teatine" è riservata ai seguenti vini:- bianchi, anche nelle tipologie frizzante e passito;- rossi, anche nelle tipologie frizzante, passito e novello;- rosati, anche nella tipologia frizzante e novello.I vini ad indicazione geografica tipica "Colline Teatine" bianchi, rossi e rosati devono essere ottenuti da uve provenienti da vigneti composti, nell'ambito aziendale, da uno o più vitigni idonei alla coltivazione per la regione Abruzzo.L'indicazione geografica tipica "Colline Teatine" con la specificazione di uno dei seguenti vitigni: Bombino, Chardonnay, Cococciola, Falanghina, Fiano,Garganega, Greco, Malvasia, Manzoni bianco, Montonico, Moscato, Passerina, Pecorino, Pinot bianco, Pinot grigio, Riesling, Sauvignon, Trebbiano (da Trebbiano abruzzese e da Trebbiano toscano), Vermentino è riservata ai vini ottenuti da uve a bacca bianca provenienti da vigneti composti, nell'ambito aziendale, per almeno l'85% dal corrispondente vitigno. NOTE DI DEGUSTAZIONE COCOCCIOLA Questa di oggi non è il primo vino, proveniente da uve Cococciola, che ho degustato, ma è il primo che mi è piaciuto, e come sempre eviterò per scelta personale e professionale di scrivere di quei vini che non mi sono piaciuti abbastanza per essere portati alla Vostra attenzione. Quella di oggi è una azienda abruzzese delle colline teramane, Vi stò scrivendo di :
AZIENDA AGRICOLA VALLE MARTELLO
Via Valle Martello, 1066010 VILLAMAGNA - (CH)
Tel: 0871 300330Fax: 0871 300330
Email: katamasci@vallemartello.net
Web: www.vallemartello.net
L'AZIENDA
Titolare: F.lli Masci
Anno di fondazione: 1979
Storia dell'azienda: Prende il nomeda un'antica fonte, che si trova nell'omonima contrada, situata in una delle migliori zone di produzione della doc Montepulciano d'Abruzzo, in agro di Villamagna. La felice esposizione delle colline e la natura dei terreni favoriscono la perfetta maturazione e colorazione delle uve che, attentamente selezionate, danno origine ai vini di elevata qualità ed in perfetta sintonia con le esigenze del mercato. Alle moderne tecniche di coltivazione, i fratelli Masci uniscono componenti essenziali quali attaccamento alle tradizioni e rispetto della saggezza delle generazioni precedenti. Enologo: Loriano Di SabatinoVitigni: Montepuciano, Trebbiano, Chardonnay, CococciolaEttari vitati: 40Zona vitata: Trebbiano D'Abruzzo - DOCStrada del vino: Strada del vino Colline TeatineLe etichette: Valle Martello Trebbiano d'Abruzzo doc, Valle Martello Cerasuolo d'Abruzzo doc, Valle Martello Montepulciano d'Abruzzo doc
DEGUSTAZIONE WINETASTE
Vino Cococciola Brado 2009- Igt Colline Teatine-gr. 12,5-
Ottenuto da uve Cococciola in purezza al 100%.
La nota principale che emergerà durante la degustazione, è la freschezza e gradevolezza nella beva, che si manifesta piacevole e scorrevole :vista: paglierino di media tonalità e brillante ;olfatto : profumi floreali con una piccola nota erbacea molto intrigante ;gusto/olfatto : entra in bocca con una grande freschezza, sapido, note fruttate con sentori di agrumi, emerge una nota leggermente amarognola nel finale di bocca, che ci ricorda la mandorla e la nocciola, buona la persistenza finale che ci fa salivare a lungo. Un vino originale, particolare ed unico che consiglio di provare, da bere come aperitivo ma anche in abbinamento ad antipasti a base di pesce, primi piatti non speziati, pesci al vapore.Un vino da classificare buono/molto buono, in base alla legenda di cui sotto.Roberto Gatti
0-60 scadente o difettoso
61-70passabile o corretto
71-75medio e senza pretese
76-80piacevole o franco
81-85buono
86-90molto buono/ ottimo
91-95eccellente
96-100Top Wine
Tag: winetaste, gatti, abruzzo, cococciola, valle martello, masci