De Gustibus non disputandum est.
E’ proprio il caso di dirlo, anche i romani a tavola avevano
capricci e desideri che colmavano con le ricette di 2000 anni fa.
Dopo numerose indagini archeologiche, iconografiche, letterarie e
botaniche, condotte dal Laboratorio di
Ricerche e applicate della Soprintendenza di Pompei, si è
potuto finalmente comparare la cucina del terzo millennio con quella
dei nostri più celebri antenati.
Dal 26 marzo al 26 giugno anche
il pubblico per la prima volta potrà passeggiare tra i giardini
pompeiani degustando i millenari prodotti della terra e apprendendo
i segreti dei “praecepta culinarium”.
Un itinerario gastronomico tra i sapori e gli odori di una ricca e
vivace Pompei che il 24 agosto del 79 d.C. abbandonava le gioie
della vita per essere seppellita da lapilli e cenere per 1700 anni.
Una copertura di magma che ha conservato perfettamente la città
campana, custodendo persino i prelibati frutti di cui si cibavano
gli abitanti.
Un grande numero di specie utilizzate e di varietà ortofrutticole
che costituivano un vanto delle produzioni agricole locali come la
cipolla, il cavolo pompeiano (cavolfiore) o le albicocche, ancora
oggi un tipico prodotto del Vesuvio. Chi volesse invece esercitare
l’arte culinaria per diventare un novello chef luculliano potrà
imparare le modalità della cottura e della conservazione dei cibi
(come quella degli alimenti con l’uso di spezie e del miele) grazie
alle ricette di Columella, Plinio e Catone,
e acquistando inoltre gli ingredienti per la realizzazione di
pietanze che daranno un'idea dei differenti sapori attraverso l'uso
del dolce, del salato e di erbe aromatiche e spezie. Un incontro “ad
gulam” che prevede il coinvolgimento di esperti del gusto, che si
ritroveranno in una giornata di Studi sulle
biodiversità e la valorizzazione delle tradizioni agricole locali
organizzata in collaborazione con Slow Food.
E che dire delle Georgiche pompeiane? Negli orti vicino l’Anfiteatro
saranno presentate le diverse tipologie di utilizzazione della terra
come la coltivazione degli ortaggi, la frutticoltura e la
viticoltura. Dai piaceri della tavola imbandita si passerà alle erbe
farmaceutiche, e con una spruzzata di “odor suavis” agli unguenti
delle profumerie sino alle piante coronarie, con una particolare
attenzione a quelle ritenute oggi selvatiche e che nell'antichità
erano comunemente coltivate.
Per verificare quindi se le nostre abitudini siano davvero
all’altezza di quelle dei divini imperatori dovremo percorrere
l’iter pompeianus tra le coltivazioni, i fiori e le piante
aromatiche utilizzate per curarsi, imbellettarsi e preparare i
banchetti di duemila anni fa prima che fossero sotterrati in una
dispensa di lava.
Dove: Tabernae di Via
dell'Abbondanza
negli Scavi di Pompei (Na)
Quando: dal 26 marzo al 26
giugno; dalle ore 8,30 alle 18,00
Quanto: 10 € (da 25 a 65 anni);
5 euro (da 18 a 25 anni)
Info: 081.8575111
Fonte:
Campaniasuweb |